Linea Gustav: differenze tra le versioni

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Le forze tedesche, dopo lo [[sbarco a Salerno]] nel settembre del 1943, furono costrette ad arretrare lungo la penisola, ma opposero una prima resistenza prima lungo la [[linea del Volturno]] e poi la [[linea Bernhardt]] - quest'ultima nei pressi di [[Mignano Monte Lungo]]. Il motivo di tale scelta fu determinato dalla posizione dominante di [[Montecassino]], posto sull'unica agevole via di accesso dal sud al nord verso [[Roma]]: la statale [[Casilina]]. I tedeschi, ben appostati nelle loro fortificazioni sui monti, riuscirono a contrastare l'avanzata delle forze alleate.
 
Dal lato tirrenico, a partire dal 19 luglio 1943 si ebbero ripetuti bombardamenti dell'[[aeroporto di Aquino]] ed il 10 settembre di quello stesso anno, due giorni dopo la pubblicità dell'[[armistizio di Cassibile]] avvenuta col [[proclama Badoglio]], il [[bombardamento di Montecassino]] da parte delle truppe anglo-americane che colse impreparata la popolazione della città di [[Cassino]], distruggendone l'[[Abbazia]] e causando molte vittime tra i civili. Aspri combattimenti ci furono per la conquista delle posizioni da [[San Pietro Infine]], a [[San Vittore del Lazio]], a [[Cervaro (comune)|Cervaro]], che videro protagoniste le truppe del [[Primo Raggruppamento Motorizzato]] dell'[[Esercito Cobelligerante Italiano]], che pure parteciparono [[battaglia di Montelungo]] che avvenne nei primi giorni di dicembre per la conquista di [[Mignano Monte Lungo]]; l'8 di quello stesso mese le forze alleate penetrarono le difese ed occupare i primi avamposti nemici lungo i fiumi [[Rapido (fiume)|Rapido]] e [[Gari (fiume)|Gari]], anche se a prezzo di devastazioni e distruzioni del patrimonio storico italiano, poiché nel 1944 durante gli scontri tra il [[basso Lazio]] il nord della [[Campania]] vennero distrutte la [[Torre di Capodiferro]], il [[ponte Real Ferdinando sul Garigliano]] e l'[[abbazia di Montecassino]] durante l'[[battaglia di Montecassino|omonima battaglia]], cui si unirono episodi di violenza generalizzata, come quello delle americanate/[[marocchinate]].
 
=== Il versante adriatico ===
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I tedeschi individuarono nove linee d’arresto provvisorie su cui poter guadagnare il maggior tempo possibile per poi arretrare su una decima, ampio dispositivo più fortificato e più difendibile da un punto di vista morfologico, la cosiddetta Linea Gustav o Bernhard che si estendeva, per diversi chilometri anche in profondità, da Gaeta ad Ortona. Nella sua parte più avanzata a nord del fiume Sangro, i Britannici la soprannominarono Linea del Sangro, mentre i tedeschi Linea Sigfrido. Nel settore affidato al LXXVI Panzerkorps lungo la costa adriatica, il generale Traugott Herr, con a disposizione solo la 16ª Divisione Panzer e la 1ª Divisione Paracadutisti, mise in atto concretamente la tattica voluta dal generale Kesselring, disponendo i propri piani per attestarsi il più a lungo possibile su tre posizioni ritardatrici prima di arretrare sulla Gustav-Bernhard: la prima linea difensiva era denominata Barbara e correva da San Salvo fino a [[Colli a Volturno]] passando per Lentella e Celenza. La parte orientale correva a ridosso del fiume Trigno e si estendeva in profondità su una seconda linea ritardatrice facente sempre parte della Linea Barbara, che partiva da Vasto e passava per Cupello, Furci e Carunchio. La terza, seppur appartenente al dispositivo della Gustav-Bernhard, era conosciuta come Linea avanzata del Sangro e partiva a sud di Fossacesia e Mozzagrogna per poi passare nell’entroterra a Roccascalegna, Torricella, Gamberale e Castel di Sangro.<ref>S. Malatesta, ''La Tigre sulla Linea Gustav. 1943 - le battaglie dell'8ª Divisione indiana dal fiume Sangro a Ortona'', Menabò, 2020, pp. 49-53</ref>
 
I tedeschi, ritiratisi alla fine dell'ottobre 1943 dalla linea sul fiume Trigno presso [[Vasto]], incalzati dall'VIII Armata del generale [[Bernard Law Montgomery]], fecero saltare in aria i ponti sul Sangro, e rastrellarono civili nei paesi attorno [[Lanciano]] per le opere di fortificazione. Solo dopo 2 settimane, a causa delle avverse condizioni meteorologiche e di errati bombardamenti su [[Fossacesia]], [[Mozzagrogna]] e Lanciano, gli alleati ricostruiscono i ponti e superarono il Sangro, lanciando le offensive verso Lanciano, principale obiettivo militare.
 
Avendo temporeggiato nell'annientare tutte le guarnizioni tedesche, queste si ritirano a nord, e fortificarono la linea del fiume Moro, tra Ortona, Orsogna e Guardiagrele.
 
Le operazioni dei canadesi e neozelandesi, dispiegati da Montgomery per attaccare i tedeschi a Ortona, nella [[campagna del fiume Moro]] nei primi di dicembre del '43, durarono fino alla fine dell'anno, senza successo per la conquista di Orsogna e Guardiagrele.
 
I tedeschi avevano ricevuto ordine da Hitler di non abbandonare assolutamente la città di Ortona, considerata punto strategico di alta importanza per il mare, e così gli abitanti furono sfollati nelle campagne, e il centro minato e preparato per accogliere con trappole varie gli alleati canadesi. Gli anglo-canadesi, comandati dal generale Vokes, mandato da Montgomery, attaccarono da contrada San Donato, arrivando a piazza di Porta Caldari, penetrando infine al centro, via il corso Vittorio Emanuele, fino alla piazza della cattedrale. Per i combattimenti in ogni vicolo corpo a corpo, e per la difficoltosa conquista della città, quasi rasa al suolo, Ortona fu giudicata come una "Piccola Stalingrado". Anche il comune di [[Orsogna]] subì bombardamenti gravissimi nel dicembre del '43,<ref>S. Malatesta, ''Orsogna 1943. Le battaglie per la Linea Gustav nella “Cassino dell’Adriatico”'', Menabò, Ortona, 2016, pag. 16, 92, 95, 110</ref>, durante una campagna militare dei neozelandesi. Tuttavia prima del 1944, Orsogna non riuscì ad essere conquistata, a causa dell'orografia del terreno, della cattiva preparazione militare, e dal fatto che i tedeschi occupavano i punti maggiormente strategici.
 
Nel dicembre del [[1943]] fino al giugno dell'anno successivo, la piana della Marrucina (tra Orsogna e Ortona), verrà bombardata dagli Americani e dai tedeschi in ritirata, che mineranno ogni paese con razzie e uccisioni, onde rallentare l'avanzata alleata. I primi centri ad essere distrutti sono Orsogna e Poggiofiorito, con la vicina Crecchio (dove il 9 settembre si era nascosto il re [[Vittorio Emanuele III]] nel castello. Orsogna verrà liberata solo nel giugno dell'anno 1944, come detto, con grandi perdite e distruzione quasi totale del paese.
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[[File:Gessopalena 1.jpg|thumb|upright=1.3|Veduta del borgo vecchio di Gessopalena, distrutto dai tedeschi il primo giorno del 1944]]
 
Tra il novembre del [[1943]] e l'aprile del successivo anno, i tedeschi giungono presso la [[Val di Sangro]] da Torino di Sangro e Paglieta, nonché da Lanciano. [[Casoli]], paese più popoloso dopo la vicina [[Atessa]], è dichiarata "città libera" per gli sfollati, e così i nazisti raggiungono [[Gessopalena]], dove ai primi del 1944 si consuma l'eccidio di Sant'Agata. Nel tentativo di rallentare gli alleati, i tedeschi adottano infatti la tattica della "terra bruciata". Il borgo roccioso di pietra calcarea della Maiella viene minato dalle fondamenta, con gli abitanti rinchiusi dentro le case, e fatto saltare in aria la notte del primo dell'anno. Successivamente i tedeschi raggiungono [[Taranta Peligna]] e Lettopalena, dove mettono in pratica lo stesso procedimento. Il borgo di Lettopalena viene cancellato, mentre il borgo di Taranta viene pesantemente bombardato dagli alleati.
 
[[File:Pietransieri2.jpg|thumb|left|Cappella commemorativa ai martiri dell'eccidio di Pietransieri]]
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==Galleria d'immagini==
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File:Ortona cimitero canadese 01.jpg|Monumento commemorativo della battaglia di Ortona, piazza Plebiscito, rinominata Piazza Eroi Canadesi.
 
File:Ortona 2006 -Moro River Canadian War Cemetery- by-Raboe 02.jpg|La chiesa di San Donato nel cimitero canadese di Ortona.
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== Bibliografia ==
* Grassi Lorenzo, ''Linea Gustav - Passi nella memoria'', Autoprodotto, 2018.
* Gerhard Muhm, ''La tattica tedesca nella campagna d'Italia'', in ''Linea gotica avamposto dei Balcani,'' a cura di Amedeo Montemaggi, Roma, Edizioni Civitas, 1993
* Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli, ''La Guerra in Casa'', edizioni Territori Link, DVD 2006-2007-2008-2009-2011
* Max Franceschelli, ''La Linea Gustav, Chieti e Provincia'', edizioni E'dicola, 2006