Utente:In-Lock 37.06/Sandbox: differenze tra le versioni

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===§17===
Quindi la filosofia? L'intero paragrafo è estremamente interessante, per cui è riportato integralmente in seguito, per chi intendesse approfondire:{{Cassetto|titolo=§17|testo={{colonne}}Für den Anfang, den die Philosophie zu machen hat, schein sie im allgemeinen ebenso mit einer subjektiven Voraussetzung wie die andern Wissenschaften zu beginnen, nämlich einen be sondern Gegenstand, wie anderwärts Raum, Zahl usf., so hier das Denken zum Gegenstande des Denkens machen zu müssen. Al lein es ist dies der freie Akt des Denkens sich auf den Standpunk zu stellen, wo es für sich selber ist und sich hiemit seinen Gege stand selbst erzeugt und gibt. Femer muß der Standpunkt, wel cher so als unmittelbarer erscheint, innerhalb der Wissenschaf sich zum Resultate, und zwar zu ihrem letzten machen, in we chem sie ihren Anfang wieder erreicht und in sich zurückkeh Auf diese Weise zeigt sich die Philosophie als ein in sich zurück gehender Kreis, der keinen Anfang im Sinne anderer Wissen schaften hat, so daß der Anfang nur eine Beziehung auf das Sub jekt, als welches sich entschließen will zu philosophieren, nick aber auf die Wissenschaft als solche hat. - Oder was dasselbe ist, der Begriff der Wissenschaft und somit der erste, - und weil e der erste ist enthält er die Trennung, daß das Denken Gegen stand für ein (gleichsam äußerliches) philosophierendes Subjck ist, muß von der Wissenschaft selbst erfaßt werden. Dies ist sogar ihr einziger Zweck, Tun und Ziel, zum Begriffe ihres Be griffes, und so zu ihrer Rückkehr und Befriedigung zugelangen.{{colonne spezza}}Circa il cominciamento che la filosofia deve fare, sembra che anch'essa in generale, come le altre scienze, prenda le mosse da un presupposto soggettivo, cioè che debba prendere ad oggetto del pensiero un oggetto particolare: altre, lo spazio, il numero e via dicendo; essa, il pensiero. Ma in ciò appunto consiste il libero atto del pensiero, nel collocarsi nel punto nel quale è per sé stesso e quindi produce e dà a sé stesso il suo oggetto. Inoltre, il punto di vista che appare qui come immediato deve diventare, dentro la scienza, risultato, e propriamente risultato ultimo, nel quale essa attinge di nuovo il suo cominciamento e ritorno in sé. In questo modo la filosofia si mostra come un circolo ritornante in sé, il quale non ha alcun cominciamento nel senso di altre scienze; cosicché il cominciamento è solo in relazione col soggetto, come quello che si vuole risolvere a filosofare, non già con la scienza come tale. - O, ciò ch'è lo stesso, il concetto della scienza, e cioè, il primo, - e perché è il primo contiene la separazione che rende il pensiero oggetto per un soggetto (parimente esteriore), che si mette a filosofare, deve esser compreso dalla scienza stessa. Questo è appunto il suo unico fine, la sua opera e la sua mira: giungere al concetto del suo concetto, e così al ritorno in sé ed al completo appagamento.{{colonne fine}} }} <br/> Bisogna innanzitutto ricordarsi che per Hegel la filosofia è «la scienza del pensiero», nel senso che ha il pensiero come inizio, come mezzo e come fine. Perciò, mentre per le altre scienze, per cominciare, ci si concentra su un presupposto soggettivo qualsiasi, per la filosofia questo significa porre come oggetto del proprio pensare il pensiero stesso, che deve essere sia l'oggetto che il fine. Ne consegue che la filosofia non ha un inizio come tutte le altre scienze, bensì comincia dove inizia il pensare al pensare.
===18 - la partizione della sua opera===
Nell'ultimo paragrafo dell'''Introduzione'', Hegel preannuncia come sarà divisa la sua opera: essa seguirà lo svolgersi dell''''''idea''''', che si presenta dapprima in sé, poi fuoriesce da sé e infine ritorna a sé partendo da dove era arrivata una volta fuoriuscita, così:
:'''I.''' La Logica, ''la scienza dell'Idea in sé e per sé'';
:'''II.''' La Filosofia della Natura, ''come la scienza dell'Idea nel suo alienarsi da sé'';
:'''III.''' La Filosofia dello Spirito, ''come la scienza dell'Idea, che dal suo alienamento ritorna in sé''.
Hegel tiene a specificare che quelle appena elencate non sono delle categorie, ma '''''momenti di passaggio''''', nel senso che c'è una fase iniziale, una intermedia e una finale, e nessuna delle tre è immobile. {{citazione|Il modo di rappresentare, che è proprio della divisione, ha perciò questo d'inesatto, che pone le singole parti o scienze l'una accanto all'altra, quasiché esse fossero immobili e sostanzialmente diverse, come tante specie.|Die Vorstellung der Einteilung hat daher das Unrichtige, daß sie die besondern Teile oder Wissenschaften nebenein ander hinstellt, als ob sie nur ruhende und in ihrer Unterscheidung sub stantielle, wie Arten, wären.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', ''Intr.'', 18}}
 
==Note==