Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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Il [[materialismo]] di Bakunin è [[ateo]], [[Monismo|monistico]] e [[deterministico]]; egli ha dell'universo una concezione armonicistica e unitaria, secondo la quale tutto si concatena e progredisce insieme, dove le leggi che governano la materia bruta sono armonizzate con quelle che promuovono lo sviluppo dello spirito umano. E quindi ne deriva che: "Le leggi dell'equilibrio, della combinazione e dell'azione reciproca delle forze e del movimento meccanico; le leggi del peso, del calore, della vibrazione dei corpi, della luce, dell'elettricità, come quelle della composizione e scomposizione chimica dei corpi, sono assolutamente inerenti a tutte le cose che esistono, comprese le diverse manifestazioni del sentimento, della volontà e dello spirito. Queste tre cose, costituenti propriamente il mondo ideale dell'uomo, non sono che funzioni totalmente materiali della materia organizzata e viva, nel corpo dell'animale in generale e in quello dell'animale umano in particolare. Di conseguenza, tutte queste leggi sono leggi generali, a cui sono sottomessi tutti gli ordini conosciuti e ignoti dell'esistenza reale del mondo"<ref>''Considerazioni filosofiche'', pag. 18</ref>.
 
Affermava Bakunin nel 1873: "La vita, in quanto movimento concretamente razionale, è nel mondo della scienza la marcia dal fatto reale all'idea che lo abbraccia, che lo esprime e che di conseguenza lo spiega; e nel mondo pratico è il movimento che va dalla vita sociale verso la sua organizzazione più razionale possibile conformemente alle indicazioni, alle condizioni, alle necessità e alle esigenze più o meno spontanee di quella medesima vita" (''Stato e anarchia'').
 
Questo determinismo radicale contrasta ed è parzialmente incoerente con un'idea di libertà umana che appare simile a quella degli [[Stoici]], una libertà di fare ciò che è già scritto nel [[destino]] delle leggi della materia. Perciò Bakunin incoerentemente "stacca" l'uomo" dalla cieca natura in base al fatto che l'uomo "ha bisogno di conoscere", e allora da questo bisogno nasce un'istanza di libertà. L'uomo nasce e vive nel bisogno, in quanto animale, ma in quanto essere pensante è libero di progredire indipendentemente dalla natura materiale che lo fonda. La spinta intima a voler conoscere sé e il mondo fa dell'uomo, necessitato per natura, un essere che si fa libero di determinare il proprio destino.
 
Il massimo della libertà umana sta nel fare la rivoluzione e cambiare il sistema umano ingiusto che si è determinato nella storia passata. La libertà dalle contingenze e dagli abusi è il bene supremo che il rivoluzionario deve cercare a qualunque costo, e Bakunin dice allora: "l'uomo [...] deve conoscere tutte le cause della propria esistenza e della propria evoluzione, affinché possa comprendere la propria natura e la propria missione...". L'uomo quindi ha una missione da compiere, e tale missione, non potendo per un materialista [[ateo]] essere [[Dio]] ad affidargliela, non può che essere la Natura.
 
La Natura però è a sua volta necessitata dalle leggi fisiche, e perciò non libera. Ma Bakunin sorvola su tutti questi problemi e incoerenze, concludendo che ciò è possibile per l'uomo nuovo e rivoluzionario: "Affinché, in questo mondo di cieca fatalità, egli possa inaugurare il mondo umano, il mondo della libertà". Se sul piano filosofico le manchevolezze sono evidenti, Bakunin trova una certa coerenza spostandosi sul piano sociologico, sulla base del principio di natura e negativo per cui: "Nel mondo naturale i forti vivono e i deboli soccombono, e i primi vivono solo perché gli altri soccombono".<ref>''Considerazioni filosofiche'', pag. 29</ref>
[[File:Alm.jpg|thumb|upright|Alexander M. Bakunin, padre di Michail]]
[[File:Varvara A. Bakunin.jpg|thumb|upright|left|Varvara A. Bakunina, madre di Michail]]
 
Nella guerra crudele dei forti per dominare e per sfruttare i deboli, l'uomo giusto, il rivoluzionario, ha la "missione" inderogabile di cambiare le cose e controbilanciare l'arroganza dei forti e dei potenti. Il mondo della libertà umana è perciò un mondo basato sull'eguaglianza, che è la condizione prima di ogni umanità armonica e giusta. La libertà dal bisogno è infatti irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto (uguaglianza sociale, politica, ma soprattutto economica). I fenomeni che spingono gli uomini all'ineguaglianza e alla [[schiavitù]] sono due: lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si giunge all'Anarchia, ma essa è foriera di un nuovo ordine sociale più avanzato, senza [[classe sociale|classi]].
 
Ma per conseguire la libertà dai ciechi meccanismi della natura bisogna "agire". L'''azione'' diventa perciò per Bakunin il corrispettivo umano del movimento degli enti e dei sistemi fisici e [[biologia|biologici]]. Il produrre progresso e il fare giustizia nel mondo umano è il progetto attivistico che viene proposto anche in queste parole: «La natura intima o la [[sostanza (filosofia)|sostanza]] di una cosa non si conosce soltanto dalla somma o dalla combinazione di tutte le cause che l'hanno prodotta, si conosce ugualmente dalla somma delle sue diverse manifestazioni o da tutte le azioni che essa esercita all'esterno. Ogni cosa è ciò che fa [...] il suo agire e il suo essere sono tutt'uno»<ref>''Considerazioni filosofiche'', pag. 143</ref>.