Crisi del III secolo: differenze tra le versioni
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Durante tale crisi si manifestarono simultaneamente situazioni estremamente problematiche su diversi fronti: dall'aumento della pressione nemica sui confini (con le [[invasioni barbariche del III secolo]]), spesso accompagnata da [[Indipendentismo|secessioni]] (come nel caso dell'[[Impero delle Gallie]] e del [[Regno di Palmira]]) e disordini interni (il che comporterà riforme strutturali della tradizionale unità militare romana, la [[legione romana|legione]]), la crisi del tradizionale [[economia dell'Impero romano|sistema economico]] e, soprattutto, una grave instabilità politica (la cosiddetta "[[anarchia militare]]").
La causa principale della crisi può essere ricercata nella fine dell'idea di impero tipica delle dinastie [[dinastia giulio-claudia|giulio-
Nel III secolo, però, tutte le energie dello Stato venivano spese non per ampliare, ma per difendere i confini dalle invasioni barbariche. Con l'esaurirsi della spinta espansiva delle conquiste, il peso economico e l'energia politica delle legioni finirono dunque per riversarsi all'interno dell'Impero invece che all'esterno, con il risultato che l'esercito, che era stato il fattore principale della potenza economica, finì per diventare un peso sempre più schiacciante, mentre la sua prepotenza politica diventava una fonte permanente di anarchia. La cosa più sorprendente di questa gravissima crisi è che l'Impero sia riuscito a superarla.
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