Vincenzo Gemito: differenze tra le versioni

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Autodidatta, in gran parte, e insofferente ai canoni accademici, Gemito si formò attingendo dai vicoli del centro storico di Napoli e dalle sculture del museo archeologico. La sua prolifica attività artistica, che lo portò all'apice del successo ai ''Salons'' di Parigi nel 1876-77, fu interrotta a causa di un'intima crisi intellettuale, per via della quale si segregò dal mondo per diciotto anni; riprese la vita pubblica solo nel 1909, per poi spegnersi venti anni dopo.
 
La produzione gemitiana comprende vigorosi disegni, figure in terracotta e un gran numero di sculture, tutte ritraenti con un'elevata intensità pittorica scene popolaresche napoletane; tra le sue opere principali si possono ricordare il ''Pescatorello'', l<nowiki>'</nowiki>''Acquaiolo'' (l'originale fuso in argento si trova presso il [[museo del Cenedese]] di Vittorio Veneto: statuetta commissionata e personalizzata per il Cav. Ettore Fenderl), la statua di Carlo V sulla facciata del [[Palazzo Reale (Napoli)|Palazzo Reale di Napoli]], la ''Zingara'' e gli autoritratti.
 
== Biografia ==