Illusione ipnagogica: differenze tra le versioni

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Nel 1781, il pittore svizzero [[Johann Heinrich Füssli]] dipinse un quadro che descrive le sue illusioni ipnagogiche. Ne "[[Incubo (Füssli)|L'incubo]]", una giovane donna addormentata è rappresentata con un mostro che le grava sul petto, oltre al volto di una giumenta che si affaccia dalla tenda dello sfondo. Ai giorni nostri Carla MacKinnon e lo psicologo Cristopher French hanno realizzato un cortometraggio "Devil In The Room", con l'obiettivo dichiarato di ridurre il terrore provato dopo tale esperienza. Nicolas Bruno, un artista che soffre di paralisi del sonno, ha fatto arte del suo problema, realizzando una serie di dipinti che rappresentano le sue allucinazioni<ref name=":0" />.
 
Ishmael, l'[[Prima persona (narrativa)|io narrante]] nel "[[Moby Dick|"Moby Dick]]" di [[Herman Melville]], fa una dettagliata descrizione della sua esperienza: "''Non si vedeva niente, non si sentiva niente; ma mi parve che una mano soprannaturale mi stringesse la mano. Il mio braccio pendeva lungo la coperta, e la forma o fantasma silenziosa, indefinibile, inimmaginabile a cui apparteneva la mano pareva sedermi vicino sulla sponda del letto. Per ciò che mi parve una durata di secoli e secoli stetti così, agghiacciato dalle paure più tremende, e non osavo ritirare la mano, eppure pensavo continuamente che, solo a poterla muovere di un pollice appena, l'orribile incantesimo si sarebbe spezzato"''<ref>{{Cita libro|cognome=HERMANN MELVILLE|titolo=MOBY DICK|url=https://www.worldcat.org/oclc/1105725554|accesso=2022-12-18|editore=BALDINI & CASTOLDI|OCLC=1105725554|ISBN=88-6865-241-2}}</ref>.
 
Anche Ivan Karamazov ne "[[I fratelli Karamazov]]" di [[Fëdor Dostoevskij]], fa una dettagliata descrizione: "''Continuavano a battere. Ivan fece per lanciarsi verso la finestra, ma qualcosa gli bloccò mani e piedi. Compì ogni sforzo per rompere quelle catene, ma invano. I colpi alla finestra si facevano sempre più forti. Alla fine le catene si ruppero e Ivan Fëdoroviè saltò in piedi dal divano. Egli si guardò intorno selvaggiamente. Entrambe le candele si erano quasi consumate, il bicchiere che aveva scagliato contro l'ospite stava davanti a lui sul tavolo e sul divano non c'era nessuno. I colpi alla finestra continuavano insistenti, ma non così rumorosi come gli era sembrato in sogno: al contrario, piuttosto contenuti. «Questo non è un sogno! No, giuro, non è stato un sogno, è tutto accaduto davvero!», gridava Ivan Fëdoroviè, poi si slanciò verso la finestra e aprì lo sportellino in alto'''"'''''<ref>{{Cita libro|nome=Sigmund|cognome=Freud|nome2=Vladimir Jakovlevič.|cognome2=Lakšin|nome3=Cles, tipografo trentino|cognome3=Elcograf|titolo=I fratelli Karamazov|url=https://www.worldcat.org/oclc/898736793|accesso=2022-12-18|edizione=10. ed|data=2014|editore=Einaudi|OCLC=898736793|ISBN=978-88-06-22033-4}}</ref>