Carl Gustaf Emil Mannerheim: differenze tra le versioni

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Nel gennaio 1918 il [[Senato]] della Finlandia, da poco indipendente, presieduto da [[Pehr Evind Svinhufvud]], nominò Mannerheim [[comandante in capo]] del quasi inesistente esercito finlandese, consistente in alcuni gruppi locali di [[Guardia Bianca (Finlandia)|Guardie Bianche]]. La sua missione era la difesa del governo durante la [[Guerra civile finlandese|guerra civile]]. Accettò la posizione nonostante i suoi timori nei confronti delle influenze della [[Germania]] sul governo. Stabilì il suo quartier generale a [[Seinäjoki]] e iniziò a disarmare le guarnigioni russe presenti nel paese che contavano 42.500 uomini. Durante la guerra civile che seguì, nel marzo 1918, Mannerheim fu promosso generale di cavalleria (''Ratsuväenkenraali'').
 
Deluso dalla crescente influenza tedesca nella politica del paese, Mannerheim lasciò l'incarico di comandante in capo. Negli ultimi mesi del conflitto mondiale, temendo una reazione degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] nei confronti del governo filotedescofilo-tedesco, nel giugno 1918, si trasferì in [[Svezia]] presso parenti. Si trovò quindi all'estero durante l'ultima fase della guerra civile che volgeva ormai a favore dei Bianchi, durante la quale avvenne il maggior numero di vittime, a causa di vendette, esecuzioni sommarie e [[Inedia|denutrizione]] nei campi di prigionia. Quando si trovava ancora in Finlandia, Mannerheim aveva già cercato di arrestare il cosiddetto "Terrore Bianco" e si era opposto agli imprigionamenti di massa dei Rossi.
 
In Svezia, Mannerheim ebbe contatti con diplomatici [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] a [[Stoccolma]] a cui ribadì la sua contrarietà alla politica filotedesca mantenuta dal governo finlandese. Nell'autunno 1918, Mannerheim tenne conferenze a [[Londra]] ed a [[Parigi]]. A dicembre venne nominato ''protettore dello Stato'' o [[Reggenza|reggente]] (''Valtionhoitaja''; ''Riksföreståndare'').