Matteo Messina Denaro: differenze tra le versioni

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=== Altre notizie ===
Nel 2012 il boss latitante, dopo aver sentito il richiamo di [[Salvatore Riina|Totò Riina]] dal carcere, aveva organizzato un attentato ai danni di [[Nino Di Matteo|Antonino Di Matteo]], il pm che si occupaoccupava della [[trattativa Stato-mafia]].
 
Il pentito Vito Galatolo racconta che Girolamo Biondino, capomandamento di San Lorenzo, gli aveva detto che Matteo Messina Denaro aveva organizzato, con l'aiuto di Alessandro D'Ambrogio, capomandamento di Porta Nuova, l'attentato a Di Matteo. Ci fu una riunione a Palermo, organizzata da Matteo Messina Denaro (il boss latitante però non vi partecipò) in cui si discussero le modalità dell'attentato. A questa riunione parteciparono Vito Galatolo, boss dell'Acquasanta, Tonino Lauricella, responsabile della cosca di Villabate, Tonino Lipari, referente di Alessandro D'Ambrogio, boss di Porta Nuova, Giuseppe Fricano e Vincenzo Graziano, capimafia di Resuttana. L'esplosivo (150 kg di tritolo), acquistato in Calabria e nascosto da Graziano in una località sconosciuta, è attualmente nelle mani di Matteo Messina Denaro. Con l'arresto di diversi boss di Palermo, tra cui quelli citati sopra, l'organizzazione della strage è rallentata, ma l'ordine di uccidere il magistrato (dato dalla porzione di stato e servizi deviata, "gli stessi di Borsellino" secondo Vito Galatolo) resta operativo e a carico del boss Matteo Messina Denaro. Inoltre il boss avrebbe manifestato la volontà di uccidere i due pentiti [[Gaspare Spatuzza]] e [[Nino Giuffrè|Antonino Giuffrè]], date le loro dichiarazioni scottanti sulle stragi del 1992-1993.