Crespano del Grappa: differenze tra le versioni
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== Storia ==
=== Premessa ===
Crespano è una delle principali località del Pedemonte del Grappa già a partire dal secolo XI, quando vi figurano numerose proprietà della famiglia degli [[Ezzelini]]. Dette proprietà furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel [[1260]]. Sparuti reperti archeologici (come ad esempio il sarcofago del romano Caio Vettonio conservato nella località limitrofa, a [[Sant'Eulalia (Borso del Grappa)|Sant'Eulalia]]) parrebbero dimostrare, però, che l'insediamento umano è assai precedente,
Dal 1300 i documenti scritti diventano numerosi e da questi si evince una notevole attività artigianale.
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=== Dalla prima attestazione del toponimo al Seicento ===
Anno 1085: ''villa quae dicitur Crespanum'' è la prima attestazione del toponimo. 1164: i ''Da Crespan'', ascritti alla nobiltà di Treviso, sono signori della ''regula de Crespan.'' 1333: Pietro da Crespan è nel Consiglio trevigiano dei Trecento; 1337: nasce la Podesteria di Asolo che comprende 37 ville o centri rurali tra cui
▲Anno 1085: ''villa quae dicitur Crespanum'' è la prima attestazione del toponimo. 1164: i ''Da Crespan'', ascritti alla nobiltà di Treviso, sono signori della ''regula de Crespan.'' 1333: Pietro da Crespan è nel Consiglio trevigiano dei Trecento; 1337: nasce la Podesteria di Asolo che comprende 37 ville o centri rurali tra cui C. 1322: è documentata l’esistenza di una ''gualchiera'' per follare panni ''(unum folognum ad follandos pannos positum)'' ubicata sulla riva del torrente Lastego. Sec. XIV: C. è diviso in una ''Villa alta'' con la chiesa rurale di S. Vito dei Larghi e quella di SS. Pancrazio e Marco sotto la pieve della vicina Sant’Eulalia (in diocesi di Padova) e in una ''Villa bassa'' con S. Paolo di sotto Crespano o del Lastego (in diocesi di Treviso). ''Sui generis'' la posizione di San Michele sul Lastego, legata alle sorti del castello dei ''Da Crespano''. ''Regula'' e parrocchia di C. devono l’ascesa alla fusione delle due chiese del territorio (e delle loro rispettive comunità) e allo sviluppo manifatturiero nel settore tessile. Dal XV sec. mastri, lanai, sartori, tesseri, tintori, folladori, battilana locali e immigrati dalle valli alpine e lombarde accelerano e rinnovano la tradizione tessile del paese e dell’intero pedemonte. 1537: i gastaldi dell’arte della lana di Treviso riconoscono i mercanti e i lavoratori della lana nella podesteria asolana: d’ora in poi Crespano primeggia nella destra Piave nel settore laniero.1686: assieme a Cavaso e Castelcucco, C. è sede di bollatura della lana: si producono panni alti, fini e sopraffini, in particolare i ''mezzetti ad uso de Crespan'': si mette in luce la classe imprenditoriale e mercantile, resta nell’ombra la vita privata e professionale di generazioni di salariati e contadini (“''Non c’è casa, non c’è famiglia dove non si oda un telaio battente”,'' scrivono le fonti).
=== Il "Settecento laniero" ===
Con il conio di “civiltà crespanese” si designa il ‘700 laniero di
▲Con il conio di “civiltà crespanese” si designa il ‘700 laniero di C., sia per la mole degli affari e della produttività imprenditoriale sia per l’elevazione spirituale e culturale delle famiglie: 47 mercanti, 520 telai, 4000 operai non solo crespanesi in parte adibiti nelle case azienda, in parte nell’industria a domicilio (il cosiddetto ''dar fora lavoro''); prime dinastie imprenditoriali: Manfrotto (dal XVII sec. ''mercanti in luogo della Gherla''), Guadagnin(i) (in contrada Seolina; constatato il ''felice esito'' della loro ''fabbrica,'' chiedono la cittadinanza veneziana nel 1731); Melchiori (di origine opitergina), Bellato, Torresan(i), Zardo. L’asse Crespano-Venezia rappresenta una fortunata combinazione rurale-urbana grazie alla quale una porzione disseminata eppure prospera attività produttiva del Pedemonte trevigiano si innesta nei circuiti del mercato internazionale.
=== L' "Ottocento filantropico" ===
Anno 1858: per volontà testamentaria del vescovo Sartori Canova, fratello uterino di Antonio Canova, nasce la ''Congregazione di Carità''; 1860: per volontà testamentaria del nobile friulano Francesco Aita nasce l’Istituto Pio. 1871: alla
▲Anno 1858: per volontà testamentaria del vescovo Sartori Canova, fratello uterino di Antonio Canova, nasce la ''Congregazione di Carità''; 1860: per volontà testamentaria del nobile friulano Francesco Aita nasce l’Istituto Pio. 1871: alla Casa di ricovero è affiancato un Ospedale grazie alla convenzione con le Suore di Carità dell’Ordine di Maria Bambina, che reggono pure un Orfanotrofio femminile: nascono i ''Pii Istituti Riuniti''.1875: nasce la ''Fondazione Canova'' (ad opera di Filippo Canal, sindaco del paese ed esecutore testamentario dell’ingente patrimonio di Antonio Canova) con finalità indifferibili: scuola di agricoltura, educazione femminile, arte della tessitura per l’occupazione femminile, sostegno agli studenti indigenti.
=== Il "Novecento bellico" ===
Durante la Grande Guerra: evacuazione del paese dopo la rotta di Caporetto e difficile esperienza del ''profugato'' (dal 10/11/1917);
===Simboli===
▲Durante la Grande Guerra: evacuazione del paese dopo la rotta di Caporetto e difficile esperienza del ''profugato'' (dal 10/11/1917); C., in stato di assedio, diventa una convulsa base di appoggio e rifornimento per le operazioni di guerra, facilitate dal collegamento ferroviario con Bassano del Grappa grazie a una ''decauville'' con capolinea nella località Gherla. Il Monte Grappa, in parte nel territorio crespanese, è coinvolto nelle battaglie d’arresto (novembre/dicembre 1917): la zona si trasforma in un formicaio di capisaldi, camminamenti, trincee, gallerie (famosa la G''alleria Vittorio Emanuele III,'' a Cima Grappa) ed è teatro dell’innovativa battaglia di “difesa elastica”. Cima Grappa regge all’urto della Battaglia del Solstizio (15/06-15/07/18) e fa meritare 640 medaglie al valor militare ai soldati italiani; la cosiddetta ''Armata del Grappa'' perde 30000 uomini nella battaglia di Vittorio Veneto (ottobre 1918). La ''Resistenza,'' nel Secondo Conflitto Mondiale, dopo l’8 settembre: 20-28/09/44 rastrellamento del Monte Grappa. Di rilievo, nella lotta antifascista, il ruolo dei sanitari dell’Ospedale Civile del paese, mentre al contempo presso il Collegio Maria Bambina staziona un comando di truppe tedesche: è una recente pagina tragica di violenza e di guerra.
Lo stemma e il gonfalone erano stati concessi con regio decreto del 21 febbraio 1934.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?1527 |titolo= Crespano del Grappa |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 20 gennaio 2023 }}</ref>
Nello stemma era rappresentato l'[[Marco (evangelista)|evangelista Marco]], ammantato di rosso, con il Vangelo nella destra ed il [[Leone di San Marco|leone alato]] accovacciato ai suoi piedi, in campo azzurro. Il gonfalone era un drappo di rosso.<ref>{{cita testo|autore= Comune di Crespano del Grappa|url= https://www.halleysac.it/c026024/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/36 |titolo= Statuto comunale |posizione= Art. 3 - ''Simboli ufficiali e loro utilizzo'' }}</ref>
=== Toponomastica ===
* ''Acqua di S. Giustina o fontane dei frati
▲* ''Acqua di S. Giustina o fontane dei frati:'' ultima traccia degli antichi cenobi dei SS. Prosdocimo e Giustina e SS.Vittore e Corona
* ''Ardosa'': in prossimità di Cima Grappa, conserva forse il nome più antico della vetta del Grappa (''Aridosa)''
* ''Breda (Cao di)''
* ''Castegner dea Madoneta'': immerso nella zona dei Vivai, è il tipico sito di festeggiamenti paesani
* ''Castelar'': sperone (spianato a inizio XX sec.) prominente sulla valle del Lastego, su cui doveva ergersi il castello (detto “''di S.Michiel''”) altomedievale dei ''Da Crespano'', vassalli degli Ezzelini.
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