Seada: differenze tra le versioni

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La seada va consumata fresca, prima che la sfoglia si secchi, quindi entro uno-due giorni. Si frigge in abbondante olio, eventualmente capovolgendola a metà cottura, ma è preferibile cuocere la parte superiore versando l'olio sopra con un cucchiaio, facendo molta attenzione a non bucare la sfoglia per evitare che entri l'olio o ne fuoriesca il formaggio fuso. Infine la sfoglia va immersa in miele scaldato in un pentolino sino a diventare liquido e servita su piatto immediatamente, prima che il ripieno si raffreddi e solidifichi.
 
Si accompagna egregiamente a vini dolci bianchi e aromatici quali la [[Malvasia di Bosa dolce naturale|Malvasia di Bosa]], la Vernaccia di Oristano, i vini previsti nel disciplinare [[Vermentino di Gallura DOCG]], il Vermentino di Sardegna, il Moscato di Sardegna e l'Anghelu Ruju<ref>{{cita libro|autore=Daniela Guaiti|titolo=Sardegna|editore=Edizioni Gribaudo|anno=2010|pagine=118-120|url=http://books.google.it/books?id=w25Ubo7buvMC&pg=PA118&dq=Seadas}}</ref>. Variante: per cospargere il miele sulla seada (''ammerrare sas seadas'') riscaldare il miele con un po' d'acqua in un pentolino capace e quando il miele è in ebollizione immergerle a una a una, subito ritirarle e sistemarle a colonna su un piatto da portata, quindi versarvi il resto del miele.
 
== Note ==