==== Conti di Ceccano ====
QuantoPer quanto la parentela con i conti di Segni sia affidata a testi di genealogisti ormai risalenti al XVII e XVIII secolo e non di rado privi di documentazione storica verificabile, quanto al ramo dei Conti di Ceccano, esso governò sull'area dei [[Monti Volsci]], controllando il suo centro principale, Ceccano, e gran parte del territorio meridionale del [[Lazio]]<ref name="Gregorovius">{{Cita|Gregorovius (1874)|pp. 67-68}}.</ref>. Risulta senza alcun fondamento la tesi dello storico [[Ferdinand Gregorovius]], che la vuole di origine [[Germania|tedesca]]<ref name="Gregorovius"/>. Le sue prime notizie risalgono alla seconda metà del X secolo e provengono da alcuni documenti rinvenuti presso l'[[Abbazia di Montecassino]], nei quali vi è menzione di Amato, Leone ed Uberto Conti di Ceccano, che donarono dei beni al monastero<ref>{{Cita|Cascioli (1896)|pp. 35-36}}.</ref><ref>{{Cita|Cayro (1802)|pp. 64-68}}.</ref>. Il Gregorovius, nel 5º volume della sua opera ''Storia della città di Roma nel Medio Evo dal secolo V al XVI'', citando la ''Cronica di Fossa Nova'', fa risalire le sue notizie al conte Gregorio, deceduto nel 1104<ref name="Gregorovius"/>. Ceccano, principale possedimento di tale ramificazione, feudo posseduto prima col titolo di [[Signore (titolo nobiliare)|signore]] e poi con quello di [[conte]], costituiva un'entità importante già intorno al 750, quando venne conquistato dal re longobardo [[Astolfo (re)|Astolfo]]. Più di un secolo prima il centro aveva abbandonato l'antica denominazione di ''[[Falvaterra|Fabrateria Vetus]]'' in onore di Petronio Ceccano, [[Console (storia romana)|console]] della Campagna romana e padre di [[papa Onorio I]]. Non vi è tuttavia alcuna relazione di discendenza tra questa ramificazione ed il suddetto console.
Quanto ad Amato Conti di Ceccano, vissuto nel 977, egli fu marito di Maria [[Conti di Tuscolo|di Sant'Eustachio]] ed amico di [[Domenico di Sora|San Domenico di Sora]], al quale donò molti beni per l'erezione di un monastero in [[Patrica]], alle falde del [[Monte Cacume]], che, dallo storico [[Luigi Tosti]], venne paragonato al [[Certosa di Trisulti|Monastero di Trisulti]]. Benefattore dell'Abbazia di Montecassino, fu rettore della Campagna romana.
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