Calimala: differenze tra le versioni
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Il toponimo è antico e di significato oltremodo discusso. Calimala per alcuni deriverebbe dal latino ''Callis malus'', cioè 'strada cattiva', per altri da ''Callis maius'', cioè 'strada maggiore'. Ciò spiegherebbe l'omissione di 'via', poiché già nel nome ci sarebbe l'attributo di ''callis''. Per altri ancora, ma con poca credibilità, Calimala deriverebbe da altre lingue, come il greco (''Kalòs màllos'', cioè bella lana con riferimento alle contrattazione dell'[[Arte dei Mercatanti]], o ancora da ''[[:wikt:καλημέρα|Kalimèra]]'', cioè "buongiorno") o addirittura l'arabo ''Kali'' che significherebbe "spirito", lo spirito con cui venivano trattate le lane e le altre merci<ref>Bargellini-Guarnieri 1977</ref>. Il Bigazzi nelle ''Iscrizioni e memorie di Firenze'' lascia prudentemente al lettore la scelta tra una delle etimologie possibili, sia essa legata al latino ''malus'', che porterebbe al malaffare o al [[meretricio]], o al greco, che porterebbe a una forma di saluto. Sicuramente oggi prevale ll'interpretazione che vuole il termine derivare da Calle Maia, "strada grande".
{{dx|[[File:Giuseppe baccani, Tabernacolo in Via Malborghetto ora Via del Fuoco, 1890s.jpg|thumb|Il tabernacolo del Fuoco, già in angolo tra via Malboghetto e Calimala]]}}▼
È certa l'importanza della via nella città antica, identificandosi con il [[cardo massimo]] della città romana, che andava a incrociare il decumano in prossimità del luogo dove è la [[colonna dell'Abbondanza]], in [[piazza della Repubblica (Firenze)|piazza della Repubblica]]. Nel Medioevo mantenne la sua importanza, garantendo la comunicazione tra i due principali poli commerciali della città, il [[mercato Vecchio]] e il [[loggia del Mercato Nuovo|mercato Nuovo]]. Vi avevano sede la maggior parte delle botteghe dell'[[Arte dei Mercatanti]], nota appunto anche come Arte di Calimala, ossia la corporazione che importava e lavorava le materie prime come la lana grezza dall'[[Inghilterra]] e dalla [[Francia]], ma anche l'[[Arte della Lana]] aveva qui la [[palazzo dell'Arte della Lana|sede di rappresentanza]] e botteghe. Tra le famiglie che qui ebbero le loro case ci furono i [[Compiobbesi]], i [[Cavalcanti]], i Malatesti, i Siminetti, i Nobili, i Bostichi.
▲{{dx|[[File:Giuseppe baccani, Tabernacolo in Via Malborghetto ora Via del Fuoco, 1890s.jpg|thumb|Il tabernacolo del Fuoco, già in angolo tra via Malboghetto e Calimala]]}}
Più volte la via fu danneggiata da gravi incendi. Nel 1304 Neri degli [[Abati (famiglia)|Abati]], priore di [[San Pier Scheraggio]], appiccò fuoco per vendetta alle case dei suoi consorti tra [[Orsanmichele]] e Calimala: nel propagarsi delle fiamme andarono bruciate circa millenovecento tra case e bottghe. Un altro incendio nel 1601 fece gravi danni tra la [[piazza del Mercato Nuovo]] e la [[chiesa di Sant'Andrea (Firenze)|chiesa di Sant'Andrea]], lasciando illeso solo un piccolo tabernacolo della Madonna all'angolo con via Malborghetto: da allora la strada venne detta anhe via del Fuoco. I proprietari della casa su cui sorgeva il tabernacolo, i Del Rosso da Signa, arricchirono l'immagine votiva di una cornice con un'iscrizione che ricordava l'evento<ref>Il tabernacolo, la cornice e l'iscrizione andarono completamente perduti durante il "Risanamento", tranne uno stemma della famiglia che, pur in pessime condizioni, si trova nei depositi comunali. Il tabernacolo è visibile in una foto Baccani.</ref>.
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