Religioni nella Germania nazista: differenze tra le versioni
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Il [[nazismo]] voleva trasformare la coscienza collettiva del popolo tedesco - i loro atteggiamenti, sistemi di valori e mentalità - in una "comunità nazionale" unica e obbediente. I nazisti credettero di dover sostituire le differenze di classe, religione e quelle regionali<ref>Ian Kershaw; ''The Nazi Dictatorship: Problems and Perspectives of Interpretation''; 4th Edn; Oxford University Press; New York; 2000; pp. 173–74</ref>. Attraverso il processo di ''[[Gleichschaltung]]'' Hitler cercò di creare una ''Deutsche Evangelische Kirche'' unificata derivante dalle 28 chiese protestanti tedesche.
Il piano fallì, anche per la forte resistenza della [[Chiesa confessante]]. La persecuzione della [[Chiesa cattolica in Germania]] seguì la salita al potere nazista. Hitler si mosse rapidamente per eliminare il [[Chiesa_cattolica_e_Germania_nazista#Cattolicesimo_politico_in_Germania|cattolicesimo politico]]. Seppur tra numerosi atti di molestia nel 1933 venne firmato il concordato (''[[Reichskonkordat]]'') tra il Terzo Reich e il [[Vaticano]], il quale prometteva di rispettare l'autonomia della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]].
Hitler ordinariamente ignorò il concordato, facendo chiudere sistematicamente tutte le istituzioni cattoliche le cui funzioni non fossero strettamente religiose; i membri del [[clero]], le monache e i leader laici furono presi di mira, con migliaia di arresti negli immediati anni seguenti. La Chiesa giunse ad accusare il regime di "ostilità fondamentale a Cristo e alla sua Chiesa".
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