Distopia: differenze tra le versioni

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Il termine distopia è composto dai termini del greco antico "δυς-" (''dys'') = "cattivo", un prefisso che aggiunge il concetto altamente negativo di contrarietà, difficoltà, erroneità, dubbiezza, e "τόπος" (topos) = "luogo". Il termine cacotopia è formato dall'aggettivo greco "κακός" (cacòs) = "cattivo" e "τόπος" (topos). Gli altri sinonimi sono formati da "ἀντί" (anti) = "contro" oppure "ψευδής" (pseudes) = "falso" unite al termine "utopia", a sua volta composto da "οὐ" (u) = "non" e "τόπος" (topos), che significa "non-luogo", cioè un luogo che non esiste, da intendersi con l'accezione di "luogo ideale".
 
Secondo l'''[[Oxford English Dictionary]]''<ref name="OED">[{{cita testo|url=http://www.oed.com/ |titolo=''Oxford English Dictionary'']}}</ref>, il termine fu coniato nel [[1868]] dal [[filosofia|filosofo]] [[John Stuart Mill]]<ref name="Mill">[{{cita testo|url=http://hem.passagen.se/replikant/dystopia_timeline.htm |titolo=''Exploring Dystopia''] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20060503015002/http://hem.passagen.se/replikant/dystopia_timeline.htm |data=3 maggio 2006 }}, ultimo accesso 19 marzo 2006, vedi anche [{{cita testo|url=http://books.google.com/books?ie=UTF-8&vid=ISBN157181440X&id=3ye0vWc85eYC&pg=PA230&lpg=PA230&dq=John+Stuart+Mill+dystopia+1868&sig=YesYZ8kSJZhhi2NdHdOQdZ0nDTk |titolo=''Exploring Dystopia'' in Google Books]}}</ref>, che si serviva anche di un sinonimo proposto da [[Jeremy Bentham]] nel [[1818]], ''cacotopìa''.<ref name="Bentham">Cacotopia (κακό, caco = cattivo) era un termine utilizzato da [[Jeremy Bentham]] nelle sue opere ottocentesche ({{cita web |url=http://www.netcharles.com/orwell/articles/col-dystopia.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=19 marzo 2006 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060326062103/http://www.netcharles.com/orwell/articles/col-dystopia.htm |dataarchivio=26 marzo 2006 }}, [{{cita testo|url=http://books.google.com/books?ie=UTF-8&vid=ISBN157181440X&id=3ye0vWc85eYC&pg=PA230&lpg=PA230&dq=John+Stuart+Mill+dystopia+1868&sig=YesYZ8kSJZhhi2NdHdOQdZ0nDTk |titolo=Thinking Utopia: Steps Into Other Worlds - Google Libri])}}</ref> Entrambe le parole si basano sul termine utopia, luogo dove tutto è come dovrebbe essere. ''Distopia'' è quindi l'esatto opposto,<ref name="treccani" /> un luogo del tutto spiacevole e indesiderabile. Spesso la differenza fra utopìa e distopìa dipende dal punto di vista dell'autore dell'opera. I testi distopici appaiono come opere di avvertimento, o [[satira|satire]], che mostrano le tendenze negative attuali svilupparsi sino a raggiungere dimensioni [[Fantascienza apocalittica e postapocalittica|apocalittiche]]. Dunque la distopia descrive pericoli percepiti nella società attuale ma collocati in un contesto distante nel tempo e nello spazio, come nelle opere [[fantascienza|fantascientifiche]] di [[H. G. Wells]].
 
== Tematiche narrative ==
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Nella [[narrativa]] un numero considerevole di storie di [[fantascienza]],<ref name="treccani" /> ambientate in un futuro prossimo e appartenenti al genere [[cyberpunk]], usa le regole della distopia per delineare mondi dominati dalle [[corporazione|corporazioni]] ''[[Alta tecnologia|high-tech]]'' in cui i governi nazionali stanno diventando sempre più irrilevanti. È dunque il genere della [[Fantascienza apocalittica e postapocalittica|fantascienza postapocalittica]] quello che più caratterizza la narrativa distopica tra [[XX secolo|XX]] e [[XXI secolo|XXI secoli]], diffondendosi al punto di diventare il più diffuso nelle serie destinate a un pubblico di giovani adulti (YA)<ref name="esquire" />.[[File:Lord of the World book cover 1907.jpg|thumb|''[[Il padrone del mondo (Robert Hugh Benson)|Il padrone del mondo]]'' di [[Robert Hugh Benson|R. H. Benson]] (1907).]]
Alcune caratteristiche sono comuni alla maggior parte dei romanzi distopici del [[XX secolo|Novecento]] e del [[XXI secolo]]. Più precisamente, possono essere individuati due principali filoni narrativi: il primo rappresenta soprattutto eventuali società future (rispetto al tempo in cui è scritto il romanzo) in cui il potere dell'[[autorità]] (politica, religiosa, tecnologica, ecc.) pretende di controllare ogni aspetto della vita umana<ref>https://www.esquire.com/it/cultura/libri/a12801513/letteratura-distopia/</ref>; il secondo rappresenta o la distruzione del vivere civile o una sua massima degradazione dovuta a [[Disastro|catastrofi]] globali, per lo più causate dall'uomo. Un terzo filone, che in un certo senso si pone a metà tra i primi due, predilige la rappresentazione di determinate società umane sull'orlo del disastro: in questo caso la fine della civiltà, che nella narrazione esiste ancora, viene avvertita come imminente. Di recente il successo delle distopie nella cultura contemporanea è stato oggetto di critiche, e posto in relazione con le retoriche apocalittiche dell'estrema destra e le pratiche del capitalismo<ref>{{Cita news|autore=Gabriele Catania|url=https://www.glistatigenerali.com/letteratura_societa-societa/retropie-e-distopie/|titolo=Il passato immaginario che fa vincere le destre (in Svezia, e non solo)|pubblicazione=Gli Stati Generali|data=3 ottobre 2022}}</ref>.
 
Per quanto riguarda il primo filone (dei "[[totalitarismo|totalitarismi]]"):