Arte povera: differenze tra le versioni

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ho precisato - alcuni dei quali -di ambito torinese perchè non tutti erano torinesi (ad esempio Pascali era barese)
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Altri esponenti del movimento oltre a quelli già citati furono [[Claudio Cintoli]], [[Sergio Lombardo]], [[Gino Marotta]], [[Fabio Mauri]], [[Giuseppe Penone]], [[Cesare Tacchi]], [[Renato Mambor]].
 
== Opere e poetichePoetiche ==
Il movimento nasce in aperta polemica con l'[[arte]] tradizionale, della quale rifiuta tecniche e supporti per fare ricorso, appunto, a materiali "poveri" come [[terra]], [[legno]], [[ferro]], stracci, [[plastica]], scarti industriali, con l'intento di evocare le strutture originarie del [[linguaggio]] della [[Società (sociologia)|società]] contemporanea dopo averne corroso abitudini e conformismi semantici. Un'altra caratteristica del lavoro degli artisti del movimento è il ricorso alla forma dell'[[installazione (arte)|installazione]], come luogo della relazione tra opera e ambiente, e a quella dell'"azione" performativa. Germano Celant, che mutua il nome del movimento dal teatro di [[Jerzy Grotowski]], afferma che l'arte povera si manifesta essenzialmente ''"nel ridurre ai minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi"''. Gran parte degli artisti del gruppo manifestano un interesse esplicito per i materiali utilizzati mentre alcuni - segnatamente Alighiero Boetti e Giulio Paolini - hanno fin dall'inizio una propensione più concettuale.