Leonardo Fibonacci: differenze tra le versioni

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L'uso delle cifre arabe era in ogni caso già conosciuto da alcuni dotti dell'epoca. Il primo caso del quale si ha notizia è stato quello del [[Silvestro II|monaco Gerberto]] (poi diventato papa dal [[999]] al [[1003]] col nome di [[Silvestro II]]): egli propose l'uso di questo sistema in alcuni conventi in cui si scrivevano opere scientifiche, ma il metodo rimase sconosciuto nel mondo esterno<ref>Ch. Burnett, "The semantics of Indian numerals in Arabic, Greek and Latin"', in ''Journal of Indian Philosophy'' 34, 2006, pp. 15-30.</ref>. Un esempio più tardo, dell'epoca di Fibonacci si trova nelle scritture notarili di [[Notaio Raniero|Notar Raniero]], [[Perugia|perugino]].
 
La prima edizione del ''Liber abbaci,'' del [[1202]], è andata persa, mentre la seconda edizione del 1228, che Fibonacci aveva preparato su richiesta del filosofo scozzese [[Michele Scoto]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome1=T.C.|cognome1=Scott|nome2=P.|cognome2=Marketos|url= http://www-history.mcs.st-andrews.ac.uk/Publications/fibonacci.pdf |titolo= On the Origin of the Fibonacci Sequence |editore= [[MacTutor History of Mathematics archive]], University of St Andrews|formato= PDF |data= March 2014}}</ref>, si è conservata in numerosi manoscritti ed è stata ristampata nel [[1857]] a [[Roma]] dalla Tipografia delle scienze matematiche e fisiche, in un'edizione
ne curata da [[Baldassarre Boncompagni]].
 
== Note ==