Argo-Micene: differenze tra le versioni

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== Storia ==
=== Storia antica ===
{{vedi anche|Argo (Greciacittà antica)}}
[[File:Ancient Argos - Thermal spring 2.jpg|thumb|left|upright=1.4|Città antica di Argo]]
La città di Argo sorge ai piedi di una catena montuosa che chiude a nord l'omonima pianura e che a sud termina nel golfo di Nauplia. Inserita lungo importanti vie di comunicazione che collegavano il Peloponneso all'[[Attica]] e alla [[Beozia]], la città poteva contare sulle produzioni agricole della pianura circostante e sui commerci marittimi che si svolgevano nel vicino porto di Nauplia.
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Il potere dell'assemblea (che raccoglieva tutti i cittadini adulti) continuò a crescere e le nuove magistrature (come gli artini)<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,47,9.</ref> ridussero ulteriormente il potere regio fino alla sua scomparsa.
 
Con la caduta del partito filospartano ad Atene e l'ostracismo di Cimone a favore di Efialte e Pericle si avrà un riavvicinamento fra Atene ed Argo con la firma di un nuovo trattato di alleanza<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', I,102,4.</ref> e una ripresa del partito democratico argivo (462 a.C.). Le aspettative sia di Atene che di Argo su questa nuova alleanza erano notevoli ma i risultati non furono quelli sperati perché Argo non riuscì mai a mettere in seria crisi la supremazia militare spartana nel Peloponneso, anzi, negli anni successivi, l'ostilità sia di Argo che di Atene sembrano spostarsi più su [[Corinto (Greciacittà antica)|Corinto]] che non Sparta<ref name="Bearzot">''Argo nel V secolo, ambizioni egemoniche, crisi interne, condizionamenti esterni'' di Cinzia Bearzot in ''Argo: una democrazia diversa. Collana: Storia. Ricerche. Vita e Pensiero editore''.</ref> e questa fu la causa della cosiddetta prima guerra del Peloponneso.
Durante la [[seconda guerra sacra]] Argo sarà fedele alleata di Atene.
 
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Nel 421 a.C., allo scadere del trattato con [[Sparta]], Argo rifiutò di rinnovare il trattato adducendo come scusa la mancata restituzione del territorio della [[Cinuria]] che gli Spartani avevano assegnato agli esuli di Egina nel 431 a.C. e che gli Argivi reclamavano come loro. La potenza spartana si trovava infatti in difficoltà per i mancati successi nella guerra del Peloponneso ed Argo intendeva approfittarne. Sparta tentò di isolare internazionalmente Argo stringendo un vero patto di alleanza cinquantennale con Atene, ma il malumore di Corinto e di altri alleati di Sparta verso la cessazione delle ostilità contro Atene diede ad Argo nuove possibilità.
 
Gli ambasciatori di [[Corinto (Greciacittà antica)|Corinto]] proposero un'alleanza con Argo incitandola a divenire la città guida del Peloponneso al posto di Sparta.<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,27-28.</ref> All'alleanza aderirono [[Mantinea]], gli Elei, ma non i Beoti. Al rifiuto di adesione alla nuova lega anche di [[Tegea]], [[Corinto (Greciacittà antica)|Corinto]] abbandonò Argo e tornò all'alleanza con Sparta. Nel frattempo però i rapporti fra Sparta ed Atene erano tornati a peggiorare e il partito della guerra in Atene, ora diretto da [[Alcibiade]], spingeva per la rottura del patto con gli Spartani e per un nuovo trattato con Argo. Fu così che Atene aderì alla lega degli Argivi.<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,47-48.</ref>
 
Il primo scontro importante fra l'esercito della nuova lega argiva e quello della lega del Peloponneso avvenne nei pressi di Tegea nel 418 a.C. e si risolse in una sconfitta argiva<ref>Tucidide, ''La guerra del Peloponneso'', V,64-74.</ref> non grave tanto dal punto di vista militare quanto dal punto di vista politico. In Argo infatti prese il potere un governo oligarchico filospartano che trattò prima una tregua e poi una vera e propria alleanza con Sparta e intimò agli ex alleati ateniesi di rientrare in Attica. Nell'anno successivo i democratici filoateniesi riprendono il potere approfittando del periodo delle [[Gimnopedie]] (feste sacre spartane durante le quali l'esercito non combatteva).<ref>Tucicide, ''la guerra del Peloponneso'', V, 82.</ref> Con l'aiuto di maestranze ateniesi gli Argivi tentano anche di prolungare le mura fino al porto onde permettere i rifornimenti via mare anche in caso di assedio, ma l'intervento militare spartano, al comando del re [[Agide II]], se pur tardivo, riesce ad impedire il progetto. L'estate successiva lo stratega [[Alcibiade]] con una flotta ateniese sbarca in città per deportare gli ultimi partigiani del partito filospartano. Termina così anche queste ennesima guerra civile in Argo con il ritorno della città nell'alleanza con [[Atene]].