Terni: differenze tra le versioni

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Dopo l'annessione al Regno d'Italia, la volontà del Ministero della Guerra, del Commissario per l'Umbria, [[Gioacchino Napoleone Pepoli]] e degli amministratori locali di fare di Terni un centro industriale e militare portò all'edificazione della 'Fabbrica d'Armi' nel 1875 e alla 'Società degli Altiforni e Fonderie di Terni', nel [[1881]], su iniziativa di un imprenditore belga, Cassian Bon e di Vincenzo Stefano Breda, destinata alla produzione di corazze per le [[nave da battaglia | navi da guerra]].
 
Nel [[1884]] il romano Angelo Sinigaglia acquistò ed ammodernò la ferriera; nel [[1885]] il genovese [[Alessandro Centurini]] iniziò la costruzione di un lanificio e jutificio; nel [[1890]] il torinese Antonio Bosco costruì uno stabilimento per la produzione di attrezzi agricoli; nel [[1896]] si costituì la 'Società Italiana del Carburo di Calcio, Acetilene ed altri Gas', che gestiva non solo stabilimenti per la produzione del [[carburo di calcio]] ma anche [[centrale idroelettrica | centrali idroelettriche]]. Terni fu la quarta città italiana, in ordine di tempo, ad avere l'illuminazione pubblica ad elettricità.
 
L' [[industrializzazione]] creò, tuttavia, dei grossi problemi logistici, per la scarsa disponibilità di case e l'inadeguatezza dei servizi pubblici, a cui si aggiunsero i pregiudizi della gente locale contro gli immigrati e la riottosità dei titolari di fondi a concedere le aree necessarie ed i diritti di sfruttamento delle acque per l'impiantistica e gli edifici. All'inizio del [[XX secolo]] Terni era, comunque, fra le prime città industriali italiane.