Utente:BlackPanther2013/Sandbox/rapaci: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
←Pagina sostituita con '== Cultura e mitologia == {{Immagine multipla | allinea = right | direzione = verticale | larghezza = 200 | titolo = | immagine1 = Jaguar warrior.jpg | didascalia1 = Un guerriero giaguaro azteco. | immagine2 = MocheJaguarLarcoMuseum.jpg | didascalia2 = Figurina moche risalente al 300 d.C. circa al Museo Larco di Lima (Perù). }} Nell'America precolombiana il giaguaro era un simbolo...' Etichetta: Sostituito |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{Tassobox
|nome=Giaguaro
|statocons=NT
|statocons_versione=iucn3.1
|statocons_ref=<ref name=iucn>{{IUCN|summ=15953|autore=Quigley, H., Foster, R., Petracca, L., Payan, E., Salom, R. & Harmsen, B. 2017}}</ref>
|immagine=[[File:Standing jaguar.jpg|230px]]
|didascalia=
|dominio=[[Eukaryota]]
|regno=[[Animalia]]
|sottoregno=
|superdivisione=
|divisione=
|sottodivisione=
|superphylum=
|phylum=[[Chordata]]
|subphylum=
|infraphylum=
|microphylum=
|nanophylum=
|superclasse=
|classe=[[Mammalia]]
|sottoclasse=
|infraclasse=
|superordine=
|ordine=[[Carnivora]]
|sottordine=[[Feliformia]]
|infraordine=
|superfamiglia=
|famiglia=[[Felidae]]
|sottofamiglia=[[Pantherinae]]
|tribù=
|sottotribù=
|genere=[[Panthera]]
|genereautore=
|sottogenere=
|specie='''P. onca'''
|sottospecie=
|biautore=([[Linneo|Linnaeus]]
|binome=Panthera onca
|bidata=[[1758]])
|triautore=
|trinome=
|tridata=
|sinonimi=''Felis onca''<br/>{{zoo|Linnaeus|1758}}
|nomicomuni=
|suddivisione=[[Areale]]
|suddivisione_testo=[[File:Panthera onca distribution.svg|230px]]<br/>{{legenda|red|areale attuale}}{{legenda|pink|areale storico}}
}}
Il '''giaguaro''' ('''''Panthera onca''''') è una grossa [[specie]] di [[Felidae|felino]], unico rappresentante [[Neontologia|vivente]] del [[Genere (tassonomia)|genere]] ''[[Panthera]]'' originario delle [[America|Americhe]]. Con una lunghezza (coda esclusa) che può raggiungere i 185 cm e un peso che può raggiungere i 158 kg, è il più grande felino delle Americhe e il terzo più grande del mondo. Il suo manto caratteristico presenta una colorazione di fondo dal giallo pallido al marroncino ricoperta da macchie che si dispongono a formare rosette sui fianchi, sebbene alcuni esemplari [[Melanismo|melanici]] presentino un manto interamente nero. Il potente morso del giaguaro gli consente di perforare il [[Guscio di tartaruga|carapace]] di [[Testudines|tartarughe]] e [[Testudinidae|testuggini]] e di utilizzare un insolito modo per uccidere le [[Predazione|prede]], mordendo direttamente il cranio dei [[Mammalia|mammiferi]] tra le orecchie per sferrare un colpo fatale al cervello.
Gli antenati del moderno giaguaro probabilmente raggiunsero le Americhe dall'[[Eurasia]] durante il [[Pleistocene inferiore]] attraverso il [[Ponte continentale|ponte di terra]] che un tempo attraversava lo [[stretto di Bering]]. Attualmente, l'areale della specie si estende dagli [[Stati Uniti sud-occidentali|Stati Uniti sud-occidentali]] al [[Paraguay]] e all'[[Argentina]] settentrionale, attraverso il [[Messico]], gran parte dell'[[America centrale]] e la [[Amazzonia|foresta amazzonica]]. Abita una gran varietà di terreni forestali e aperti, ma predilige [[habitat]] costituiti da [[Foresta pluviale tropicale|foreste pluviali di latifoglie tropicali e subtropicali]], [[Zona umida|zone umide]] e aree boschive. È un eccellente nuotatore ed è per lo più un [[superpredatore]] solitario e opportunista che tende imboscate alle prede. Si tratta di una [[specie chiave]], che svolge un ruolo importante nella stabilizzazione degli [[Ecosistema|ecosistemi]] e nella regolazione delle popolazioni di prede.
Il giaguaro è minacciato dalla [[Distruzione dell'habitat|distruzione]] e dalla [[Frammentazione ambientale|frammentazione dell'habitat]], dal [[bracconaggio]] per il commercio illegale di alcune parti del corpo e dalle uccisioni in situazioni di conflitto tra uomini e fauna selvatica, soprattutto ad opera degli [[Ranch|allevatori]] dell'America centrale e [[America meridionale|meridionale]]. Figura tra le «[[Specie prossima alla minaccia|specie prossime alla minaccia]]» (''Near Threatened'') sulla [[Lista rossa IUCN|lista rossa della IUCN]] dal 2002. Si ritiene che la popolazione sia diminuita a partire dalla fine degli anni '90. Gli studiosi hanno individuato 51 aree prioritarie per la conservazione della specie (indicate come JCU, Jaguar Conservation Units): queste, dislocate in 36 distinte regioni geografiche che vanno dal Messico all'Argentina, sono vaste aree in cui vivono almeno 50 esemplari in età riproduttiva.
Il giaguaro ebbe un posto di rilievo nella mitologia delle [[Nativi americani|popolazioni indigene delle Americhe]], comprese le civiltà [[Aztechi|azteche]] e [[maya]].
== Etimologia ==
Probabilmente la parola «giaguaro» deriva del termine [[Lingue tupi-guaraní|tupi-guaraní]] ''yaguara'', che significa «bestia selvatica che abbatte la preda con un balzo».<ref name=Guggisberg1975>{{cita libro | autore=C. A. W. Guggisberg | titolo=Wild Cats of the World | anno=1975 | editore=Taplinger Publishing | città=New York | isbn=978-0-8008-8324-9 | capitolo=Jaguar ''Panthera onca'' (Linnaeus, 1758) | pp=247-265}}</ref><ref name=Seymour/> I popoli indigeni della Guyana lo chiamano ''jaguareté''.<ref>{{cita libro | autore=[[Jean-Baptiste Labat|J. B. Labat]] | anno=1731 | capitolo=Once, espèce de Tigre | titolo=Voyage du chevalier Des Marchais en Guinée, isles voisines, et à Cayenne, fait en 1725, 1726 & 1727 | città=Amsterdam | editore=La Compagnie | volume=III | p=285 | url=https://books.google.com/books?id=dfdWAAAAcAAJ&pg=RA6-PA5 | accesso=13 agosto 2020 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021340/https://books.google.com/books?id=dfdWAAAAcAAJ&pg=RA6-PA5 | urlmorto=no}}</ref> L'appellativo specifico ''onca'' deriva dalla parola portoghese ''onça'', che indicava un felino maculato del Brasile non meglio identificato di dimensioni superiori a quelle di una [[Lynx (zoologia)|lince]] (cfr. l'epiteto specifico ''uncia'' del [[Panthera uncia|leopardo delle nevi]].<ref>{{cita libro | autore=[[John Ray|J. Ray]] | anno=1693 | capitolo=Pardus an Lynx brasiliensis, ''Jaguara'' | titolo=Synopsis Methodica Animalium Quadrupedum et Serpentini Generis. Vulgarium Notas Characteristicas, Rariorum Descriptiones integras exhibens | editore=S. Smith & B. Walford | città=Londra | url=https://archive.org/details/synopsismethodic00rayj/page/168/mode/1up | p=168}}</ref> ''Panthera'', invece, è la forma [[Lingua latina|latinizzata]] del [[Lingua greca antica|greco antico]] ''pánthēr'' (πάνθηρ).<ref>{{cita libro | autore=H. G. Liddell e R. Scott | anno=1940 | capitolo=el:πάνθηρ | titolo=A Greek-English Lexicon | edizione=aggiornata | città=Oxford | editore=Clarendon Press | url=https://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%2377441 | accesso=20 febbraio 2021 | urlarchivio =https://web.archive.org/web/20080411203109/http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%2377441 | urlmorto=no}}</ref>
Nel 1758 Carlo Linneo descrisse il giaguaro nella sua opera Systema Naturae e gli diede il nome scientifico Felis onca. Nel XIX e XX secolo, diversi esemplari di tipo giaguaro hanno costituito la base per le descrizioni delle sottospecie. Nel 1939, Reginald Innes Pocock riconobbe otto sottospecie in base alle origini geografiche e alla morfologia del cranio di questi esemplari. Pocock non aveva accesso a esemplari zoologici sufficienti per valutare criticamente il loro stato sottospecifico, ma espresse dubbi sullo stato di diversi. Un successivo esame del suo lavoro suggerì che si dovessero riconoscere solo tre sottospecie. La descrizione di P. o. palustris era basato su un teschio fossile.
== Tassonomia ed evoluzione ==
=== Tassonomia ===
Nel 1758 [[Linneo|Carlo Linneo]] descrisse il giaguaro nella sua opera ''[[Systema Naturae]]'' e gli diede il [[Nomenclatura binomiale|nome scientifico]] ''Felis onca''.<ref name=Linn1758>{{cita libro | autore=C. Linnaeus | anno=1758 | capitolo=''Felis onca'' | titolo=Systema naturæ per regna tria naturæ, secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis | edizione=10 | lingua=la | città=Holmiae | editore=Laurentius Salvius | volume=1 | p=42 | url=https://archive.org/stream/mobot31753000798865#page/41/mode/2up}}</ref> Tra il XIX e il XX secolo, vari [[Tipo nomenclaturale|esemplari tipo]] sono serviti da base per la descrizione di un certo numero di [[sottospecie]].<ref name=MSW3>{{MSW3|id=14000240}}</ref> Nel 1939 [[Reginald Innes Pocock]] ne riconobbe otto in base all'origine geografica e alla [[Morfologia (biologia)|morfologia]] del cranio.<ref name=Pocock1939>{{cita pubblicazione | autore=R. I. Pocock | anno=1939 | titolo=The races of jaguar (''Panthera onca'') | rivista=Novitates Zoologicae | volume=41 | pp=406-422 | url=https://archive.org/details/cbarchive_123320_theracesofjaguarpantheraonca9999}}</ref> Pocock non aveva accesso a esemplari zoologici sufficienti per valutare seriamente la validità del loro stato di sottospecie, ma espresse ugualmente dubbi riguardo alcune di esse. Un successivo riesame del suo lavoro suggerì che si dovessero riconoscere come tali solo tre sottospecie: la descrizione di ''P. o. palustris'', ad esempio, si basava sull'esame di un cranio [[fossile]].<ref name=Seymour>{{cita pubblicazione | autore=K. L. Seymour | anno=1989 | titolo=''Panthera onca'' | rivista=Mammalian Species | numero=340 | pp=1-9 | url=http://www.science.smith.edu/departments/Biology/VHAYSSEN/msi/pdf/i0076-3519-340-01-0001.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100620231016/http://www.science.smith.edu/departments/Biology/VHAYSSEN/msi/pdf/i0076-3519-340-01-0001.pdf | doi=10.2307/3504096 | jstor=3504096}}</ref>
Nel 2005 venivano ancora considerati taxa validi nove sottospecie, elencate qui sotto con il corrispondente olotipo:<ref name=MSW3/>
* ''P. o. onca'' {{zoo|Linnaeus|1758}}, un esemplare proveniente dal Brasile;<ref name=Linn1758/>
* ''P. o. peruviana'' {{zoo|[[Henri Marie Ducrotay de Blainville|de Blainville]]|1843}}, un cranio proveniente dal Perù;<ref>{{cita libro | autore=H. M. D. de Blainville | anno=1843 | capitolo=''F. leo nubicus'' | titolo=Ostéographie ou description iconographique comparée du squelette et du système dentaire des mammifères récents et fossils pour servir de base à la zoologie et la géologie | lingua=fr | città=Parigi | editore=J. B. Baillière et Fils | volume=2 | url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k6538959f/f171.item | accesso=13 agosto 2020 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021313/https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k6538959f/f171.item | urlmorto=no}}</ref>
* ''P. o. hernandesii'' {{zoo|[[John Edward Gray|J. E. Gray]]|1857}}, un esemplare proveniente da [[Mazatlán]], in Messico;<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. E. Gray | anno=1857 | titolo=Notice of a new species of jaguar from Mazatlan, living in the gardens of the Zoological Society | rivista=Proceedings of the Zoological Society of London | volume=25 | p=278 | url=https://archive.org/details/lietuvostsrmoksl56liet/page/278/mode/2up}}</ref>
* ''P. o. palustris'' {{zoo|[[Florentino Ameghino|Ameghino]]|1888}}, una [[mandibola]] [[fossile]] rinvenuta nelle [[Sierras Pampeanas]] del [[distretto di Córdova]], in Argentina;<ref>{{cita libro | autore=F. Ameghino | anno=1888 | capitolo=Formación Pampeana | titolo=Los Mamíferos fósiles de la República Argentina | lingua=es | città=Buenos Aires | editore=Pablo E. Coni é hijos | url=https://archive.org/details/mamferosfsil00ameg/page/476/mode/1up | pp=473-493}}</ref>
* ''P. o. centralis'' {{zoo|[[Edgar Alexander Mearns|Mearns]]|1901}}, il cranio di un maschio proveniente da [[Cantone di Talamanca|Talamanca]], in Costa Rica;<ref name=Mearns>{{cita pubblicazione | autore=E. A. Mearns | anno=1901 | titolo=The American Jaguars | rivista=Proceedings of the Biological Society of Washington | volume=14 | pp=137-143 | url=https://archive.org/details/3908800952802714biolrich/page/138/mode/2up}}</ref>
* ''P. o. goldmani'' {{zoo|Mearns|1901}}, una pelle proveniente da Yohatlan nello stato di [[Campeche]], in Messico;<ref name=Mearns/>
* ''P. o. paraguensis'' {{zoo|[[Ned Hollister|Hollister]]|1914}}, il cranio di un maschio proveniente dal Paraguay;<ref>{{cita pubblicazione | autore=N. Hollister | anno=1915 | titolo=Two new South American jaguars | rivista=Proceedings of the United States National Museum | volume=48 | numero=2069 | pp=169-170 | url=https://archive.org/details/proceedingsofuni481915unit/page/168/mode/2up | doi=10.5479/si.00963801.48-2069.169}}</ref>
* ''P. o. arizonensis'' {{zoo|[[Edward Alphonso Goldman|Goldman]]|1932}}, la pelle e il cranio di un maschio proveniente dalle vicinanze di [[Cibecue]], in Arizona;<ref name=Goldman1932>{{cita pubblicazione | autore=E. A. Goldman | anno=1932 | titolo=The jaguars of North America | rivista=Proceedings of the Biological Society of Washington | volume=45 | pp=143-146 | url=https://archive.org/details/proceedingsofbi451932biol/page/142/mode/2up}}</ref>
* ''P. o. veraecruscis'' {{zoo|[[Edward William Nelson|Nelson]] e Goldman|1933}}, il cranio di un maschio proveniente da [[San Andrés Tuxtla]], in Messico.<ref>{{cita pubblicazione | autore=E. W. Nelson e E. A. Goldman | anno=1933 | titolo=Revision of the jaguars | rivista=Journal of Mammalogy | volume=14 | numero=3 | pp=221-240 | doi=10.2307/1373821 | jstor=1373821}}</ref>
Reginald Innes Pocock inserì il giaguaro nel [[Genere (tassonomia)|genere]] ''Panthera'' e notò che esso condivideva diverse caratteristiche morfologiche con il leopardo (''[[Panthera pardus|P. pardus]]''). Lo zoologo, pertanto, giunse alla conclusione che le due specie dovevano essere strettamente imparentate.<ref name=Pocock1939/> Di recente, le ricerche sui dati [[Morfologia (biologia)|morfologici]] e [[Genetica|genetici]] hanno indicato che la specie presenta una [[variazione clinale]] nord-sud tra le popolazioni, ma non hanno riscontrato alcuna prova di differenziazione sottospecifica.<ref name=Eizirik/><ref name=Larson>{{cita pubblicazione | autore=S. E. Larson | anno=1997 | titolo=Taxonomic re-evaluation of the jaguar | rivista=Zoo Biology | volume=16 | numero=2 | pp=107-120 | doi=10.1002/(SICI)1098-2361(1997)16:2<107::AID-ZOO2>3.0.CO;2-E}}</ref> Le analisi del [[DNA]] di 84 esemplari di giaguaro provenienti dall'America meridionale ha rivelato che in passato il [[flusso genico]] tra le popolazioni della [[Colombia]] era molto elevato.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Ruiz-Garcia, E. Payan, A. Murillo e D. Alvarez | anno=2006 | titolo=DNA microsatellite characterization of the jaguar (''Panthera onca'') in Colombia | rivista=Genes & Genetic Systems | volume=81 | numero=2 | pp=115-127 | url=https://www.jstage.jst.go.jp/article/ggs/81/2/81_2_115/_pdf | doi=10.1266/ggs.81.115 | pmid=16755135 | accesso=13 dicembre 2014 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141216093206/https://www.jstage.jst.go.jp/article/ggs/81/2/81_2_115/_pdf | urlmorto=no}}</ref> Dal 2017, il giaguaro è considerato un [[Monospecifico|taxon monotipico]].<ref name="catsg">{{cita pubblicazione | autore=A. C. Kitchener, C. Breitenmoser-Würsten, E. Eizirik, A. Gentry, L. Werdelin, A. Wilting, N. Yamaguchi, A. V. Abramov, P. Christiansen, C. Driscoll, J. W. Duckworth, W. Johnson, S.-J. Luo, E. Meijaard, P. O'Donoghue, J. Sanderson, K. Seymour, M. Bruford, C. Groves, M. Hoffmann, K. Nowell, Z. Timmons e S. Tobe | anno=2017 | titolo=A revised taxonomy of the Felidae: The final report of the Cat Classification Task Force of the IUCN Cat Specialist Group | rivista=Cat News | volume=Special Issue 11 | pp=70-71 | url=https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/32616/A_revised_Felidae_Taxonomy_CatNews.pdf?sequence=1&isAllowed=y#page=70 | accesso=13 maggio 2018 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180730142355/https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/32616/A_revised_Felidae_Taxonomy_CatNews.pdf?sequence=1&isAllowed=y#page=70 | urlmorto=no}}</ref>
=== Evoluzione ===
[[File:Panthera onca augusta.JPG|thumb|right|Cranio fossile di ''P. o. augusta''.]]
Gli studiosi ritengono che la linea evolutiva ''Panthera'' si sia separata geneticamente dal [[progenitore comune]] dei [[Felidae|Felidi]] in un periodo che varia, a seconda delle stime, tra 9,32 e 4,47 milioni di anni fa e 11,75 e 0,97 milioni di anni fa,<ref name="Johnson2006">{{cita pubblicazione | autore=W. E. Johnson, E. Eizirik, J. Pecon-Slattery, W. J. Murphy, A. Antunes, E. Teeling e S. J. O'Brien | titolo=The late miocene radiation of modern Felidae: A genetic assessment | rivista=[[Science]] | volume=311 | numero=5757 | pp=73-77 | anno=2006 | pmid=16400146 | doi=10.1126/science.1122277 | bibcode=2006Sci...311...73J | s2cid=41672825 | url=https://zenodo.org/record/1230866 | accesso=24 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201004075725/https://zenodo.org/record/1230866 | urlmorto=no}}</ref><ref name="Werdelin2010">{{cita libro | autore=L. Werdelin, N. Yamaguchi, W. E. Johnson e S. J. O'Brien | capitolo=Phylogeny and evolution of cats (Felidae) | anno=2010 | pp=59-82 | editore=Oxford University Press | città=Oxford, UK | isbn=978-0-19-923445-5 | url=https://www.researchgate.net/publication/266755142 | curatore=D. W. Macdonald e A. J. Loveridge | titolo=Biology and Conservation of Wild Felids | accesso=24 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180925141956/https://www.researchgate.net/publication/266755142 | urlmorto=no}}</ref><ref name=Li_al2016>{{cita pubblicazione | autore=G. Li, B. W. Davis, E. Eizirik e W. J. Murphy | anno=2016 | titolo=Phylogenomic evidence for ancient hybridization in the genomes of living cats (Felidae) | rivista=Genome Research | volume=26 | numero=1 | pp=1-11 | doi=10.1101/gr.186668.114 | pmid=26518481 | pmc=4691742}}</ref> e che il genere abbia avuto origine molto probabilmente nell'Asia centro-settentrionale.<ref name=Tseng2014>{{cita pubblicazione | autore=Z. J. Tseng, X. Wang, G. J. Slater, G. T. Takeuchi, Q. Li, J. Liu e G. Xie | anno=2014 | titolo=Himalayan fossils of the oldest known pantherine establish ancient origin of big cats | rivista=Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences | volume=281 | numero=1774 | p=20132686 | doi=10.1098/rspb.2013.2686 | pmid=24225466 | pmc=3843846}}</ref> Alcune analisi genetiche collocano il giaguaro come specie sorella del leone, dal quale si sarebbe separato tra 3,46 e 1,22 milioni di anni fa,<ref name=Johnson2006/><ref name="Werdelin2010"/> mentre altre ricerche collocano il leone più prossimo al leopardo.<ref name="davis2010">{{cita pubblicazione | autore=B. W. Davis, G. Li e W. J. Murphy | titolo=Supermatrix and species tree methods resolve phylogenetic relationships within the big cats, ''Panthera'' (Carnivora: Felidae) | rivista=Molecular Phylogenetics and Evolution | anno=2010 | volume=56 | numero=1 | pp=64-76 | doi=10.1016/j.ympev.2010.01.036 | pmid=20138224 | url=https://www.academia.edu/12157986}}</ref><ref name="mazak2011">{{cita pubblicazione | autore=J. H. Mazák, P. Christiansen, A. C. Kitchener e A. Goswami | titolo=Oldest known pantherine skull and evolution of the tiger | rivista=PLOS ONE | anno=2011 | volume=6 | numero=10 | pp=e25483 | doi=10.1371/journal.pone.0025483 | pmid=22016768 | pmc=3189913 | bibcode=2011PLoSO...625483M}}</ref>
Sembra che la linea evolutiva del giaguaro abbia avuto origine in Africa e che da qui si sia diffusa in Eurasia tra 1,95 e 1,77 milioni di anni fa. La specie attuale potrebbe discendere da ''[[Panthera gombaszoegensis]]'', che si pensa abbia raggiunto il continente americano attraverso la [[Beringia]], il ponte di terra che all'epoca collegava le due sponde dello [[stretto di Bering]].<ref name=Argant2011>{{cita pubblicazione | autore=A. Argant e J. Argant | titolo=The ''Panthera gombaszogensis'' story: the contribution of the Château Breccia (Saône-et-Loire, Burgundy, France) | rivista=Quaternaire | numero=Hors-serie 4 | anno=2011 | pp=247-269 | url=https://www.researchgate.net/publication/286036249 | accesso=24 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021307/https://www.researchgate.net/publication/286036249_The_Panthera_Gombaszogensis_story_The_contribution_of_the_chateau_breccia_Saone-Et-Loire_Burgundy_France | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Q. Jiangzuo e J. Liu | anno=2020 | titolo=First record of the Eurasian jaguar in southern Asia and a review of dental differences between pantherine cats | rivista=Journal of Quaternary Science | volume=35 | numero=6 | pp=817-830 | doi=10.1002/jqs.3222 | bibcode=2020JQS....35..817J | s2cid=219914902}}</ref> In America settentrionale sono stati rinvenuti fossili di giaguaro moderno risalenti a oltre {{M|850000}} anni fa.<ref name=Seymour/> I risultati dell'analisi del [[DNA mitocondriale]] di 37 giaguari indicano che le popolazioni attuali si siano evolute tra {{M|510000}} e {{M|280000}} anni fa nel nord dell'America meridionale e successivamente abbiano ricolonizzato l'America centrale e settentrionale dopo che la specie era scomparsa da queste zone durante il [[Pleistocene superiore]].<ref name=Eizirik>{{cita pubblicazione | autore=E. Eizirik, J. H. Kim, M. Menotti-Raymond, P. G. Crawshaw Jr., S. J. O'Brien e W. E. Johnson | anno=2001 | titolo=Phylogeography, population history and conservation genetics of jaguars (''Panthera onca'', Mammalia, Felidae) | rivista=Molecular Ecology | volume=10 | numero=1 | pp=65-79 | url=https://semanticscholar.org/paper/5bd14c9ccc8cc43ed15352fc86075b8d6b8cccee | doi=10.1046/j.1365-294X.2001.01144.x | pmid=11251788 | s2cid=3916428 | accesso=29 novembre 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021257/https://www.semanticscholar.org/paper/Phylogeography%2C-population-history-and-conservation-Eizirik-Kim/5bd14c9ccc8cc43ed15352fc86075b8d6b8cccee | urlmorto=no}}</ref>
Grazie ai ritrovamenti fossili sono note due sottospecie estinte di giaguaro, una nordamericana, ''P. o. augusta'', e una sudamericana, ''P. o. mesembrina''.<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Chahud e M. Okumura | anno=2020 | titolo=The presence of ''Panthera onca'' Linnaeus 1758 (Felidae) in the Pleistocene of the region of Lagoa Santa, State of Minas Gerais, Brazil | rivista=Historical Biology | volume=33 | numero=10 | pp=2496-2503 | doi=10.1080/08912963.2020.1808975 | s2cid=225408043}}</ref>
<div style="text-align:center">'''Relazioni [[Filogenesi|filogenetiche]] del giaguaro come risultano dalle analisi del'''</div>
{{colonne|auto}}
<div style="text-align:center">'''DNA nucleare:'''<ref name=Johnson2006/></div>
{{clade |label1=Felidae
|1={{clade |label2=Pantherinae
|1=Felinae [[File:Felis torquata - 1834 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam -(white background).jpg|70 px]]
|2={{clade |label1=''Panthera''
|1={{clade
|1={{clade
|1={{clade
|1=Leone (''[[Panthera leo|P. leo]]'') [[File:Felis leo - 1818-1842 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam -(White Background).jpg|70 px]]
|2='''Giaguaro''' [[File:Felis onca - 1818-1842 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70 px]]}}
|2=Leopardo (''[[Panthera pardus|P. pardus]]'') [[File:Felis pardus - 1818-1842 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70 px]]}}
|2={{clade
|1=Tigre (''[[Panthera tigris|P. tigris]]'') [[File:Stamp-russia2014-save-russian-cats-(tiger).png|70 px]]
|2=Leopardo delle nevi (''[[Panthera uncia|P. uncia]]'') [[File:Stamp-russia2014-save-russian-cats-(snow leopard).png|70 px]]}} }}
|2=''[[Neofelis]]'' [[File:Studienblatt Felis macroscelis Nebelparder (white background).jpg|70 px]]}} }} }}
{{colonne spezza}}
<div style="text-align:center">'''DNA mitocondriale:'''<ref name=Li_al2016/></div>
{{clade |label1=Felidae
|1={{clade |label2=Pantherinae
|1=Felinae [[File:Felis torquata - 1834 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam -(white background).jpg|70 px]]
|2={{clade |label1=''Panthera''
|1={{clade
|1={{clade
|1={{clade
|1={{clade|1=Leone [[File:Felis leo - 1818-1842 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam -(White Background).jpg|70 px]]|2=Leopardo [[File:Felis pardus - 1818-1842 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70 px]]}}
|2=Leopardo delle nevi [[File:Stamp-russia2014-save-russian-cats-(snow leopard).png|70 px]]}}
|2='''Giaguaro''' [[File:Felis onca - 1818-1842 - Print - Iconographia Zoologica - Special Collections University of Amsterdam - (white background).jpg|70 px]]}}
|2=Tigre [[File:Stamp-russia2014-save-russian-cats-(tiger).png|70 px]]}}
|2=''Neofelis'' [[File:Studienblatt Felis macroscelis Nebelparder (white background).jpg|70 px]]}} }} }}
{{colonne fine}}
== Descrizione ==
{{Immagine multipla
| allinea = right
| direzione = verticale
| larghezza = 200
| titolo =
| immagine1 = Description iconographique comparée du squelette et du système dentaire des mammifères récents et fossiles (Panthera onca skull).jpg
| didascalia1 = Il cranio di un giaguaro
| immagine2 = Cheetah, leopard & jaguar (ita).jpg
| didascalia2 = Confronto tra [[Acinonyx jubatus|ghepardo]], leopardo e giaguaro.
| immagine3 = Black Jaguar (Panthera_onca).JPG
| didascalia3 = Un giaguaro nero. Questi esemplari [[Melanismo|melanici]], come quelli di leopardo, sono noti come [[Pantera nera|pantere nere]].
}}
Il giaguaro è un felino dalla struttura compatta e muscolosa. È il più grande felino delle Americhe, nonché il terzo in assoluto: solo la tigre e il leone presentano dimensioni maggiori.<ref name=Seymour/><ref name="sizes">{{cita pubblicazione | autore=M. W. Hayward, J. F. Kamler, R. A. Montgomery e A. Newlove | anno=2016 | titolo=Prey Preferences of the Jaguar ''Panthera onca'' Reflect the Post-Pleistocene Demise of Large Prey | rivista=Frontiers in Ecology and Evolution | volume=3 | p=148 | doi=10.3389/fevo.2015.00148}}</ref><ref name="sizes22">{{cita pubblicazione | autore=M. K. Hope e S. L. Deem | anno=2006 | titolo=Retrospective Study of Morbidity and Mortality of Captive Jaguars (''Panthera onca'') in North America: 1982–2002 | rivista=Zoo Biology | volume=25 | numero=6 | pp=501-512 | url=https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/11687/Zoo%20Biology%2C%20Vol.%2025%2C%20Issue%206%20Retrospective%20Study%20of%20Morbidity%20and%20Mortality%20of%20Captive%20Jaguars....pdf?sequence=1&isAllowed=y | doi=10.1002/zoo.20112 | accesso=12 settembre 2018 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180909000241/https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/11687/Zoo%20Biology%2C%20Vol.%2025%2C%20Issue%206%20Retrospective%20Study%20of%20Morbidity%20and%20Mortality%20of%20Captive%20Jaguars....pdf?sequence=1&isAllowed=y | urlmorto=no}}</ref> Misura 68-75 cm di altezza al garrese,<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. S. Rich | anno=1976 | titolo=The jaguar | rivista=Zoonoz | volume=49 | numero=9 | pp=14-17}}</ref> ma il peso e le dimensioni variano considerevolmente: anche se la maggior parte degli esemplari rientra nel range compreso tra 56 e 96 kg, sono stati documentati maschi di dimensioni eccezionali che raggiungevano i 158 kg.<ref name=r10/><ref name="Animal">{{cita libro | autore=D. Burnie e D. E. Wilson | anno=2001 | titolo=Animal: The Definitive Visual Guide to the World's Wildlife | città=New York City | editore=[[Dorling Kindersley]] | isbn=978-0-7894-7764-4}}</ref> D'altro canto, le femmine più piccole pesano circa 36 kg. Il [[dimorfismo sessuale]] è evidente: le femmine sono del 10-20% più piccole dei maschi. La lunghezza dal naso alla base della coda varia tra 112 e 185 cm. La coda misura 45-75 cm ed è la più corta tra quelle di tutti i [[grandi felini]].<ref name=r10>{{cita libro | autore=R. M. Nowak, | anno=1999 | titolo=Walker's Mammals of the World | editore=[[Johns Hopkins University Press]] | città=Baltimora | volume=2 | p=831 | url=https://books.google.it/books?id=T37sFCl43E8C&pg=PAPA831&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false | isbn=978-0-8018-5789-8}}</ref> Le zampe, molto muscolose, sono più corte di quelle delle altre specie del genere ''Panthera'' di dimensioni corporee simili.<ref name=Gonyea1976/>
Un'ulteriore variabilità delle dimensioni è stata riscontrata a seconda della regione e dell'habitat: esse, infatti, tendono ad aumentare procedendo da nord a sud. I giaguari della [[riserva della biosfera Chamela-Cuixmala]], sulla costa pacifica del Messico centrale, pesano circa 50 kg, più o meno quanto una femmina di puma (''[[Puma concolor]]'');<ref name=foodhabits>{{cita pubblicazione | autore=R. Nuanaez, B. Miller e F. Lindzey | anno=2000 | titolo=Food habits of jaguars and pumas in Jalisco, Mexico | rivista=Journal of Zoology | volume=252 | numero=3 | pp=373-379 | url=http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=58851 | doi=10.1111/j.1469-7998.2000.tb00632.x | accesso=8 settembre 2006 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160810211518/http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=58851 | urlmorto=no}}</ref> quelli del Venezuela e del [[Brasile]] sono molto più grandi, con un peso medio che si aggira sui 95 kg nei maschi e sui 56-78 kg nelle femmine.<ref name=Seymour/>
Il mantello varia dal giallo pallido al marroncino o al giallo-rossastro, con la parte inferiore biancastra e ricoperta da macchie nere. La forma delle macchie è variabile: sui fianchi sono raggruppate a formare rosette che recano all'interno all'interno uno o due punti. Le macchie sulla testa e sul collo sono generalmente semplici, così come quelle sulla coda, che possono fondersi a formare bande verso l'estremità e creare una punta nera. Quelle al centro del dorso sono allungate e spesso si uniscono a creare una striscia mediana, mentre quelle sull'addome sono piene e di forma irregolare.<ref name=Seymour/> Questa colorazione funge da [[camuffamento]] nelle aree caratterizzate da una fitta vegetazione e da un'ombreggiatura irregolare.<ref>{{cita pubblicazione | autore=W. L. Allen, I. C. Cuthill, N. E. Scott-Samuel e R. Baddeley | anno=2010 | titolo=Why the leopard got its spots: relating pattern development to ecology in felids | rivista=Proceedings of the Royal Society B | volume=278 | numero=1710 | pp=1373-1380 | doi=10.1098/rspb.2010.1734 | pmc=3061134 | pmid=20961899}}</ref> I giaguari che vivono nelle foreste sono spesso più scuri e notevolmente più piccoli di quelli che vivono negli ambienti aperti, probabilmente a causa del minor numero di grandi prede erbivore nelle aree forestali.<ref name=CAP>{{cita libro | autore=K. Nowell e P. Jackson | anno=1996 | capitolo=Jaguar, ''Panthera onca'' (Linnaeus, 1758) | titolo=Wild Cats. Status Survey and Conservation Action Plan | editore=IUCN/SSC Cat Specialist Group | ___location=Gland, Svizzera | url=http://carnivoractionplans1.free.fr/wildcats.pdf#page=143 | pp=118-122 | accesso=31 agosto 2006 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070807215533/http://carnivoractionplans1.free.fr/wildcats.pdf#page=143 | urlmorto=no}}</ref>
Il giaguaro somiglia molto al leopardo, ma ha generalmente una struttura più robusta, con zampe più tozze e una testa più squadrata. Inoltre, le rosette del mantello sono più grandi, più scure e meno numerose e dotate di linee più spesse con un unico piccolo punto nel mezzo.<ref name=Gonyea1976>{{cita pubblicazione | autore=W. J. Gonyea | anno=1976 | titolo=Adaptive differences in the body proportions of large felids | rivista=Acta Anatomica | volume=96 | numero=1 | pp=81-96 | doi=10.1159/000144663 | pmid=973541}}</ref> Possiede mascelle potenti, in grado di produrre il terzo morso più potente tra i felini, dopo la tigre e il leone.<ref name=Wroe2006>{{cita pubblicazione | autore=S. Wroe, C. McHenry e J. Thomason | anno=2006 | titolo=Bite club: comparative bite force in big biting mammals and the prediction of predatory behavior in fossil taxa | rivista=Proceedings of the Royal Society B | volume=272 | numero=1563 | pp=619-625 | doi=10.1098/rspb.2004.2986 | pmc=1564077 | pmid=15817436}}</ref> Sulla punta del [[canino]] si registra una forza media di 887,0 [[Newton (unità di misura)|newton]] e un quoziente di forza di 118,6.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. Christiansen | anno=2007 | titolo=Canine morphology in the larger Felidae: implications for feeding ecology | rivista=Biological Journal of the Linnean Society | volume=91 | numero=4 | pp=573-592 | doi=10.1111/j.1095-8312.2007.00819.x}}</ref> Un giaguaro di 100 kg può infliggere un morso dalla potenza di 4,939 kN in corrispondenza dei canini e di 6,922 kN dei [[carnassiali]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Hartstone-Rose, J. M. G. Perry e C. J. Morrow | anno=2012 | titolo=Bite Force Estimation and the Fiber Architecture of Felid Masticatory Muscles | rivista=The Anatomical Record: Advances in Integrative Anatomy and Evolutionary Biology | volume=295 | numero=8 | pp=1336-1351 | doi=10.1002/ar.22518 | pmid=22707481 | s2cid=35304260}}</ref>
=== Variazioni cromatiche ===
I giaguari [[Melanismo|melanici]] sono noti anche come [[Pantera nera|pantere nere]]. La [[Polimorfismo (biologia)|forma]] nera è meno comune di quella maculata.<ref>{{cita libro | autore=D. E. Brown e C. A. Lopez-Gonzalez | anno=2001 | titolo=Borderland jaguars: tigres de la frontera | editore=University of Utah Press | città=Salt Lake City, UT}}</ref> La loro presenza è stata documentata sia in America centrale che meridionale. Nel giaguaro il melanismo è dovuto a delezioni nel gene del recettore della melanocortina 1 e viene ereditato attraverso un [[Dominanza (genetica)|allele dominante]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=E. Eizirik, N. Yuhki, W. E. Johnson, M. Menotti-Raymond, S. S. Hannah e S. J. O'Brien | anno=2003 | titolo=Molecular Genetics and Evolution of Melanism in the Cat Family | rivista=Current Biology | volume=13 | numero=5 | pp=448-453 | doi=10.1016/S0960-9822(03)00128-3 | pmid=12620197 | s2cid=19021807}}</ref>
Nel 2004, una fototrappola sulle montagne della [[Sierra Madre Occidentale]] catturò le immagini del primo giaguaro nero documentato nel Messico settentrionale.<ref name=Dinets>{{cita pubblicazione | autore=V. Dinets e P. J. Polechla | anno=2005 | titolo=First documentation of melanism in the jaguar (''Panthera onca'') from northern Mexico | rivista=Cat News | volume=42 | p=18 | url=http://dinets.travel.ru/blackjaguar.htm | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060926024755/http://dinets.travel.ru/blackjaguar.htm}}</ref> Altri giaguari neri sono stati segnalati nella riserva biologica Alberto Manuel Brenes in Costa Rica, sulle montagne della [[Cordigliera di Talamanca]], nel [[parco nazionale Barbilla]] e nella parte orientale di [[Panama]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. C. Núñez e E. C. Jiménez | anno=2009 | titolo=A new record of a black jaguar, ''Panthera onca'' (Carnivora: Felidae) in Costa Rica | rivista=Brenesia | volume=71 | pp=67-68 | url=https://www.researchgate.net/publication/313473228 | accesso=12 aprile 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021258/https://www.researchgate.net/publication/313473228_New_record_of_a_black_jaguar_Panthera_onca_Carnivora_Felidae_in_Costa_Rica | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=M. S. Mooring, A. A. Eppert e R. T. Botts | anno=2020 | titolo=Natural Selection of Melanism in Costa Rican Jaguar and Oncilla: A Test of Gloger's Rule and the Temporal Segregation Hypothesis | rivista=Tropical Conservation Science | volume=13 | pp=1-15 | doi=10.1177/1940082920910364}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=C. Sáenz-Bolaños, V. Montalvo, T. K. Fuller e E. Carrillo | anno=2015 | titolo=Records of black jaguars at Parque Nacional Barbilla, Costa Rica | rivista=Cat News | numero=62 | pp=38-39}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Yacelga e K. Craighead | anno=2019 | titolo=Melanistic jaguars in Panama | rivista=Cat News | numero=70 | pp=39-41 | url=https://www.academia.edu/41977728 | accesso=17 aprile 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021257/https://www.academia.edu/41977728 | urlmorto=no}}</ref>
== Distribuzione e habitat ==
{{Immagine multipla
| allinea = right
| direzione = verticale
| larghezza = 200
| titolo =
| immagine1 = Jaguar (Panthera onca palustris) female Piquiri River.JPG
| didascalia1 = Una femmina sul Rio Piquirí, nel [[Mato Grosso]] (Brasile).
| immagine2 = Jaguar (Panthera onca) male back in the water (29173428825).jpg
| didascalia2 = Un maschio nel Rio São Lourenço.
}}
Nel XIX secolo, era ancora possibile avvistare il giaguaro lungo il [[North Platte]] in [[Colorado]] e sulle coste della [[Louisiana]].<ref name="Daggett">{{cita pubblicazione | autore=P. M. Daggett e D. R. Henning | anno=1974 | titolo=The Jaguar in North America | rivista=American Antiquity | volume=39 | numero=3 | pp=465-469 | doi=10.2307/279437 | jstor=279437 | s2cid=160927286}}</ref> Nel 1919 ne furono segnalati avvistamenti nella regione di [[Monterey]], in California.<ref>{{cita pubblicazione | autore=[[Clinton Hart Merriam|C. H. Merriam]] | anno=1919 | titolo=Is the Jaguar entitled to a place in the Californian fauna? | rivista=Journal of Mammalogy | volume=1 | numero=1 | pp=38-42 | doi=10.1093/jmammal/1.1.38 | url=https://academic.oup.com/jmammal/article-abstract/1/1/38/875846?redirectedFrom=fulltext | accesso=18 novembre 2018 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181118210048/https://academic.oup.com/jmammal/article-abstract/1/1/38/875846?redirectedFrom=fulltext | urlmorto=no}}</ref> Nel 1999, il suo areale storico agli inizi del XX secolo venne stimato in {{M|19000000}} di km², dagli Stati Uniti meridionali all'Argentina meridionale. Agli inizi del XXI secolo, l'areale si era ridotto a circa {{M|8750000}} di km²: la specie era divenuta piuttosto rara soprattutto negli Stati Uniti meridionali, nel Messico settentrionale, nel Brasile settentrionale e nell'Argentina meridionale.<ref name=Sanderson2002>{{cita pubblicazione | autore=E. W. Sanderson, K. H. Redford, C. L. B. Chetkiewicz, R. A. Medellin, [[Alan Rabinowitz|A. R. Rabinowitz]], J. G. Robinson e A. B. Taber | anno=2002 | titolo=Planning to save a species: the jaguar as a model | rivista=Conservation Biology | volume=16 | numero=1 | pp=58-72 | url=https://semanticscholar.org/paper/75d8d4f608e8e10f86dd0b1f2b35dce207decd76 | doi=10.1046/j.1523-1739.2002.00352.x | pmid=35701976 | s2cid=3955250 | accesso=29 novembre 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021309/https://www.semanticscholar.org/paper/Planning-to-Save-a-Species%3A-the-Jaguar-as-a-Model-Sanderson-Redford/75d8d4f608e8e10f86dd0b1f2b35dce207decd76 | urlmorto=no}}</ref> Attualmente il suo areale, esteso dal Messico all'America meridionale, comprende [[Belize]], [[Guatemala]], [[Honduras]], [[Nicaragua]], [[Costa Rica]] (dove è particolarmente diffuso nella [[penisola di Osa]]), [[Panama]], [[Colombia]], [[Venezuela]], [[Guyana]], [[Suriname]], [[Guyana francese]], [[Ecuador]], [[Perù]], [[Bolivia]], Brasile, [[Paraguay]] e [[Argentina]]. È considerato [[Estinzione locale|localmente estinto]] in [[El Salvador]] e [[Uruguay]].<ref name=iucn/>
Di tanto in tanto dei giaguari vengono avvistati in [[Arizona]], [[Nuovo Messico]] e [[Texas]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. E. Brown e C. A. L. González | anno=2000 | titolo=Notes on the occurrences of jaguars in Arizona and New Mexico | rivista=The Southwestern Naturalist | volume=45 | numero=4 | pp=537-542 | doi=10.2307/3672607 | jstor=3672607}}</ref><ref name=Pavlik>{{cita pubblicazione | autore=S. Pavlik | anno=2003 | titolo=Rohonas and spotted Lions: The historical and cultural occurrence of the Jaguar, ''Panthera onca'', among the native tribes of the American Southwest | rivista=Wíčazo Ša Review | volume=18 | numero=1 | pp=157-175 | doi=10.1353/wic.2003.0006 | jstor=1409436 | s2cid=161236104}}</ref> Tra il 2012 e il 2015, un maschio senza dimora fissa è stato segnalato in 23 diverse località delle [[Santa Rita Mountains]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Culver | anno=2016 | capitolo=Jaguar surveying and monitoring in the United States | editore=U.S. Geological Survey | città=Reston, VA | doi=10.3133/ofr20161095}}</ref>
Il giaguaro preferisce le foreste fitte e generalmente abita in [[Caducifoglio|foreste decidue]] secche, [[Foresta pluviale tropicale|foreste umide di latifoglie tropicali e subtropicali]], [[Foresta pluviale|foreste pluviali]] e [[Foresta nebulosa|foreste nebulose]], ma anche in [[Zona umida|zone umide]] aperte e allagate stagionalmente, [[Prateria|praterie]] aride e in passato, negli Stati Uniti, in foreste di querce. È stato segnalato fino a {{M|3800}} m di altitudine, ma evita le [[Piano montano#Popolamenti forestali|foreste montane]]. Predilige gli habitat fluviali e le [[Palude|paludi]] con una fitta copertura vegetale.<ref name=CAP/> Nella foresta maya di Messico e Guatemala, 11 esemplari muniti di collare GPS prediligevano gli ambienti fitti e indisturbati lontano dalle strade: le femmine evitavano anche le aree dove le attività umane erano ridotte al minimo, mentre i maschi sembravano tenere meno conto della densità della popolazione umana.<ref>{{cita pubblicazione | autore=F. Colchero, D. A. Conde, C. Manterola, C. Chávez, A. Rivera e G. Ceballos | anno=2011 | titolo=Jaguars on the move: modeling movement to mitigate fragmentation from road expansion in the Mayan Forest | rivista=Animal Conservation | volume=14 | numero=2 | pp=1-9 | doi=10.1111/J.1469-1795.2010.00406.X | s2cid=62820463 | url=https://www.demogr.mpg.de/publications/files/4097_1300970681_1_ArticlePdf.pdf | accesso=14 marzo 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210126211109/https://www.demogr.mpg.de/publications/files/4097_1300970681_1_ArticlePdf.pdf | urlmorto=no}}</ref> Un giovane maschio è stato avvistato anche presso uno specchio d'acqua in una regione [[Clima steppico|semiarida]], la [[Sierra de San Carlos]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Caso e E. F. Domínguez | anno=2018 | titolo=Confirmed presence of jaguar, ocelot and jaguarundi in the Sierra of San Carlos, Mexico | rivista=Cat News | numero=68 | pp=31-32}}</ref>
== Biologia ==
Il giaguaro è attivo principalmente di notte e durante il [[crepuscolo]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. Scognamillo, I. E. Maxit, M. Sunquist e J. Polisar | anno=2003 | titolo=Coexistence of jaguar (''Panthera onca'') and puma (''Puma concolor'') in a mosaic landscape in the Venezuelan llanos | rivista=Journal of Zoology | volume=259 | numero=3 | pp=269-279 | doi=10.1017/S0952836902003230}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=B. J. Harmsen, R. J. Foster, S. C. Silver, L. E. T. Ostro e C. P. Doncaster | anno=2009 | titolo=Spatial and temporal interactions of sympatric jaguars (''Panthera onca'') and pumas (''Puma concolor'') in a neotropical forest | rivista=Journal of Mammalogy | volume=90 | numero=3 | pp=612-620 | doi=10.1644/08-MAMM-A-140R.1}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=V. C. Foster, P. Sarmento, R. Sollmann, N. Tôrres, A. T. Jácomo, N. Negrões, C. Fonseca e L. Silveira | anno=2013 | titolo=Jaguar and Puma Activity Patterns and Predator-Prey Interactions in Four Brazilian Biomes | rivista=Biotropica | volume=45 | numero=3 | pp=373-379 | url=https://www.researchgate.net/publication/234153943 | doi=10.1111/btp.12021 | s2cid=86338173 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021315/https://www.researchgate.net/publication/234153943_Jaguar_and_Puma_Activity_Patterns_and_Predator-Prey_Interactions_in_Four_Brazilian_Biomes | urlmorto=no}}</ref> Tuttavia, gli esemplari che vivono nelle regioni densamente boscose della [[Amazzonia|foresta pluviale amazzonica]] e del [[Pantanal]] sono in gran parte attivi di giorno, mentre quelli della [[foresta atlantica]] sono attivi principalmente di notte.<ref name="Astate et al. 2008">{{cita pubblicazione | autore=S. R. Astete, R. Sollmann e L. Silveira | anno=2008 | titolo=Comparative ecology of jaguars in Brazil | rivista=Cat News | numero=numero speciale 4 | pp=9-14 | citeseerx=10.1.1.528.3603}}</ref> Lo schema delle attività del giaguaro coincide con quello delle sue principali specie di prede.<ref name="Harmsen et al. 2011">{{cita pubblicazione | autore=B. J. Harmsen, R. J. Foster, S. C. Silver, L. E. T. Ostro e C. P. Doncaster | anno=2011 | titolo=Jaguar and puma activity patterns in relation to their main prey | rivista=Mammalian Biology – Zeitschrift für Säugetierkunde | volume=76 | numero=3 | pp=320-324 | doi=10.1016/j.mambio.2010.08.007}}</ref> I giaguari sono buoni nuotatori e giocano e cacciano nell'acqua, forse più delle tigri. Alcuni esemplari sono stati visti spostarsi tra le isole e la costa. Sono anche bravi ad arrampicarsi sugli alberi, ma lo fanno meno spesso dei puma.<ref name=Seymour/>
=== Ecologia ===
[[File:Jaguar (Panthera onca palustris) male Three Brothers River 2.jpg|thumb|Un maschio nel Pantanal, in Brasile.]]
Il giaguaro adulto è un [[Superpredatore|predatore apicale]], una creatura al vertice della [[catena alimentare]] che non ha predatori in natura. Gli studiosi lo considerano una [[specie chiave]], poiché ritengono che tenga sotto controllo il livello di popolazione dei mammiferi [[Erbivoro|erbivori]] e [[Granivoro|granivori]], garantendo così l'integrità strutturale dei sistemi forestali.<ref name=foodhabits/><ref>{{cita pubblicazione | autore=S. Nijhawan | anno=2012 | titolo=Conservation units, priority areas and dispersal corridors for jaguars in Brazil | rivista=Cat News | numero=Special Issue | pp=43-47 | url=http://www.catsg.org/fileadmin/filesharing/5.Cat_News/5.3._Special_Issues/5.3.7._SI_7/Nijhawan_2012_Conservation_units_and_corrdors_for_jaguars_in_Brazil.pdf | accesso=17 agosto 2020 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021300/http://www.catsg.org/fileadmin/filesharing/5.Cat_News/5.3._Special_Issues/5.3.7._SI_7/Nijhawan_2012_Conservation_units_and_corrdors_for_jaguars_in_Brazil.pdf | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=L. S. Petracca, O. E. Ramírez-Bravo e L. Hernández-Santín | anno=2014 | titolo=Occupancy estimation of jaguar ''Panthera onca'' to assess the value of east-central Mexico as a jaguar corridor | rivista=Oryx | volume=48 | numero=1 | pp=133-140 | doi=10.1017/S0030605313000069 | s2cid=86460403}}</ref> Tuttavia, le ricerche sul campo hanno dimostrato che questa possa essere il frutto della semplice variabilità naturale e che un aumento del numero dei giaguari non possa essere sostenuto dalle popolazioni delle prede. Pertanto, l'ipotesi del giaguaro come [[Specie chiave#Predatori chiave|predatore chiave]] non è accettata da tutti gli studiosi.<ref name=r30>{{cita pubblicazione | autore=S. J. Wright, M. E. Gompper e B. DeLeon | anno=1994 | titolo=Are large predators keystone species in Neotropical forests? The evidence from Barro Colorado Island | rivista=Oikos | volume=71 | numero=2 | pp=279-294 | url=https://www.researchgate.net/publication/270356084 | doi=10.2307/3546277 | jstor=3546277 | accesso=18 giugno 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021300/https://www.researchgate.net/publication/270356084_Are_Large_Predators_Keystone_Species_in_Neotropical_Forests_The_Evidence_from_Barro_Colorado_Island | urlmorto=no}}</ref>
Il giaguaro [[Simpatria|condivide l'areale]] con il puma (''[[Puma concolor]]''). Nel Messico centrale, entrambi predano il cervo della Virginia (''[[Odocoileus virginianus]]''), dei quali costituisce rispettivamente il 54% e il 66% delle prede catturate.<ref name=foodhabits/> Nel Messico settentrionale, il giaguaro e il puma condividono lo stesso habitat e la loro dieta si sovrappone a seconda della disponibilità di prede: i giaguari sembrano preferire [[Cervidae|cervi]] e vitelli. In Messico e in America centrale, nessuno dei due felini è considerato il predatore dominante.<ref name="GGLG2017">{{cita pubblicazione | autore=C. E. Gutiérrez-González e C. A. López-González | anno=2017 | titolo=Jaguar interactions with pumas and prey at the northern edge of jaguars' range | rivista=[[PeerJ]] | volume=5 | numero=5 | p=e2886 | doi=10.7717/peerj.2886 | pmc=5248577 | pmid=28133569}}</ref> Nell'America meridionale, i giaguari sono più grossi dei puma e tendono a catturare prede più grandi, di solito superiori a 22 kg, mentre i puma di solito catturano prede dal peso compreso tra 2 e 22 kg, e forse è per questo motivo che hanno dimensioni più piccole.<ref name=r31>{{cita pubblicazione | autore=J. A. Iriarte, W. L. Franklin, W. E. Johnson e K. H. Redford | anno=1990 | titolo=Biogeographic variation of food habits and body size of the America puma | rivista=Oecologia | volume=85 | numero=2 | pp=185-190 | bibcode=1990Oecol..85..185I | doi=10.1007/BF00319400 | pmid=28312554 | s2cid=10134066}}</ref> Questa situazione può essere vantaggiosa per il puma: lo spettro di prede più ampio, nonché la sua capacità di catturare prede più piccole, può costituire un vantaggio nei confronti del giaguaro in quei paesaggi che sono stati alterati dall'uomo.<ref name=foodhabits/>
=== Alimentazione ===
[[File:Panthera onca at the Toronto Zoo 2.jpg|thumb|Il morso potente del giaguaro gli consente di avere la meglio sul rivestimento delle prede corazzate.]]
[[File:3 Jaguars killing a Caiman, Parque Estadual Encontro das Águas Thomas-Fuhrmann.jpg|thumb|Giaguari che sopraffanno uno [[Caiman yacare|jacaré]].]]
Il giaguaro è un [[carnivoro]] obbligato e dipende esclusivamente dalla carne per le sue esigenze nutritive. L'analisi dei dati ricavati da 53 studi diversi ha rivelato che le prede catturate variano da 1 a 130 kg di peso, pur prediligendo quelle del peso di 45-85 kg; le prede preferite sono il capibara (''[[Hydrochoerus hydrochaeris]]'') e il formichiere gigante (''[[Myrmecophaga tridactyla]]''). Quando sono disponibili, cattura il cervo delle paludi (''[[Blastocerus dichotomus]]''), il tamandua meridionale (''[[Tamandua tetradactyla]]''), il pecari dal collare (''[[Pecari tajacu|Dicotyles tajacu]]'') e l'aguti nero (''[[Dasyprocta fuliginosa]]'').<ref name="sizes"/> Nelle pianure alluvionali questi predatori opportunisti danno la caccia a rettili come [[Testudines|tartarughe]] e [[Alligatoridae|caimani]]. Il consumo di rettili sembra essere più frequente nei giaguari che in altri grandi felini.<ref name="reptile">{{cita pubblicazione | autore=E. Miranda, J. Menezes e M. L. Rheingantz | anno=2016 | titolo=Reptiles as principal prey? Adaptations for durophagy and prey selection by jaguar (''Panthera onca'') | rivista=Journal of Natural History | volume=50 | numero=31-32 | pp=2021-2035 | url=https://zenodo.org/record/3993366 | doi=10.1080/00222933.2016.1180717 | s2cid=89150920 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021309/https://zenodo.org/record/3993366 | urlmorto=no}}</ref> Gli esemplari apprtenenti ad una remota popolazione del Pananal brasiliano si nutrono quasi esclusivamente di rettili acquatici e pesci.<ref name="Eriksson2021">{{cita pubblicazione | autore=C. Eriksson ''et al.'' | anno=2021 | titolo=Extensive aquatic subsidies lead to territorial breakdown and high density of an apex predator | rivista=Ecology | volume=103 | numero=1 | p=e03543 | doi=10.1002/ecy.3543 | pmid=34841521 | s2cid=242197640}}</ref> Nelle zone dove le prede selvatiche sono scarse, il giaguaro preda anche i [[Bos taurus|bovini]] delle [[Ranch|fattorie]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=R. Amit, E. J. Gordillo-Chávez e R. Bone | anno=2013 | titolo=Jaguar and puma attacks on livestock in Costa Rica | rivista=Human-Wildlife Interactions | volume=7 | numero=1 | pp=77-84}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=M. M. Zarco-González, O. Monroy-Vilchis e J. Alaníz | anno=2013 | titolo=Spatial model of livestock predation by jaguar and puma in Mexico: conservation planning | rivista=Biological Conservation | volume=159 | pp=80-87 | doi=10.1016/j.biocon.2012.11.007}}</ref> È stato stimato che un esemplare in cattività del peso di 34 kg aveva un fabbisogno alimentare giornaliero di 1,4 kg di carne.<ref name=Emmons1987/>
Il potente morso del giaguaro gli consente di perforare il [[Guscio di tartaruga|carapace]] della tartaruga di fiume amazzonica dalle macchie gialle (''[[Podocnemis unifilis]]'') e della testuggine piedi gialli (''[[Chelonoidis denticulatus]]'').<ref name=Emmons1987>{{cita pubblicazione | autore=L. H. Emmons | anno=1987 | titolo=Comparative feeding ecology of fields in a neotropical rain forest | rivista=Behavioral Ecology and Sociobiology | volume=20 | numero=4 | pp=271-283 | url=https://www.researchgate.net/publication/225982805 | doi=10.1007/BF00292180 | s2cid=24990860 | accesso=13 aprile 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021300/https://www.researchgate.net/publication/225982805_Comparative_Feeding_Ecology_of_Felids_in_a_Neotropical_Rain-Forest | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=L. H. Emmons | anno=1989 | titolo=Jaguar predation on chelonians | rivista=Journal of Herpetology | volume=23 | numero=3 | pp=311-314 | doi=10.2307/1564460 | jstor=1564460}}</ref> La sua tecnica per uccidere la preda è alquanto insolita: afferra i mammiferi direttamente al [[cranio]], tra le orecchie, per sferrare un morso fatale al cervello.<ref name=rosa>{{cita libro | autore=C. L. de la Rosa e C. C. Nocke | anno=2000 | capitolo=Jaguar (''Panthera onca'') | titolo=A guide to the carnivores of Central America: natural history, ecology, and conservation | editore=[[University of Texas Press]] | url=https://books.google.com/books?id=x5ihAwAAQBAJ&pg=PT39 | pp=39-? | isbn=978-0-292-71604-9 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021333/https://books.google.com/books?id=x5ihAwAAQBAJ&pg=PT39 | urlmorto=no}}</ref> Uccide i capibara affondando i [[Canino|canini]] nelle [[Osso temporale|ossa temporali]] del cranio, frantumando l'[[arcata zigomatica]] e la [[mandibola]] fino a raggiungere il cervello, spesso attraverso le orecchie.<ref>{{cita pubblicazione | autore=[[George Schaller|G. B. Schaller]] e J. M. C. Vasconselos | anno=1978 | titolo=Jaguar predation on capybara | rivista=Zeitschrift für Säugetierkunde | volume=43 | pp=296-301 | url=https://www.zobodat.at/pdf/Zeitschrift-Saeugetierkunde_43_0296-0301.pdf | accesso=16 agosto 2020 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210625121230/https://www.zobodat.at/pdf/Zeitschrift-Saeugetierkunde_43_0296-0301.pdf | urlmorto=no}}</ref> È stato ipotizzato che il morso del giaguaro si sia sviluppato come adattamento per frantumare il capapace delle tartarughe; i rettili corazzati potrebbero aver costituito un'abbondante fonte alimentare per questa specie a seguito delle estinzioni del Pleistocene superiore.<ref name=Emmons1987/> Tuttavia, tale ipotesi non è stata unanimemente accettata, poiché anche nelle aree in cui i giaguari predano i rettili questi animali vengono catturati relativamente di rado rispetto ai mammiferi, nonostante la loro maggiore abbondanza.<ref name="reptile"/>
Tra l'ottobre 2001 e l'aprile 2004, vennero monitorati 10 giaguari nel Pantanal meridionale. Durante la stagione secca, da aprile a settembre, uccidevano le prede a intervalli che variavano da uno a sette giorni; tuttavia, l'intervallo saliva da uno a sedici giorni durante la stagione delle piogge, da ottobre a marzo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. M. C. Cavalcanti e E. M. Gese | anno=2010 | titolo=Kill rates and predation patterns of jaguars (''Panthera onca'') in the southern Pantanal, Brazil | rivista=Journal of Mammalogy | volume=91 | numero=3 | pp=722-736 | url=https://www.academia.edu/3122316 | doi=10.1644/09-MAMM-A-171.1 | accesso=8 marzo 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021307/https://www.academia.edu/3122316 | urlmorto=no}}</ref>
Il giaguaro cattura le sue prede tendendo loro delle imboscate, piuttosto che inseguendole. Il felino si sposta lentamente attraverso i sentieri della foresta e, non appena ode un rumore che indica la presenza di una possibile preda, si avvicina lentamente. Quando è il momento di attaccare, salta fuori allo scoperto, solitamente dal punto cieco della preda, con un rapido balzo; la sua capacità di tendere agguati è ritenuta quasi senza paragoni nel regno animale sia dagli indigeni che dai ricercatori sul campo ed è probabilmente la conseguenza del fatto di essere un predatore apicale in differenti tipi di habitat. Con questa tecnica può aggredire anche le prede in acqua, dal momento che il giaguaro è perfettamente in grado di trasportare grosse prede mentre nuota; la sua forza è tale che carcasse delle dimensioni di una giovenca possono essere trascinate su un albero per evitare che vengano trascinate via dalle inondazioni. Dopo aver ucciso la preda, il giaguaro trascina la carcassa in un boschetto o in un altro luogo appartato. Inizia a consumarla partendo dal collo e dal petto; dopo aver mangiato cuore e polmoni, prosegue con i muscoli della regione scapolare.<ref>{{cita libro | titolo=Guidelines for Captive Management of Jaguars | autore=W. K. Baker Jr. | pp=8-16 | curatore=C. Law | editore=Jaguar Species Survival Plan. [[Association of Zoos and Aquariums]] | url=http://www.jaguarssp.com/Animal%20Mgmt/JAGUAR%20GUIDELINES.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120113131137/http://www.jaguarssp.com/Animal%20Mgmt/JAGUAR%20GUIDELINES.pdf}}</ref>
=== Comportamento sociale ===
[[File:Jaguars (Panthera onca) after fight ...(Female left) (29070165892).jpg|thumb|Una femmina (a sinistra) e un maschio (a destra) sul Rio São Lourenço.]]
Il giaguaro, fatta eccezione per le femmine con i cuccioli, conduce generalmente un'esistenza solitaria. Nel 1977, tuttavia, due gruppi costituiti rispettivamente da un maschio e una femmina con i cuccioli e da due femmine e due maschi vennero avvistati più volte nel corso di uno studio nella valle del [[Paraguay (fiume)|Río Paraguay]]. In alcune aree, due maschi possono formare delle coalizioni e insieme mercano, difendono e invadono territori, cercano e si accoppiano con le stesse femmine e catturano e condividono la preda.<ref>{{cita pubblicazione | autore=W. Jędrzejewski, R. Hoogesteijn, A. L. Devlin ''et al.'' | anno=2022 | titolo=Collaborative behaviour and coalitions in male jaguars (''Panthera onca'')—evidence and comparison with other felids | rivista=Behavioral Ecology and Sociobiology | volume=76 | numero=9 | p=121 | doi=10.1007/s00265-022-03232-3 | s2cid=251713323}}</ref> Una femmina munita di radiocollare si spostava attraverso un [[home range]] di 25-38 km², che in parte si sovrapponeva a quello di un'altra femmina. L'home range del maschio nella stessa area di studio si sovrapponeva a quello di diverse femmine.<ref>{{cita pubblicazione | autore=G. B. Schaller e P. G. Crawshaw Jr. | anno=1980 | titolo=Movement Patterns of Jaguar | rivista=Biotropica | volume=12 | numero=3 | pp=161-168 | doi=10.2307/2387967 | jstor=2387967}}</ref>
Per [[Territorio (biologia)#Comportamento di marcatura|marcare]] il territorio il giaguaro utilizza graffi sul terreno o sui tronchi, urina e feci.<ref name=Rabinowitz>{{cita pubblicazione | autore=[[Alan Rabinowitz|A. R. Rabinowitz]] e B. G. Nottingham Jr. | anno=1986 | titolo=Ecology and behaviour of the Jaguar (''Panthera onca'') in Belize, Central America | rivista=Journal of Zoology | volume=210 | numero=1 | pp=149-159 | doi=10.1111/j.1469-7998.1986.tb03627.x}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=B. J. Harmsen, R. J. Foster, S. M. Gutierrez, S. Y. Marin e C. P. Doncaster | anno=2007 | titolo=Scrape-marking behavior of jaguars (''Panthera onca'') and pumas (''Puma concolor'') | rivista=Journal of Mammalogy | volume=91 | numero=5 | pp=1225-1234 | doi=10.1644/09-mamm-a-416.1}}</ref> Le dimensioni dell'home range dipendono dal livello di deforestazione e dalla densità della popolazione umana. Gli home range delle femmine variano dai 15,3 km² nel [[Pantanal]] ai 53,6 km² nell'Amazzonia, fino ai 233,5 km² nella [[foresta atlantica]]. Quelli dei maschi variano dai 25 km² nel Pantanal ai 180,3 km² nell'Amazzonia, fino ai 591,4 km² nella foresta atlantica e agli 807,4 km² nel [[Cerrado]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=R. G. Morato, J. A. Stabach, C. H. Fleming, J. M. Calabrese, R. C. De Paula, K. M. Ferraz, D. L. Kantek, S. S. Miyazaki, T. D. Pereira, G. R. Araujo e A. Paviolo | anno=2016 | titolo=Space use and movement of a neotropical top predator: the endangered Jaguar | rivista=PLOS ONE | volume=11 | numero=12 | p=e0168176 | doi=10.1371/journal.pone.0168176 | pmc=5193337 | pmid=28030568 | bibcode=2016PLoSO..1168176M}}</ref> Studi che hanno utilizzato la [[telemetria]] [[Sistema di posizionamento globale|GPS]] nel 2003 e nel 2004 hanno rilevato densità di appena 6-7 esemplari ogni 100 km² nella regione del Pantanal, un numero ben inferiore rispetto ai 10-11 previsti dai metodi di identificazione tradizionali; ciò suggerisce che i metodi di campionamento più ampiamente utilizzati possono gonfiare il numero effettivo di individui in un'area di studio.<ref name=soisalo/> I combattimenti tra maschi si verificano di rado e in natura si è osservato che i maschi cercano soprattutto di evitarsi a vicenda.<ref name=Rabinowitz/> In una popolazione che vive in una zona umida particolarmente degradata ai margini, dove la vicinanza sociale è maggiore, gli studiosi hanno visto che gli adulti dello stesso sesso sono più tolleranti tra loro e si impegnano in interazioni più amichevoli e cooperative.<ref name="Eriksson2021"/>
[[File:Jaguar saw.flac|thumb|Vocalizzi di un esemplare in cattività che gioca.]]
Per comunicare a breve distanza il giaguaro ruggisce o grugnisce;<ref name=Seymour/><ref name=Emmons1987/> in natura sono stati osservati intensi scambi di richiami tra due individui.<ref name=Emmons1987/> Questo tipo di vocalizzazione viene descritta come «rauca» ed è costituita da cinque o sei note gutturali.<ref name=Seymour/> Un suono simile alle fusa prodotto facendo vibrare la laringe viene prodotto quando due individui si salutano, durante il [[Corteggiamento#Etologia|corteggiamento]] o dalle madri per confortare i piccoli. Tale suono viene descritto come una serie di sbuffi a bassa intensità, forse emessi per segnalare tranquillità e passività.<ref name=":0">{{cita pubblicazione | autore=G. Peters e B. Tonin-Leyhausen | anno=1999 | titolo=Evolution of Acoustic Communication Signals of Mammals: Friendly Close-Range Vocalizations in Felidae (Carnivora) | rivista=Journal of Mammalian Evolution | volume=6 | numero=2 | pp=129-159 | doi=10.1023/A:1020620121416 | s2cid=25252052}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=C. Leuchtenberger, P. G. Crawshaw, G. Mourão e C. R. Lehn | anno=2009 | titolo=Courtship behavior by Jaguars in the Pantanal of Mato Grosso do Sul | rivista=Natureza & Conservação Revista Brasileira de Conservação da Natureza | volume=7 | numero=1 | pp=218-222 | url=https://www.researchgate.net/publication/263424625 | accesso=13 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021418/https://www.researchgate.net/publication/263424625_Courtship_behavior_by_Jaguars_in_the_Pantanal_of_Mato_Grosso_do_Sul | urlmorto=no}}</ref> I cuccioli sono stati visti emettere belati, gorgoglii e miagolii.<ref name=Seymour/>
=== Riproduzione e ciclo vitale ===
[[File:Jaguarpickingupcub08.jpg|thumb|Femmina di giaguaro con il piccolo.]]
In cattività la femmina di giaguaro raggiunge la [[maturità sessuale]] intorno a due anni e mezzo di età. L'[[Ciclo estrale|estro]] dura 7-15 giorni, con un [[Ciclo estrale|ciclo]] che varia da 41,8 a 52,6 giorni. Durante l'estro, mostra una maggiore irrequietezza ed emette prolungate vocalizzazioni dal tono ondulatorio.<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. E. Wildt, C. C. Platz, P. K. Chakraborty e S. W. J. Seager | anno=1979 | titolo=Oestrous and ovarian activity in a female jaguar (''Panthera onca'') | rivista=Reproduction | volume=56 | numero=2 | pp=555-558 | doi=10.1530/jrf.0.0560555 | pmid=383976}}</ref> Pur ovulando come conseguenza della copula, può anche ovulare spontaneamente.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. A. Barnes, J. A. Teare, S. Staaden, L. Metrione e L. M. Penfold | anno=2016 | titolo=Characterization and manipulation of reproductive cycles in the jaguar (''Panthera onca'') | rivista=General and Comparative Endocrinology | volume=225 | pp=95-103 | doi=10.1016/j.ygcen.2015.09.012 | pmid=26399935}}</ref> La gestazione dura tra 91 e 111 giorni.<ref>{{cita libro |autore=H. Hemmer | anno=1976 | capitolo=Gestation period and postnatal development in felids | titolo=The world's cats | curatore=R. L. Eaton | editore=Carnivore Research Institute, Univ. Washington | città=Seattle | volume=3. Contributions to Biology, Ecology, Behavior and Evolution | pp=143-165}}</ref> Il maschio raggiunge la maturità sessuale all'età di tre o quattro anni.<ref>{{cita libro | autore=E. Mondolfi e R. Hoogesteijn | anno=1986 | capitolo=Notes on the biology and status of the jaguar (''Panthera onca'') in Venezuela | titolo=Cats of the world: biology, conservation and management | curatore=S. D. Miller e D. D. Everett | editore=National Wildlife Federation | città=Washington | pp=85-123 | isbn=978-091218679-5}}</ref> Il suo volume medio di [[Eiaculazione|eiaculato]] è di 8,6±1,3 ml.<ref>{{cita pubblicazione | autore=R. G. Morato, M. A. B. Guimaraes, F. Ferriera, I. T. d. N. Verreschi e R. C. Barnabe | anno=1999 | titolo=Reproductive characteristics of captive male jaguars | rivista=Brazilian Journal of Veterinary Research and Animal Science | volume=36 | numero=5 | doi=10.1590/S1413-95961999000500008}}</ref> Ogni generazione di giaguaro ha una durata di 9,8 anni.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Pacifici, L. Santini, M. Di Marco, D. Baisero, L. Francucci, G. Grottolo Marasini, P. Visconti e C. Rondinini | anno=2013 | titolo=Generation length for mammals | rivista=Nature Conservation | volume=5 | numero=5 | pp=87-94 | doi=10.3897/natureconservation.5.5734}}</ref>
Nel Pantanal sono state osservate coppie riproduttive che rimanevano insieme fino a cinque giorni. Le femmine danno alla luce uno o due cuccioli.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. M. C. Cavalcanti e E. M. Gese | anno=2009 | titolo=Spatial ecology and social interactions of jaguars (''Panthera onca'') in the southern Pantanal, Brazil | rivista=Journal of Mammalogy | volume=90 | numero=4 | pp=935-945 | doi=10.1644/08-MAMM-A-188.1}}</ref> Questi nascono con gli occhi chiusi, che vengono aperti dopo due settimane. Vengono [[Svezzamento|svezzati]] all'età di tre mesi, ma restano nel riparo in cui sono nati per sei mesi prima di accompagnare la madre a caccia.<ref name=SWWL>{{cita pubblicazione | autore=J. Egerton | anno=2006 | titolo=Jaguars: Magnificence in the Southwest | rivista=Wild Tracks | url=http://www.southwestwildlife.org/pdf/Newsletter/Spring06.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110721144027/http://www.southwestwildlife.org/pdf/Newsletter/Spring06.pdf | accesso=6 dicembre 2009}}</ref> I giaguari rimangono con la madre fino all'età di due anni. Sembra che solo raramente vivano più di 11 anni, ma in cattività possono raggiungere anche i 22 anni.<ref name=Seymour/>
Nel 2001 un maschio di giaguaro uccise e divorò parzialmente due cuccioli nel [[Parco nazionale delle Ema|parco nazionale delle Emas]]. Il [[test di paternità]] dei campioni di sangue rivelò che l'esemplare era il padre dei cuccioli.<ref>{{cita pubblicazione | autore=T. N. Soares, M. P. Telles, L. V. Resende, L. Silveira, A. T. A. Jácomo, R. G. Morato, J. A. F. Diniz-Filho, E. Eizirik, R. P. Brondani e C. Brondani | anno=2006 | titolo=Paternity testing and behavioral ecology: A case study of jaguars (''Panthera onca'') in Emas National Park, Central Brazil | rivista=Genetics and Molecular Biology | volume=29 | numero=4 | pp=735-740 | url=https://www.scielo.br/pdf/gmb/v29n4/32128.pdf | doi=10.1590/S1415-47572006000400025 | accesso=27 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201027093753/https://www.scielo.br/pdf/gmb/v29n4/32128.pdf | urlmorto=no}}</ref> Altri due casi di infanticidio sono stati documentati nel Pantanal settentrionale nel 2013.<ref>{{cita pubblicazione | autore=F. R. Tortato, A. L. Devlin, R. Hoogesteijn, J. A. M. Júnior, J. L. Frair, P. G. Crawshaw, T. J. Izzo e H. B. Quigley | anno=2017 | titolo=Infanticide in a jaguar (''Panthera onca'') population – does the provision of livestock carcasses increase the risk? | rivista=Acta Ethologica | volume=20 | numero=1 | pp=69-73 | doi=10.1007/s10211-016-0241-4 | s2cid=34002056 | url=https://www.researchgate.net/publication/308940647 | accesso=27 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021302/https://www.researchgate.net/publication/308940647_Infanticide_in_a_jaguar_Panthera_onca_population-does_the_provision_of_livestock_carcasses_increase_the_risk | urlmorto=no}}</ref> Per impedire che i piccoli vengano aggrediti, le femmine possono nasconderli e distrarre i maschi simulando dei comportamenti di corteggiamento.<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. C. Stasiukynas, V. Boron, R. Hoogesteijn, J. Barragán, A. Martin, F. Tortato, S. Rincón e E. Payán | anno=2021 | titolo=Hide and flirt: observed behavior of female jaguars (''Panthera onca'') to protect their young cubs from adult males | rivista=Acta Ethologica | volume=25 | numero=3 | pp=179-183 | doi=10.1007/s10211-021-00384-9 | s2cid=239539707}}</ref>
=== Attacchi all'uomo ===
I [[conquistadores]] spagnoli temevano il giaguaro. Secondo quanto riporta [[Charles Darwin]], gli indigeni del Sudamerica sostenevano che non c'era motivo di temere il giaguaro fintanto che vi fosse abbondanza di capibara.<ref name="Porter1894">{{cita libro | autore=J. H. Porter | anno=1894 | capitolo=The Jaguar | titolo=Wild beasts; a study of the characters and habits of the elephant, lion, leopard, panther, jaguar, tiger, puma, wolf, and grizzly bear | editore=C. Scribner's sons | città=New York | url=https://archive.org/stream/wildbeastsstud00port#page/n197/mode/2up | pp=174-195}}</ref> La prima registrazione ufficiale dell'uccisione di un essere umano da parte di un giaguaro in Brasile risale al giugno 2008.<ref>{{cita pubblicazione | autore=R. de Paula, M. F. Campos Neto e R. G. Morato | anno=2008 | titolo=First Official Record of Human Killed by Jaguar in Brazil | rivista=Cat News | numero=49 | pp=31-32}}</ref> Più di recente due bambini sono stati aggrediti in Guyana.<ref name=r22>{{cita pubblicazione | autore=K. V. Iserson e A. M. Francis | anno=2015 | titolo=Jaguar Attack on a Child: Case Report and Literature Review | rivista=Western Journal of Emergency Medicine | volume=16 | numero=2 | pp=303-309 | doi=10.5811/westjem.2015.1.24043 | pmc=4380383 | pmid=25834674}}</ref> Ciononostante, il giaguaro è il responsabile del minor numero di uccisioni ai danni dell'uomo, e la maggior parte degli attacchi ha luogo quando l'animale è stato messo alle strette o ferito.<ref>{{cita libro | autore=J. Seidensticker e S. Lumpkin | anno=2016 | titolo=Cats in Question: The Smithsonian Answer Book | editore=Smithsonian Institution | città=Washington | url=https://books.google.com/books?id=09LwCwAAQBAJ&pg=PT303 | isbn=978-158834546-2}}</ref>
== Minacce ==
[[File:Colonel Roosevelt's first South American jaguar.jpg|thumb|[[Theodore Roosevelt]] con un giaguaro sudamericano appena ucciso.]]
Il giaguaro è minacciato dalla [[Distruzione dell'habitat|perdita]] e dalla [[Frammentazione ambientale|frammentazione]] dell'habitat e dalle uccisioni illegali, sia come rappresaglia per le aggressioni al bestiame che per il commercio illegale di parti del suo corpo. Figura come «[[specie prossima alla minaccia]]» sulla [[Lista rossa IUCN|lista rossa della IUCN]] dal 2002, in quanto la sua popolazione è probabilmente diminuita del 20-25% dalla metà degli anni '90. La [[Diboscamento|deforestazione]] costituisce una grave minaccia in tutto il suo areale. La perdita dell'habitat è stata più rapida nelle regioni più secche, come le [[pampa]]s argentine e le praterie aride del Messico e degli Stati Uniti sud-occidentali.<ref name=iucn/>
Nel 2002 venne stimato che l'areale del giaguaro si era ridotto a circa il 46% di quello che era all'inizio del XX secolo.<ref name=Sanderson2002/> Nel 2018 è stato stimato che l'areale fosse diminuito del 55% nell'ultimo secolo. L'unica roccaforte rimasta è la foresta pluviale amazzonica, una regione che si sta rapidamente frammentando a causa della deforestazione.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. A. De La Torre, J. F. González-Maya, H. Zarza, G. Ceballos e R. A. Medellín | anno=2018 | titolo=The jaguar's spots are darker than they appear: assessing the global conservation status of the jaguar ''Panthera onca'' | rivista=Oryx | volume=52 | numero=2 | pp=300-315 | doi=10.1017/S0030605316001046}}</ref> Tra il 2000 e il 2012 nell'areale del giaguaro sono andati distrutti {{M|83759}} km² di foresta, soprattutto nei corridoi tra le cosiddette Jaguar Conservation Units (JCU).<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. J. Olsoy, K. A. Zeller, J. A. Hicke, H. B. Quigley, A. R. Rabinowitz e D. H. Thornton | anno=2016 | titolo=Quantifying the effects of deforestation and fragmentation on a range-wide conservation plan for jaguars | rivista=Biological Conservation | volume=203 | pp=8-16 | url=https://www.researchgate.net/publication/307954092 | doi=10.1016/j.biocon.2016.08.037 | accesso=13 aprile 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021307/https://www.researchgate.net/publication/307954092_Quantifying_the_effects_of_deforestation_and_fragmentation_on_a_range-wide_conservation_plan_for_jaguars | urlmorto=no}}</ref> Dal 2014 i collegamenti diretti tra due JCU in Bolivia sono andati perduti e due JCU nel nord dell'Argentina sono rimaste completamente isolate a causa della deforestazione.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. J. Thompson e M. Velilla | anno=2017 | titolo=Modeling the effects of deforestation on the connectivity of jaguar ''Panthera onca'' populations at the southern extent of the species' range | rivista=Endangered Species Research | volume=34 | pp=109-121 | url=https://www.int-res.com/articles/esr2017/34/n034p109.pdf | doi=10.3354/esr00840 | accesso=2 marzo 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210308132647/https://www.int-res.com/articles/esr2017/34/n034p109.pdf | urlmorto=no}}</ref>
In Messico il giaguaro è minacciato soprattutto dal [[bracconaggio]]. I cambiamenti nell'utilizzo del terreno e la costruzione di strade e infrastrutture turistiche hanno inoltre portato alla frammentazione dell'habitat nel Messico settentrionale, lungo il [[golfo del Messico]] e nella [[penisola dello Yucatán]].<ref name=Ceballos2016>{{cita libro | autore=G. Ceballos, H. Zarza, C. Chávez e J. F. González-Maya | anno=2016 | capitolo=Ecology and Conservation of Jaguars in Mexico | titolo=Tropical conservation: Perspectives on local and global priorities | curatore=A. Aguirre e R. Sukumar | editore=Oxford University Press | url=https://www.researchgate.net/publication/307985045 | pp=273-289 | isbn=978-019976698-7 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021317/https://www.researchgate.net/publication/307985045_Ecology_and_conservation_of_jaguars_in_Mexico_state_of_knowledge_and_future_challenges | urlmorto=no}}</ref> A Panama, tra il 1998 e il 2014, 220 giaguari su 230 sono stati uccisi come rappresaglia per gli attacchi al bestiame.<ref>{{cita pubblicazione | autore=R. Moreno, N. Meyer, M. Olmos, R. Hoogesteijn e A. L. Hoogesteijn | anno=2015 | titolo=Causes of jaguar killing in Panama – a long term survey using interviews | rivista=Cat News | numero=62 | pp=40-42 | url=https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/29640/CN62_Moreno_et_al_2015.pdf | accesso=18 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211118072049/https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/29640/CN62_Moreno_et_al_2015.pdf | urlmorto=no}}</ref> Nel Venezuela il giaguaro è scomparso da circa il 26% del suo areale originario dal 1940, principalmente nelle [[Savana|savane]] aride e nelle boscaglie improduttive della regione nord-orientale di [[Anzoátegui]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=W. Jędrzejewski, E. O. Boede, M. Abarca, A. Sánchez-Mercado, J. R. Ferrer-Paris, M. Lampo, G. Velásquez, R. Carreño, Á. L. Viloria, R. Hoogesteijn, H. S. Robinson, I. Stachowicz, H. Cerda, M. del Mar Weisz, T. R. Barros, Gilson A. Rivas, G. Borges, J. Molinari, D. Lew, H. Takiff e K. Schmidt | anno=2017 | titolo=Predicting carnivore distribution and extirpation rate based on human impacts and productivity factors; assessment of the state of jaguar (''Panthera onca'') in Venezuela | rivista=Biological Conservation | volume=206 | pp=132-142 | url=https://www.researchgate.net/publication/312059394 | doi=10.1016/j.biocon.2016.09.027 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021303/https://www.researchgate.net/publication/312059394_Predicting_carnivore_distribution_and_extirpation_rate_based_on_human_impacts_and_productivity_factors_assessment_of_the_state_of_jaguar_Panthera_onca_in_Venezuela | urlmorto=no}}</ref> In Ecuador il giaguaro è minacciato dalla ridotta disponibilità di prede nelle aree in cui l'espansione della rete stradale ha reso più facile ai cacciatori accedere alle foreste.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. Espinosa, G. Celis e L. C. Branch | anno=2018 | titolo=When roads appear jaguars decline: Increased access to an Amazonian wilderness area reduces potential for jaguar conservation | rivista=PLOS ONE | volume=13 | numero=1 | p=e0189740 | doi=10.1371/journal.pone.0189740 | pmc=5751993 | pmid=29298311 | bibcode=2018PLoSO..1389740E}}</ref> Nelle [[Foresta atlantica dell'Alto Paraná-Paranaíba|foreste atlantiche dell'Alto Paraná]], tra il 1995 e il 2008, sono stati uccisi almeno 117 giaguari nel [[parco nazionale dell'Iguaçu]] e nell'adiacente [[provincia di Misiones]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Paviolo, C. D. De Angelo, Y. E. Di Blanco e M. S. Di Bitetti | anno=2008 | titolo=Jaguar ''Panthera onca'' population decline in the Upper Paraná Atlantic Forest of Argentina and Brazil | rivista=Oryx | volume=42 | numero=4 | pp=554-561 | doi=10.1017/S0030605308000641}}</ref> Alcuni [[afro-colombiani]] del dipartimento colombiano di [[Dipartimento di Chocó|Chocó]] cacciano il giaguaro per consumarne e venderne la carne.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. Balaguera-Reina e J. F. Gonzalez-Maya | anno=2008 | titolo=Occasional jaguar hunting for subsistence in Colombian Chocó | rivista=Cat News | numero=48 | p=5 | url=https://www.researchgate.net/publication/233399315 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021347/https://www.researchgate.net/publication/233399315_Occasional_Jaguar_Hunting_for_Subsistence_in_Colombian_Choco | urlmorto=no}}</ref> Tra il 2008 e il 2012, almeno 15 esemplari sono stati uccisi dagli allevatori nel Belize centrale.<ref>{{cita pubblicazione | autore=R. J. Foster, B. J. Harmsen, Y. L. Urbina, R. L. Wooldridge, C. P. Doncaster, H. Quigley e O. A. Figueroa | anno=2020 | titolo=Jaguar (''Panthera onca'') density and tenure in a critical biological corridor | rivista=Journal of Mammalogy | volume=101 | numero=6 | pp=1622-1637 | doi=10.1093/jmammal/gyaa134 | pmid=33505226 | pmc=7816682}}</ref>
Il commercio internazionale delle pelli di giaguaro esplose tra la fine della [[seconda guerra mondiale]] e i primi anni '70.<ref name="SkinTrade">{{cita libro | autore=S. Broad | anno=1987 | titolo=The harvest of and trade in Latin American spotted cats (Felidae) and otters (Lutrinae) | editore=IUCN Conservation Monitoring Centre | città=Cambridge | url=https://www.biodiversitylibrary.org/item/119261 | accesso=21 febbraio 2018 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200113095346/https://www.biodiversitylibrary.org/item/119261 | urlmorto=no}}</ref> Il numero di uccisioni raggiunse il culmine negli anni '60, quando anche più di {{M|15000}} giaguari venivano uccisi ogni anno, per le loro pelli, nella sola [[Regione Nord del Brasile|Amazzonia brasiliana]]; il commercio delle pelli diminuì a partire dal 1973, quando venne istituita la [[Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione]].<ref name="r32">{{cita pubblicazione | autore=W. Weber e A. Rabinowitz | anno=1996 | titolo=A global perspective on large carnivore conservation | rivista=Conservation Biology | volume=10 | numero=4 | pp=1046-1054 | doi=10.1046/j.1523-1739.1996.10041046.x | url=http://www.jaguarnetwork.org/pdf/71.pdf | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426042409/http://www.jaguarnetwork.org/pdf/71.pdf}}</ref> Un'intervista effettuata a 533 abitanti dell'Amazzonia boliviana nord-occidentale ha rivelato che i locali uccidevano i giaguari per paura, come rappresaglia e per venderne le pelli.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Knox, N. Negrões, S. Marchini, K. Barboza, G. Guanacoma, P. Balhau, M. W. Tobler e J. A. Glikman | anno=2019 | titolo=Jaguar persecution without "cowflict": insights from protected territories in the Bolivian Amazon | rivista=Frontiers in Ecology and Evolution | volume=7 | p=494 | doi=10.3389/fevo.2019.00494}}</ref> Tra l'agosto 2016 e l'agosto 2019, pelli e parti del corpo di giaguari sono stati viste in vendita nei mercatini per turisti nelle città peruviane di [[Lima (Perù)|Lima]], [[Iquitos]] e [[Pucallpa]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Braczkowski, A. Ruzo, F. Sanchez, R. Castagnino, C. Brown, S. Guynup, S. Winter, D. Gandy e C. O'Bryan | anno=2019 | titolo=The ayahuasca tourism boom: An undervalued demand driver for jaguar body parts? | rivista=Conservation Science and Practice | volume=1 | numero=12 | p=e126 | url=https://www.researchgate.net/publication/336450042 | doi=10.1111/csp2.126 | accesso=28 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021318/https://www.researchgate.net/publication/336450042_The_ayahuasca_tourism_boom_An_undervalued_demand_driver_for_jaguar_body_parts | urlmorto=no}}</ref> Il conflitto tra uomo e fauna selvatica e la caccia opportunistica e per il commercio sul mercato interno sono all'origine delle uccisioni dei giaguari in Belize e Guatemala.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Arias, A. Hinsley e E. J. Milner-Gulland | anno=2020 | titolo=Characteristics of, and uncertainties about, illegal jaguar trade in Belize and Guatemala | rivista=Biological Conservation | volume=250 | p=108765 | doi=10.1016/j.biocon.2020.108765 | s2cid=224967913 | url=https://www.researchgate.net/publication/344172628 | accesso=18 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021310/https://www.researchgate.net/publication/344172628_Characteristics_of_and_uncertainties_about_illegal_jaguar_trade_in_Belize_and_Guatemala | urlmorto=no}}</ref> I dati ricavati dai sequestri indicano che almeno 857 esemplari sono stati coinvolti nel commercio illegale tra il 2012 e il 2018, di cui 482 nella sola Bolivia; i resti di 31 giaguari sono stati sequestrati in [[Cina]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=T. Q. Morcatty, J. C. Bausch Macedo, K. A. I. Nekaris, Q. Ni, C. C. Durigan, M. S. Svensson e V. Nijman | anno=2020 | titolo=Illegal trade in wild cats and its link to Chinese‐led development in Central and South America | rivista=Conservation Biology | volume=34 | numero=6 | pp=1525-1535 | doi=10.1111/cobi.13498 | pmid=32484587}}</ref> Tra il 2014 e l'inizio del 2019 sono state sequestrate 760 zanne di giaguaro provenienti dalla Bolivia e destinate alla Cina. Indagini sotto copertura hanno rivelato che il [[contrabbando]] di parti del corpo del giaguaro è gestito da cinesi residenti in Bolivia.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Earth League International | anno=2020 | titolo=Unveiling the criminal networks behind jaguar trafficking in Bolivia | editore=IUCN National Committee of the Netherlands | città=Amsterdam | url=https://www.iucn.nl/app/uploads/2021/03/iucn_nl_report_jaguar_trafficking_bolivia_media-1.pdf | accesso=26 luglio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210726070809/https://www.iucn.nl/app/uploads/2021/03/iucn_nl_report_jaguar_trafficking_bolivia_media-1.pdf | urlmorto=no}}</ref>
== Conservazione ==
Il giaguaro figura nell'[[Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione#Le specie protette|appendice I della CITES]], pertanto è proibito qualsiasi tipo di commercio internazionale di esso o delle sue parti del corpo. La caccia al giaguaro è proibita in Stati Uniti, Honduras, Nicaragua, Panama, Colombia, Venezuela, Guyana francese, Suriname, Brasile, Paraguay e Argentina, mentre è regolamentata in Guatemala e Perù.<ref name=iucn/> Anche in Ecuador, dove la specie è considerata in pericolo di estinzione, la caccia è proibita.<ref>{{cita libro | autore=G. Zapata Ríos, E. Araguillin, J. Cevallos, F. Moreno, A.Ortega, J. Rengel e N. Valarezo | anno=2014 | titolo=Plan de Acción para la Conservación del Jaguar en el Ecuador | editore=Ministerio del Ambiente y Wildlife Conservation Society Ecuador | città=Quito | lingua=es | url=http://www.wild4ever.com/wp-content/uploads/2012/05/Ecuador-National-Jaguar-Plan.pdf | accesso=13 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200923073232/http://www.wild4ever.com/wp-content/uploads/2012/05/Ecuador-National-Jaguar-Plan.pdf | urlmorto=no}}</ref> In Guyana gode di protezione in quanto specie in pericolo di estinzione e la caccia è considerata illegale.<ref>{{cita libro | autore=I. Kerman | anno=2010 | titolo=Exploitation of the jaguar, ''Panthera onca'' and other large forest cats in Suriname | curatore=M.-L. Felix | editore=WWF Guianas | città=Paramaribo | url=https://www.a2000greetings.com/downloads/exploitation_of_the_jaguar_and_other_large_forest_cats_in_suriname_irvin_kerman.pdf}}</ref>
[[File:El-jefe-jaguar-fws1.jpg|thumb|El Jefe, uno dei giaguari dell'Arizona.]]
Nel 1986, in Belize, venne istituito il [[santuario faunistico del bacino dei Cockscomb]], la prima area protetta al mondo appositamente destinata alla conservazione del giaguaro.<ref name=Weckel>{{cita pubblicazione | autore=M. Weckel, W. Giuliano e S. Silver | anno=2006 | titolo=Cockscomb revisited: jaguar diet in the Cockscomb Basin Wildlife Sanctuary, Belize | rivista=Biotropica | volume=38 | numero=5 | pp=687-690 | url=https://semanticscholar.org/paper | doi=10.1111/j.1744-7429.2006.00190.x | s2cid=85151201 | accesso=29 novembre 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200527070312/https://www.semanticscholar.org/paper | urlmorto=no}}</ref>
=== Le Jaguar Conservation Units ===
Nel 1999, ricercatori sul campo provenienti da 18 paesi dell'areale del giaguaro individuarono le aree più importanti per la conservazione a lungo termine della specie in base allo stato delle popolazioni, alla disponibilità delle prede-base e alla qualità dell'habitat. Queste aree, chiamate ''Jaguar Conservation Units'' (JCU, «unità per la conservazione del giaguaro»), sono grandi abbastanza da ospitare almeno 50 individui riproduttori e hanno dimensioni comprese tra 566 e {{M|67598}} km²; in tutto vennero designate 51 JCU in 36 regioni geografiche diverse, tra cui:<ref name=Sanderson2002/>
* la [[Sierra Madre Occidentale]] e la [[Sierra de Tamaulipas]] in Messico;
* le foreste tropicali della [[Foreste pluviali di Petén-Veracruz|Selva Maya]], che si estende attraverso Messico, Belize e Guatemala;
* le [[foreste pluviali del Chocó-Darién]], estese da Panama alla Colombia;
* i [[Los llanos|llanos venezuelani]];
* il ''[[cerrado]]'' settentrionale e il [[bacino dell'Amazzonia]] in Brasile;
* le [[Ande]] tropicali in Bolivia e Perù;
* la [[provincia di Misiones]] in Argentina.
Nel 2010 sono stati identificati i [[Corridoio biologico|corridoi]] lungo i quali le varie popolazioni di giaguaro si spostano da una JCU all'altra. Questi corrispondono ai percorsi più brevi tra le popolazioni riproduttrici, richiedono il minore dispendio energetico da parte degli individui in [[Dispersione (biologia)|dispersione]] e presentano un rischio di mortalità più basso. Coprono un'area complessiva di {{M|2600000}} km² e hanno una lunghezza compresa tra 3 e {{M|1102}} km in Messico e in America centrale e tra 489,14 e {{M|1607}} km in America meridionale.<ref name=RabinowitzZeller2010>{{cita pubblicazione | autore=A. Rabinowitz e K. A. Zeller | anno=2010 | titolo=A range-wide model of landscape connectivity and conservation for the jaguar, ''Panthera onca'' | rivista=Biological Conservation | volume=143 | numero=4 | pp=939-945 | doi=10.1016/j.biocon.2010.01.002 | url=https://www.panthera.org/cms/sites/default/files/documents/Rabinowitz_Zeller_2010_Arangewidemodeloflandscapeconnectivityandconservationforjaguar_BioCon.pdf | accesso=14 marzo 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021304/https://www.panthera.org/cms/sites/default/files/documents/Rabinowitz_Zeller_2010_Arangewidemodeloflandscapeconnectivityandconservationforjaguar_BioCon.pdf | urlmorto=no}}</ref> La collaborazione con i proprietari terrieri locali e gli enti municipali, statali o federali è essenziale per impedire la frammentazione ambientale sia nelle JCU che nei corridoi, in modo da mantenere collegate le varie popolazioni.<ref>{{cita libro | autore=K. A. Zeller, A. Rabinowitz, R. Salom-Perez e H. Quigley | anno=2013 | capitolo=The Jaguar Corridor Initiative: A range-wide conservation strategy | titolo=Molecular population genetics, evolutionary biology and biological conservation of Neotropical carnivores | curatore=M. Ruiz-Garcia e J. M. Shostell | editore=Nova Science Publishers | città=New York | url=https://conservationcorridor.org/cpb/Zeller_et_al_2013.pdf | pp=629-657 | isbn=978-1-62417-071-3 | accesso=14 marzo 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129021304/https://conservationcorridor.org/cpb/Zeller_et_al_2013.pdf | urlmorto=no}}</ref> Sette dei 13 corridoi presenti in Messico funzionano ottimamente con una larghezza di almeno 14,25 km e una lunghezza non superiore ai 320 km. Gli altri, invece, sono più difficili da percorrere per questi felini, essendo troppo stretti o troppo lunghi.<ref>{{cita pubblicazione | autore=C. Rodríguez-Soto, O. Monroy-Vilchis e M. M. Zarco-González | anno=2013 | titolo=Corridors for jaguar (''Panthera onca'') in Mexico: Conservation strategies | rivista=Journal for Nature Conservation | volume=21 | numero=6 | pp=438-443 | doi=10.1016/j.jnc.2013.07.002 | url=https://www.academia.edu/35225702 | accesso=18 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211129044432/https://www.academia.edu/35225702 | urlmorto=no}}</ref>
Nell'agosto 2012, lo [[United States Fish and Wildlife Service]] ha destinato {{M|3392,20}} km² di superficie in Arizona e Nuovo Messico alla protezione del giaguaro.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Department of the Interior Fish and Wildlife Service | anno=2012 | titolo=Designation of Critical Habitat for Jaguar; Proposed Rule | rivista=Federal Register | volume=77 | numero=161 | pp=50214-50242 | url=https://www.fws.gov/southwest/es/arizona/Documents/SpeciesDocs/Jaguar/Jaguar_pCH_FR_8-20-2012.pdf | accesso=13 marzo 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200214001827/https://www.fws.gov/southwest/es/arizona/Documents/SpeciesDocs/Jaguar/Jaguar_pCH_FR_8-20-2012.pdf | urlmorto=no}}</ref> Nell'aprile 2019 è stato istituito il Jaguar Recovery Plan, che stabilisce l'[[Interstate 10]] come confine settentrionale della Jaguar Recovery Unit in Arizona e Nuovo Messico.<ref>{{cita pubblicazione | autore=E. W. Sanderson, K. Fisher, R. Peters, J. P. Beckmann, B. Bird, C. M. Bradley, J. C. Bravo, M. M. Grigione, J. R. Hatten, C. A. L. González, K. Menke, J. R. B. Miller, P. S. Miller, C. Mormorunni, M. J. Robinson, R. E. Thomas e S. Wilcox | anno=2021 | titolo=A systematic review of potential habitat suitability for the jaguar ''Panthera onca'' in central Arizona and New Mexico, USA | rivista=Oryx | volume=56 | pp=116-127 | doi=10.1017/S0030605320000459}}</ref>
In Messico, una strategia di conservazione nazionale venne sviluppata già nel 2005, ma è stata pubblicata solamente nel 2016.<ref name=Ceballos2016/> La popolazione di giaguari messicani è aumentata dai {{M|4000}} esemplari stimati nel 2010 ai circa {{M|4800}} del 2018. Tale incremento è considerato un effetto positivo delle misure di conservazione attuate con la collaborazione di istituzioni governative e non governative e proprietari terrieri.<ref>{{cita pubblicazione | autore=G. Ceballos, H. Zarza, J. F. González-Maya, J. A. de la Torre, A. Arias-Alzate, C. Alcerreca, H. V. Barcenas, G. Carreón-Arroyo, C. Chávez, C. Cruz e D. Medellín | anno=2021 | titolo=Beyond words: From jaguar population trends to conservation and public policy in Mexico | rivista=PLOS ONE | volume=16 | numero=10 | pp=e0255555 | doi=10.1371/journal.pone.0255555 | pmid=34613994 | pmc=8494370 | bibcode=2021PLoSO..1655555C}}</ref>
Un esame delle JCU, dal Messico all'Argentina, ha rivelato che corrispondono più o meno ad habitat incontaminati in cui vivono circa {{M|1500}} specie di mammiferi. Dal momento che i mammiferi simpatrici traggono beneficio dalla protezione offerta dalle JCU, il giaguaro viene considerato una [[Specie bandiera#Specie ombrello|specie ombrello]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. Thornton, K. Zeller, C. Rondinini, L. Boitani, K. Crooks, C. Burdett, A. Rabinowitz e H. Quigley | anno=2016 | titolo=Assessing the umbrella value of a range‐wide conservation network for jaguars (''Panthera onca'') | rivista=Ecological Applications | volume=26 | numero=4 | pp=1112-1124 | doi=10.1890/15-0602 | jstor=24818150 | pmid=27509752 | hdl=11573/893793 | url=https://iris.uniroma1.it/retrieve/handle/11573/893793/279408/Thornton_Assessing_2016.pdf | accesso=16 novembre 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211116083400/https://iris.uniroma1.it/retrieve/handle/11573/893793/279408/Thornton_Assessing_2016.pdf | urlmorto=no}}</ref> Le JCU
dell'America centrale si sovrappongono all'areale di 187 delle 304 specie endemiche di anfibi e rettili della regione; di queste, 19 specie di anfibi si incontrano solamente all'interno dell'areale del giaguaro.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. J. Figel, F. Castañeda, A. P. Calderón, J. Torre, E. García-Padilla e R. F. Noss | anno=2018 | titolo=Threatened amphibians sheltered under the big cat's umbrella: conservation of jaguars ''Panthera onca'' (Carnivora: Felidae) and endemic herpetofauna in Central America | rivista=Revista de Biología Tropical | volume=66 | numero=4 | pp=1741–1753 | doi=10.15517/rbt.v66i4.32544}}</ref>
===Approaches===
[[File:Obscured jaguar.jpg|thumb|Un giaguaro nel [[Belize]].]]
Nell'ambito della creazione di riserve protette, è necessario concentrare l'attenzione anche sulle aree circostanti, in quanto è improbabile che i giaguari rimangano limitati entro i confini di una riserva, soprattutto se la popolazione è in aumento. L'atteggiamento degli abitanti nelle aree intorno alle riserve e le leggi e i regolamenti per prevenire il bracconaggio sono essenziali per rendere efficaci le aree di conservazione.<ref name=gutierrez>{{cita pubblicazione | autore=C. E. Gutierrez-Gonzalez, M. A. Gomez-Ramirez, C. A. Lopez-Gonzalez e P. F. Doherty | anno=2015 | titolo=Are Private Reserves Effective for Jaguar Conservation? | rivista=PLOS ONE | volume=10 | numero=9 | p=e0137541 | bibcode=2015PLoSO..1037541G | doi=10.1371/journal.pone.0137541 | pmc=4580466 | pmid=26398115}}</ref>
Per stimare l'entità delle popolazioni all'interno di aree specifiche e per monitorare singoli esemplari sono ampiamente utilizzate le [[Fototrappolaggio|fototrappole]] e la [[telemetria]]; in certi casi vengono impiegati anche cani appositamente addestrati a localizzare le feci di giaguaro, utili per ricavare informazioni sulla dieta e la salute.<ref name=soisalo>{{cita pubblicazione | autore=M. K. Soisalo e S. M. C. Cavalcanti | anno=2006 | titolo=Estimating the density of a Jaguar population in the Brazilian Pantanal using camera-traps and capture-recapture sampling in combination with GPS radio-telemetry | rivista=Biological Conservation | volume=129 | numero=4 | pp=487-496 | doi=10.1016/j.biocon.2005.11.023 | url=http://www.ekonoiz.com/Eco_Projects/Jaguar_Conservation/estimatingthedensityofjaguarsinthepantanal.pdf}}</ref><ref name=furtado>{{cita pubblicazione | autore=M. M. Furtado, S. E. Carrillo-Percastegui, A. T. A. Jácomo, G. Powell, L. Silveira, C. Vynne e R. Sollmann | anno=2008 | titolo=Studying jaguars in the wild: past experiences and future perspectives | rivista=Cat News | numero=Special Issue 4 | pp=41-47 | url=http://www.catsg.org/fileadmin/filesharing/5.Cat_News/5.3._Special_Issues/5.3.4._SI_4/Furtado_et_al_2008_Jaguar_field_methods_s.pdf | accesso=2 febbraio 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190202212055/http://www.catsg.org/fileadmin/filesharing/5.Cat_News/5.3._Special_Issues/5.3.4._SI_4/Furtado_et_al_2008_Jaguar_field_methods_s.pdf | urlmorto=no}}</ref>
Gli attuali sforzi dei conservazionisti spesso si concentrano sull'educazione dei proprietari di ranch e sulla promozione dell'[[ecoturismo]].<ref name=WWF>{{cita web | autore=E. Estévez | anno=2009 | titolo=Jaguar Refuge in the Llanos Ecoregion | editore=[[WWF|World Wildlife Fund]] | url=http://wwf.panda.org/es/nuestro_trabajo/latinoamerica/venezuela/index.cfm?uProjectID=VE0854 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141217001905/http://wwf.panda.org/es/nuestro_trabajo/latinoamerica/venezuela/index.cfm?uProjectID=VE0854 | accesso=1 settembre 2006}}</ref> Le attività ecoturistiche vengono sfruttate per generare interesse pubblico nei confronti di animali carismaticu come il giaguaro, generando allo stesso tempo entrate che possono essere utilizzate nei progetti di conservazione. Un problema cui i promotori dell'ecoturismo riguardante il giaguaro devono tener di conto è la considerevole estensione di territorio richiesto da questa specie. Se la pratica dell'ecoturismo venisse impiegata per promuovere la conservazione del giaguaro, è necessario considerare in primo luogo come mantenere intatti gli ecosistemi esistenti o come creare nuovi ecosistemi sufficientemente estesi da sostentare una popolazione di giaguari in crescita.<ref name=mossaz>{{cita pubblicazione | autore=A. Mossaz, R. C. Buckley e J. G. Castley | anno=2015 | titolo=Ecotourism contributions to conservation of African big cats | rivista=Journal for Nature Conservation | volume=28 | pp=112-118 | doi=10.1016/j.jnc.2015.09.009 | hdl=10072/125191}}</ref>
== Cultura e mitologia ==
{{Immagine multipla
Riga 19 ⟶ 264:
Il giaguaro viene usato come simbolo anche nella cultura contemporanea. È l'[[Animali nazionali|animale nazionale]] della Guyana ed è raffigurato nel suo [[Stemma della Guyana|stemma]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Khan | anno=2021 | titolo=National symbols: The Coat-Of-Arms | sito=Guyana News and Information | url=http://www.guyana.org/Handbook/symbols.html | accesso=10 febbraio 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120512212328/http://guyana.org/Handbook/symbols.html | urlmorto=no}}</ref> La bandiera del [[dipartimento di Amazonas]] presenta la sagoma nera di un giaguaro che salta verso un cacciatore.<ref>{{cita web | autore=D. Gutterman | anno=2008 | titolo=Amazonas Department (Colombia) | editore=Flag of the World | url=https://www.fotw.info/flags/co-ama.html | accesso=2 aprile 2010 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200609071213/https://www.fotw.info/flags/co-ama.html | urlmorto=no}}</ref> Lo stemma della [[Federazione di rugby a 15 dell'Argentina|Federazione argentina di rugby]] raffigura un giaguaro.<ref>{{cita web | autore=S. Davies | anno=2007 | titolo=Puma power: Argentinian rugby | editore=BBC News | url=http://news.bbc.co.uk/sport2/hi/rugby_union/5389512.stm | accesso=8 ottobre 2007 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200419112328/http://news.bbc.co.uk/sport2/hi/rugby_union/5389512.stm | urlmorto=no}}</ref>
== References ==
{{Reflist|30em|refs=
<ref name=fossil>{{Cite web |url=http://www.fossilworks.org/cgi-bin/bridge.pl?a=taxonInfo&taxon_no=36760 |title=Fossilworks: Megaptera |website=[[Fossilworks]] |access-date=17 December 2021 }}</ref>
<ref name=MSW3>{{MSW3 Cetacea|id=14300027}}</ref>
<ref name=CITES>{{Cite web|title=Appendices {{!}} CITES|url=https://cites.org/eng/app/appendices.php|access-date=2022-01-14|website=cites.org}}</ref>
}}
|