Villa Arduino: differenze tra le versioni
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{{Edificio civile
|nome edificio = Villa Arduino
|immagine = VILLA ARDUINO 01.jpg
|didascalia = Una veduta d'insieme dell'edificio
|paese = ITA
|indirizzo = corso Lecce, 63
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Attorno a questo principale corpo angolare si articolano le due ali laterali dell’edificio, le cui facciate sono interamente percorse da un ciclo di affreschi e da un rivestimento che alterna a contrasto il mattone a vista con l'ocra degli elementi del ricco apparato decorativo costituito da decori fitomorfi, zoomorfi, allegorie e riferimenti araldici realizzati in litocemento.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-16}}.</ref>
Entrambe le ali laterali dell'edificio ospitano un giardino piantumato antistante e sono costituite da due piani a struttura mista di muratura e cemento armato, con parziali sopraelevazioni che ospitano il secondo e terzo piano, le cui facciate sono caratterizzate da una variegata alternanza di bifore, trifore, loggiati, archi, finestre con arco a sesto acuto e archi a tutto sesto, compreso l'arco strombato che incornicia la grande vetrata principale che affaccia sul terrazzo del dongione sopra il portale di ingresso angolare.<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref>
[[File:VILLA ARDUINO 02.jpg|riquadrato|thumb|
L’edificio prevede a sinistra dell’ingresso pedonale e del passo carrabile presenti su via Michele Lessona, l’appartamento del custode. Alla sua destra vi è l'ala dell'edificio caratterizzata da un portico con volte a crociera e dal varco che conduce all'ampia corte interna, dove trovano posto un magazzino e un’autorimessa.<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref> Il piano superiore, sovrastato da un'ulteriore torre, era invece originariamente destinato interamente all’abitazione della famiglia Arduino.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-18}}.</ref>
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Nel 1940 venne realizzata una recinzione in litocemento in sostituzione dell’originale cancellata in ferro battuto, smantellata per donare alla patria il metallo per fini bellici. Essa è stata demolita nel 1960 e nuovamente sostituita con una stilisticamente più coerente. Tuttavia i ferri battuti originali superstiti si ritrovano nel cancello principale e in quelli degli accessi pedonali, che riportano un decoro piuttosto fitto ed elaborato.
A completamento della decorazione, sullo stipite dell'accesso angolare principale si trova affissa una targa metallica recante la dicitura "Palazzotto Arduino" in caratteri gotici a rilievo.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-18}}.</ref>
▲[[File:VILLA ARDUINO 02.jpg|riquadrato|thumb|300px|Un dettaglio dell'accesso carrabile e dell'accesso alla palazzina del custode da via Michele Lessona]]
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