Doclea: differenze tra le versioni
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[[Immagine:BocchediCattaro.jpg|thumb|200px|right|Le [[Bocche di Cattaro]]]]
[[Immagine:Lac de Shkodra.jpg|thumb|200px|right|Il [[Lago di Scutari]]]]
La '''Doclea''' (in [[lingua serba|serbo]] '''Дукља''', '''Duklja''') era uno stato medievale serbo, localizzato tra l'attuale [[Montenegro]] e l'[[Albania]]. Comprendeva territori lungo il corso del fiume Zeta, intorno al [[Lago di Scutari]] e elle [[Bocche di Cattaro]], e si estendeva in parte dell'attuale [[Erzegovina]].
Viene spesso chiamata col nome di ''Zeta'' (in [[lingua serba|serbo]] Зета), anche se
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La volontà dell'imperatore fu anche che gli Slavi abbracciassero la fede cristiana e affidò a [[missionario|missionari]] della [[Chiesa cattolica|Chiesa latina]] la loro [[evangelizzazione]]. Numerosi [[Ordine di San Benedetto|benedettini]] giunsero nella regione per convertirne il popolo.
Nel [[732]] [[Leone III di Bisanzio|Leone III l'Isaurico]] sottrasse al [[Papa|papato]] la giurisdizione
===Da protettorato a potenza===
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Quando l'imperatore [[Giovanni I di Bisanzio|Giovanni I Zimisce]] ([[969]]-[[976]]) invase e conquistò la Rascia, il suo župan si rifugiò in Doclea presso l'arconte [[Predimir]] (il primo sovrano di Doclea di cui si conosce il nome) che il popolo chiamava Re, gli diede in sposa la figlia Prechvala e si dichiarò suo vassallo. Predimir organizzò una ribellione popolare in Rascia e, quando i Greci furono cacciati, la Rascia divenne uno stato vassallo della Doclea. Dopo la morte di Predimir, salì al trono il figlio Silvestro, cui successe il figlio Hlavimir che divise il regno tra i suoi tre figli. Alla morte di Hlavimir, il figlio Petrislav riunificò parte dei possedimenti paterni e si insediò in Doclea. Quando anche Petrislav morì, il trono passò a suo figlio [[Jovan Vladimir]] (Јован Владимир).
Jovan Vladimir intraprese una guerra contro le tribù albanesi che minacciavano i confini, lì batté e ne conquistò le terre includendo nei propri domini la città di [[Scutari]]. Dopo questa vittoria, però, fu sconfitto dall'esercito di [[Samuele di Bulgaria]]. Fatto prigioniero e condotto in Bulgaria, gli fu data in moglie la figlia dello Zar, Kossara. Dopo le nozze, gli fu consentito di
===L'XI secolo===
[[Immagine:MihailoVoislav.jpg|thumb|200px|right|Mihailo Voislav]]
L'[[XI secolo]] fu per la regione un periodo di grandi conflitti tra gli stati slavi e con [[Impero bizantino|Bisanzio]]. L'inizio del secolo fu caratterizzato dall'anarchia seguita alla ribellione del popolo di [[Cattaro]] contro Dragomir che nel [[1018]] fu linciato dalla folla. Il figlio di Dragomir, [[Stefano Vojislav|Voislav]] (Војислав), anche chiamato Dobroslav, per un certo tempo non ebbe alcun potere e visse in povertà, ma si adoperò per sollevare il popolo contro l'Imperatore. Nel [[1034]] fu nominato capo di un movimento per la liberazione delle terre costiere dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]]. Nonostante questo, considerato controparte affidabile da Costantinopoli, assicurò la fedeltà della sua gente all'Impero, fu insignito del titolo di ''Stefano'' (Стефан, dal [[Lingua greca|greco]] Στέφανος che significa ''corona''), ossia ''incoronato'', quindi, legittimo vassallo di Bisanzio, e si proclamò ''arconte'' dei Serbi. Acquistato pienamente il poter, nel [[1035]] guidò una sommossa. Le armate serbe furono sconfitte e
Nel [[1040]] emissari di Voislav andarono nella baia di Doclea a rubare il carico d'oro che una nave bizantina aveva perduto in un naufragio. Quest'azione portò una grande ricchezza nelle casse del sovrano, ma indispettì l'imperatore che inviò un'armata per recuperare l'oro e punire i Serbi. I bizantini furono battuti. Poiché, nel frattempo si sollevò, anche la [[Primo impero bulgaro|Bulgaria]], impegnando le forze militari bizantine, Costantinopoli non reagì ulteriormente.
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Intorno al [[1050]] Stefano Voislav morì e gli succedette il figlio [[Mihailo Vojisavljević|Mihailo]] che dovette subito sedare una rivolta in [[Travunia]] e si che affrettò a rinnovare la promessa di fedeltà a Bisanzio, sposando una nipote di Costantino IX. L'imperatore gli concesse il titolo di ''protospator'' e per 20 anni i rapporti tra la Doclea e l'Impero furono pacifici. La capitale ella Doclea fu fissata a [[Cattaro]].
Nel [[1055]] si consumò il grande [[Scisma d'Oriente-Occidente|scisma d'Oriente]] tra la [[Chiesa cristiana ortodossa]] e quella [[Chiesa cattolica|cattolica]]. La Doclea si trovò al centro di questa divisione. Mihailo si dicharò fedele al Papato e chiese, però, la creazione di una chiesa autocefala. [[Papa Alessandro II]] rispose con la creazione di una [[diocesi]] ad [[Antivari]] nel [[1067]]. Quando nel [[1071]] l'imperatore [[Romano IV di Bisanzio|Romano IV]] venne catturato da [[Selgiuchidi|Turchi selgiucidi]] dopo la [[battaglia di Manzicerta]], Mihailo interruppe le relazioni con Bisanzio e nel [[1072]] invia suo figlio [[Constantino Bodin]] (Константин Бодин) a combattere a fianco dei ribelli macedoni contro l'Impero per liberare la Bulgaria. L'esercito di Costantino riportò numerose vittorie e egli stesso fu incoronato imperatore dei
Costantino Bodin successe al padre Mihailo nel [[1081]]. Quando i Normanni e Bisanzio si affrontarono in guerra, Bodin rimase neutrale anche se ufficiosamente aiutò i Normanni, e contemporaneamente conquistò la [[Rascia]] e la [[Bosnia]]. Difese apertamente [[Papa Urbano II]] nella sua lotta con l'[[Antipapa Clemente III]] e per questo il Pontefice, l'[[8 gennaio]] [[1089]] elevò il vescovado di Antivari ad [[arcidiocesi]] con giurisdizione su [[Rascia]] e Doclea (Serbia), [[Bosnia]], [[Travunia]] e [[Zahumlje]], [[Cattaro]] e [[Ulcinj]].
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Alla morte di Nemanja, nel [[1199]] gli successe sul trono di Rascia il figlio minore [[Stefano Prvovenčani|Stefano II]]. Irritato per non essere stato scelto dal padre per diventare Gran principe, Vukan mosse guerra al fratello, conquistò il potere nel [[1202]], ma nel [[1204]] fu spodestato da Stefano II e tornò a governare la Doclea.
È in questo periodo che il nome di
Il fratello di Vukan, Stefano, nel [[1217]] re dei Serbi. Da quel momento la Doclea, benché titolare di una certa autonomia, sarà parte integrante della Serbia e sottoposta ad un'adesione forzata alla fede ortodossa e ad un processo di
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