Leonhard von Möllendorff: differenze tra le versioni

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Alle 10.30, nella mensa degli ufficiali, fece una colazione tardiva con Stauffenberg e altri ufficiali (il capitano Heinz Pieper, gli ufficiali medici Wilhelm Tobias Wagner ed Erich Walker, e il tenente generale [[Henning von Thadden]]), fino a quando il colonnello non venne chiamato per un colloquio programmato con il generale [[Walther Buhle]]. Alle 12.44, due minuti dopo lo scoppio della bomba, con la scusa di aver ricevuto il permesso del comandante, Stauffenberg gli telefonò nel suo ufficio per convincere il sottufficiale di guardia, il [[Feldwebel|sergente]] Kolbe della [[Führer-Begleit-Division]], a lasciarlo passare al [[Posto di blocco|posto di controllo]] esterno e a recarsi all'aeroporto. Poiché non sapeva ancora nulla della causa dell'allarme generale e soprattutto conosceva bene Stauffenberg, in assenza del comandante, che si trovava sul luogo dell'esplosione, autorizzò il passaggio del colonnello e del suo aiutante [[Werner von Haeften]].<ref name=kershaw/><ref>Peter Hoffmann, ''Tedeschi contro il nazismo'', il Mulino, 1994, p. 161.</ref>
 
Dopo il tentativo di assassinio di [[Adolf Hitler]], avanzò ingiustificate accuse, secondo cui aveva fallito come ufficiale di guardia nel circuito di blocco I del [[Führerhauptquartiere]], ma il maggiore [[Otto Ernst Remer]], che aveva arrestato i principali congiurati la notte stessa, conservò sempre un ricordo speciale per questo valoroso e comprovato ufficiale.<ref name=remer>Ralph Tegethoff, ''Generalmajor Otto Ernst Remer: Kommandeur der Führer-Begleit-Division'', 2002, p. 228.</ref> AlcuniSebbene storiciimprobabile<ref ritengononame=kershaw>, tuttavia,alcuni storici ritengono che fosse anche lui un membro della cospirazione.<ref>John Williams Davis, ''Failure of a Putsch, Berlin, July 20, 1944'', 1958, p. 36.</ref><ref>Robert F. Hopwood, ''Germany: People and Politics, 1750-1945: A Selection of Articles from History Today'', 1968, p. 131.</ref><ref>Peter Quennell, ''History Today'', 1953, p. 9.</ref><ref>Anthony Cave Brown, ''Bodyguard of Lies'', volume 10, 1975, p. 750.</ref>
 
=== La carriera militare ===