Jochen Rindt: differenze tra le versioni
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==Caratteristiche tecniche==
[[File:Rindt, Jochen 1968.jpg|thumb|left|Jochen Rindt nel 1968]]
Rindt era un pilota molto veloce sul giro, tanto che la stampa specializzata prese a chiamarlo "Grindt"<ref name=formulapassion.it>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/f1-jochen-rindt-campione-postumo-monza ''F1 / Jochen Rindt, l’unico campione postumo''] formulapassion.it</ref> visto il suo temperamento focoso in pista. I tifosi lo chiamavano anche "Dynamite"<ref name=tuttomotoriweb/> per via del suo piede destro molto pesante. Curioso il soprannome che gli diedero alcuni giornalisti, "Tiger"<ref name=formulapassion.it/> per via del suo naso che era schiacciato come quello del [[Felidae|felino]]<ref name=sfcriga>[https://sfcriga.com/jackie-stewart-graham-hill-and-jochen-rindt-the-magnetic-drivers ''Jackie Stewart, Graham Hill and Jochen Rindt – the magnetic drivers''] sfcriga.com</ref>. Il decano dei giornalisti inglesi, [[Denis Jenkinson]], disse che secondo lui Rindt era {{
==Carriera==
===La famiglia===
Rindt nacque a [[Magonza]] nel 1942, durante la [[seconda guerra mondiale]]. I suoi genitori erano Karl Rindt<ref name=fia>[https://halloffame.fia.com/driver-profile/628 ''Jochen Rindt's Biography''] fia.com</ref> ed Ilse, nata Martinowitz<ref name=fia/>. Il padre era tedesco, ricco commerciante di spezie<ref name= iconwheels>[https://www.iconwheels.it/auto-classiche/amarsport/jochen-rindt ''Jochen Rindt, campione del mondo in cielo''] iconwheels.it</ref>, titolare di un'azienda di Magonza che risaliva al 1840, la ''Klein & Rindt''<ref name=fia/> fornitrice durante la seconda guerra mondiale della Wehrmacht<ref>[https://autosprint.corrieredellosport.it/news/mondo-racing/2013/04/16-201851/marko_il_duro_della_f1 ''MARKO, IL DURO DELLA F1''] corrieredellosport.it</ref>, la madre, austriaca, figlia di un noto avvocato<ref name=fia/>, era stata una tennista di successo<ref name=f1everything/> fumava e guidava automobili<ref name=motorsportmagazine>[https://www.motorsportmagazine.com/archive/article/november-2020/82/jochen-rindt-3 ''Jochen Rindt: Born to be king''] motorsportmagazine.com</ref>; da un precedente matrimonio terminato con un divorzio aveva avuto un figlio, di nome Uwe Eisleben<ref name=fia/>. Morirono nel luglio 1943 ad Amburgo<ref name=motorsportmagazine/>, dov'erano andati ad ispezionare una filiale della Klein & Rindt<ref name=fia/>, durante un bombardamento aereo della [[Royal Air Force]]<ref name=carmagazine/> nel corso dell'Operazione Gomorra<ref name=motorsportmagazine/>: fu quindi cresciuto dai nonni materni, Hugo e Gisa Martinowitz, residenti a [[Graz]]<ref name=fia/>, nell'allora [[Ostmark (Austria)|Ostmark]]<ref name="RindtRombo">{{cita news|autore=Ludovico Basalù|titolo=Grande e sfortunato|pubblicazione=Rombo|data=
===Gli inizi===
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===1963 e 1964===
Il suo debutto in monoposto avvenne nel 1963, con la partecipazione al campionato di [[Formula Junior]], dove ebbe l'occasione di competere con altri piloti di rilievo come [[Jackie Stewart]] e [[Jo Siffert]]<ref name=tuttomotoriweb>[https://www.tuttomotoriweb.it/2021/09/05/jochen-rindt-incidente-monza/ ''Jochen Rindt, 51 anni fa quel misterioso incidente mortale a Monza''] tuttomotoriweb.it</ref>, vincendo la quinta edizione del circuito di Cesenatico ad aprile 1963<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0091_01_1963_0090_0009_24783859/ ''La Stampa 16 aprile 1963, pag. 9''] archiviolastampa.it</ref>. L'anno seguente passò alla [[Formula 2]], categoria che lo vide protagonista assoluto fino al tragico epilogo della sua carriera<ref name= iconwheels/>. Raccolse in questa categoria un numero impressionante di pole e 45 vittorie<ref name=tuttomotoriweb/>, misurandosi sempre con piloti come [[Jim Clark]] e [[Graham Hill]]<ref name= iconwheels/>. Sempre nel 1964 balzò all'onore della cronaca sportiva vincendo la famosa gara internazionale di F2 sul [[circuito di Crystal Palace]] nei pressi di [[Londra]], battendo in quell'occasione Clark, Hill e Stewart; in quell'anno debutta in [[Formula 1]] nel [[Gran Premio d'Austria 1964|Gran Premio d'Austria]] sulla pista ricavata dall'[[aerodromo di Zeltweg]] al [[volante]] di una [[Brabham]] della scuderia di [[Rob Walker Racing Team|Rob Walker]]. Parte tredicesimo ma dovrà ritirarsi per un guasto al cambio. .
===1965: Formula 1 e vittoria alle 24 Ore di Le Mans===
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===1969===
[[File:Jochen Rindt 1969 German GP.jpg|thumb
Nel 1969 fu al volante della [[Lotus 49|Lotus 49B]] che
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Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]] diventò il pilota di punta della [[Team Lotus|Lotus]] e riuscì a vincere cinque gare nelle prime nove<ref name= iconwheels/>. Con la vittoria nel [[Gran Premio di Francia 1970|Gran Premio di Francia]] si portò in testa alla classifica del campionato del mondo per piloti<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1970/07/06/page_009.pdf ''L'Unità, 6 luglio 1970, pag. 9''] unita.news</ref>. Ad agosto vinse in volata il [[Gran Premio di Germania 1970|Gran Premio di Hockenheim]]<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1970/08/03/page_007.pdf ''L'Unità, 3 agosto 1970, pag. 7''] unita.news</ref>, una gara dove [[Jacky Ickx]] era stato al comando della corsa per trentuno dei cinquanta giri con Rindt che solo al quarantanovesimo giro riusciva a superare definitivamente Ickx <ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1524_02_1970_0152A_0009_23264867/ ''Stampa Sera, 3 agosto 1970, pag. 9''] archiviolastampa.it</ref>.
Approdò al [[Gran Premio d'Italia 1970|Gran Premio d'Italia]] primo in classifica generale, con un consistente vantaggio sugli inseguitori e con l'obiettivo di vincere matematicamente il titolo mondiale<ref name=adrenaline24h/>.
==== L'incidente fatale ====
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La morte fu causata principalmente dal piantone dello sterzo, che sfondò lo sterno del pilota austriaco: le cinture di sicurezza si strapparono parzialmente dai sei punti di ancoraggio alla scocca e non ressero alla decelerazione dell'impatto, proiettando il pilota in avanti verso il volante. La forte decelerazione e la totale perdita dell'avantreno dovuta all'impatto, fecero sì che anche gli arti inferiori subissero gravi lesioni seppur non fatali. Il piede sinistro, il più leso dall'angolo d'impatto, era separato quasi di netto dalla caviglia. Ai soccorritori che per primi giunsero sul luogo apparve una scena raccapricciante: Rindt era disteso nell'abitacolo con gli arti inferiori completamente esposti. Spirò pochi minuti dopo nell'ambulanza che lo stava trasportando all'[[ospedale]] [[Niguarda]] di [[Milano]]. Fu aperta un'inchiesta della magistratura italiana, che mise sotto accusa la Lotus e [[Colin Chapman]] per la scarsa solidità delle sue vetture<ref name=tuttomotoriweb/>. Giancarlo Gnepo Kla scrisse per [[Ruoteclassiche]]
{{citazione|Nell’ottica di una migliore distribuzione dei pesi Chapman spostò i dischi all’interno del telaio, allontanando masse dalle ruote. Tuttavia le torsioni che gravavano sul mozzo erano tali da provocare anche dei cedimenti<ref>[https://ruoteclassiche.quattroruote.it/accadde-oggi-50-anni-fa-ci-lasciava-jochen-rindt/ ''Accadde oggi, 50 anni fa ci lasciava Jochen Rindt''] quattroruote.it</ref>}}.
Quasi un mese più tardi, la vittoria di [[Emerson Fittipaldi]] al [[Gran Premio degli Stati Uniti 1970|Gran Premio degli Stati Uniti]] impedì a [[Jacky Ickx]] di superare l'austriaco in classifica generale: in tal modo Rindt fu il primo e ancora oggi unico campione del mondo postumo<ref name=tuttomotoriweb/>.
Al suo funerale, a Graz l'11 settembre 1970, [[Joakim Bonnier]] pronunciò l'elogio funebre dicendo:
{{citazione|to die doing something that you loved to do, is to die happy. And Jochen has the admiration and the respect of all of us. The only way you can admire and respect a great driver and friend. Regardless what happens in the remaining Grands Prix this year, to all of us, Jochen is the world champion.<ref name=sfcriga/>}}
Rindt riposa nel [[Zentralfriedhof|Cimitero centrale]] di [[Graz]]<ref>[https://www.sport-today.it/gallery/motori/formula-1/jochen-rindt-cinquantanni-dalla-morte.htm?ord=8&ord=8 ''Jochen Rindt: cinquant'anni dalla morte''] sport-today.it</ref><ref>{{
[[File:Grab Jochen Rindt.jpg|thumb|upright|La tomba di Rindt al cimitero di Graz]]
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Al momento della morte Rindt aveva vinto cinque dei dieci Gran Premi della stagione, dandogli quindi un vantaggio nella classifica del campionato per piloti di venti punti sul secondo provvisoriamente in classifica e ventisei su colui che alla fine della stagione sarebbe stato il secondo in classifica, rispettivamente Stewart e Jacky Ickx.
Dopo la vittoria nel [[Gran Premio del Canada 1970|nella corsa successiva in Canada]], Jacky Ickx ridusse lo svantaggio che aveva su Rindt a 17 punti a due gare dal termine della stagione, rendendolo l'unico ad avere una possibilità di vincere il titolo, a patto che vincesse le ultime due corse guadagnando così i diciotto punti necessari<ref>{{
Il trofeo di campione del mondo fu consegnato alla vedova Nina da Stewart il 18 novembre 1970, nel corso di una cerimonia vicino a [[Place de la Concorde]] a Parigi<ref name=sfcriga/><ref>{{
==La sicurezza dei piloti in pista==
{{
In seguito all'incidente avvenuto durante il GP di Spagna del 1969 inviò una lettera aperta a varie testate giornalistiche specializzate in cui criticava gli alettoni sottolineadone la pericolosità, riflessioni che provocarono scalpore nell'ambiente e spinse la Commission Sportif Internationale, l'organo di governo sportivo che ha preceduto la FIA, a decidere di decretare la provvisoria inammissibilità di tali alettoni per poi imporre ulteriori modifiche al modo con cui dovevano essere installate<ref name=formulapassion2/>.
==Commemorazione==
[[File:Haltestelle Jochen-Rindt-Platz.jpg|thumb
Rindt è stato commemorato in vari modi, sinché la competizione esistette la gara iniziale della BARC 200 Formula Two fu ribattezzata ''Jochen Rindt Memorial Trophy'', nel 2000, in occasione del 30° anniversario della sua morte, la città di Graz ha svelato una targa in bronzo in suo ricordo, alla presenza della moglie Nina e della figlia Natasha<ref name=forix>{{
Nel Regno Unito l'Historic Sports Car Club ha organizzato un campionato riservato alle vetture di Formula 2 storiche, la categoria riservata alle monoposto costruite prima del 1972 è stata chiamata "Class A Jochen Rindt Trophy"<ref>{{cite web |title=Historic Formula 2 |url=https://hscc.org.uk/championships/historic-formula-2/ |publisher=Historic Sports Car Club |access-date=30 June 2020}}</ref>.▼
▲Nel Regno Unito l'Historic Sports Car Club ha organizzato un campionato riservato alle vetture di Formula 2 storiche, la categoria riservata alle monoposto costruite prima del 1972 è stata chiamata "Class A Jochen Rindt Trophy"<ref>{{
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non rimuovete, finisco domani
Privately, Rindt was known to family and friends as an often reckless driver when on public roads. During the early years of his career, he took his [[Jaguar E-Type]] out in the streets of Vienna, where he lived, and [[Drifting (motorsport)|drifted]] through the streets.{{sfn|Zwickl|2007|p=73}} He sparked public criticism in 1968 when he flipped over a [[Mini#Mini Cooper and Cooper S: 1961.E2.80.931971.3B 1990-2000|Mini Cooper]] during a demonstration run at an [[autocross]] event in [[Großhöflein]], while his pregnant wife was on board.{{sfn|Giesser|2010}}
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==Collegamenti esterni==
*{{cita web|url=http://www.jochen-rindt.at|titolo=Sito commemorativo|lingua=de}}
*{{cita web|url=http://www.motorsportmemorial.org/focus.php?db=ct&n=201|titolo=Jochen Rindt|lingua=en}}
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