Catafratto: differenze tra le versioni

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Ai tempi dell'[[Impero achemenide]] l'esercito persiano contava di numerosi reparti di cavalleria pesante, anche se nessuno di essi era catafratto. Dopo le sconfitte subite a causa della campagna militare di [[Alessandro Magno]], che causò poi la formazione dei regni ellenistici dei [[diadochi]], tutta l'area asiatica fra gli odierni [[Turkestan]] e [[Iran]] conobbe uno sviluppo delle tecniche di cavalleria.
 
Quella macedone, degli ''[[hetairoi]]'' (lett. "Compagni"), pesante, mobile e chebasata enfatizzava il ruolo delsui [[lanciere|lancieri]] a cavallo (cheimitata siin sarebbeseguito poi trasmesso a popoli come glidagli [[alani]] e dadai germani ai germaniorientali) era divenuta la principale e più potente forza di cavalleria dell'epoca, contro la. qualeI popoli di origine iranica come i [[Parti]], gli [[Armeni]] o i nomadi [[Saci|Saka]] risposero corazzando ulteriormente i propri nobili inquadrati nell'esercitocavalieri, che costituivano la spina dorsale dell'esercito.
 
Il mondo ellenistico adottò i propri catafratti in due vie differenti:
* Il regno di [[Battria]] costituì autonomamente i propri reggimenti di catafratti per far fronte agli attacchi dei nomadi asiatici, le cui forze erano composte quasi unicamente da forze di cavalleria. I battriani schierarono in battaglia i "Compagni catafratti" (''hetairoi kataphraktoi''), sorta di equivalente degli ''hetairoi'' di Alessandro, dalle armature molto solide e pesanti, necessitanti perciò di cavalli molto robusti, allevati in particolari tenute che erano continuo oggetto di raid e schermaglie da parte della cavalleria leggera nomade. Quando la Battria conquistò la regione settentrionale dell'India-Pakistan, dando vita al [[regno indo-greco]], i catafratti entrarono anche nel mondo bellico indiano ma divennero preponderanti solo con la conquista Saka e la successiva formazione dell'[[Impero Kushan]].
* L'[[Impero seleucide]] o Impero asiatico, i cui domini comprendevano [[Asia Minore]], [[Siria]], [[Mesopotamia]] e [[Persia]], dovette arruolare reparti di catafratti per far fronte alla minaccia dei [[Parti]], popolo iranico che aveva appreso l'uso dei ''kataphraktoi'' dai battriani, sul finire del III secolo a.C. Anche se meno protetti di quelli partici e privi della loro letale mazza da mischia, i catafratti seleucidi erano comunque una forza temibile che in più di un'occasione sferrò colpi micidiali ai nemici del re d'Asia. L'esempio più famoso di loro applicazione è però relativo ad una sconfitta, quella della [[Battaglia di Magnesia]] contro i Romani. In quell'occasione il re [[Antioco III]] Magno riuscì a mettere in rotta e infliggere diverse perdite ai legionari con una carica di catafratti, supportati dalla cavalleria pesante dei [[Galati]] e dai carri da guerra, ma la sua tattica gli si ritorse contro quando i cavalli dei carri si imbizzarrirono andando fuori controllo, a causa della pioggia di frecce e di [[pilum]] scagliati dai romani, edche investendo proprioinvestì la cavalleria seleucide, che ne uscì decimata. I catafratti seleucidi passarono definitivamente alla storia durante le campagne di conquista di [[Pompeo Magno]] in oriente, che corruppe le poche truppe di cavalleria corazzata rimaste all'impero (nel frattempo degenerato ad un modesto regno di [[Siria]]).
 
Furono i Parti i veri signori del Medio-Vicino Oriente con i loro pesanti catafratti supportati dagli arcieri a cavallo.
Sfruttando le debolezze dell'Impero Seleucide e la sua situazione di lotta costante su ogni lato, i Parti riuscirono a stabilirsi sull'altopiano iranico e poi a conquistare anche la Mesopotamia, dove posero la loro capitale.
Qui entrarono in conflitto con i romani, che avevano mire nella regione.