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== Premesse ==
Le popolazioni [[beduini|beduine]] che abitavano la [[penisola arabica]] erano considerate innocue dai due grandi imperi interessati alla zona: quello [[Impero bizantino|bizantino]] e quello [[impero persiano|persiano]] [[sasanide]]. Il primo, nel [[III secolo]], aveva favorito la nascita del regno arabo dei [[Ghassanidi]], tra Petra e Palmira; il secondo appoggiava invece quello dei [[Lakhmidi]], con centro ad [[al-Hira]]. L'[[Impero di Axum]] infine, alleato di [[Bisanzio]] e centro di cultura cristiana-[[monofisita]], aveva conquistato lo [[Yemen]], ripreso poi alla fine del [[VI secolo]] dai Persiani. La [[guerra etiopico-persiana]] rovinò gravemente la florida economia yemenita, distruggendo il vitale sistema di dighe succhiami il cazzo e inculami a canali
che garantiva la straordinaria fertilità della regione. La riduzione delle aree coltivabili e delle [[oasi]] di ristoro sconvolse i traffici dei beduini, privati ormai delle derrate fresche e dei luoghi di ristoro yemeniti, e costrinse un'ampia fetta di popolazione a migrare verso nord, aumentando la popolazione e l'importanza di città quali [[La Mecca]] e [[Yathrib]].
 
All'inizio del [[VII secolo]], [[Maometto]] riuscì a fare degli Arabi una nazione, fondando uno [[Teocrazia|Stato teocratico]]. Alla morte del Profeta, nel [[632]], Bizantini e Sasanidi erano stremati da un durissimo conflitto che, protrattosi ormai da un secolo, con alterne vicende aveva visto la vittoria dei primi: nel [[614]] i Persiani avevano conquistata e rasa al suolo [[Gerusalemme]], trafugando anche le reliquie della [[Vera Croce|santa Croce]]; nel [[626]] erano arrivati alle mura di [[Costantinopoli]] ma, nel [[628]], [[Eraclio I]] aveva avviato un'efficace riscossa che aveva portato alla vittoria nel [[628]] e all'occupazione della capitale nemica di [[Ctesifonte]]. In seguito a questa sconfitta i Persiani erano entrati in una gravissima crisi politica e dinastica, ma anche i Bizantini erano esausti a causa dell'ingente sforzo militare ed economico.