Luigi Giuliano: differenze tra le versioni

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Il 4 gennaio [[1991]], morì il suo luogotenente Antonio Capuano, ammazzato dal fratello Raffaele (in quanto sospettato di avere fatto delle avances a sua moglie Elvira Daniele); da allora Luigi Giuliano portò al collo la sua medaglietta. Nella primavera del [[1993]] Giuliano esordì nel mondo della poesia con ''Le ciliegie del dolore'', una raccolta di versi venduto a 22.000 lire e impreziosita da un'introduzione del figlio di [[Salvatore Quasimodo]]. La notizia suscitò scalpore ma alla presentazione alla libreria Feltrinelli di Napoli Giuliano non si presentò a causa di un provvedimento di soggiorno obbligato che gli imponeva di trovarsi entro sera a [[Palatà]], in provincia di [[Campobasso]]; il Tribunale delle Misure di prevenzione non concedette nessuna proroga ignorando la nota della casa editrice secondo la quale il boss era protagonista di ''"una catarsi umana e civile dopo aver vissuto ai margini della legalità"''. Giuliano fu anche autore di canzoni e si iscrisse alla [[SIAE]] e con l'aiuto del cognato Luigi Ponticelli, titolare di un'agenzia che gestiva diversi artisti, nelle feste di piazza molti neomelodici canteranno i suoi versi.
 
Nel gennaio del [[1996]], al termine di una indagine della Squadra mobile di Napoli, gli vennero sequestrati beni per 8 miliardi di lire. In quel periodo Giuliano era ricoverato per problemi cardiaci quando, per bocca anche della moglie e del suo avvocato e anche con una lettera aperte, dovette smentire le voci secondo le quali sarebbe stato intenzionato a collaborare con la giustizia sostenendo di aver rinnegato per sempre il suo passato di camorrista.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Le poesie del boss| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=224-226| ISBN=9788822720573 }}</ref> Il 30 settembre dello stesso anno, la figlia di Luigi Giuliano e di sua moglie Carmela Marzano, Marianna, sposò il figlio primogenito di [[Vincenzo Mazzarella]], Michele (classe [[1978]]), lui appena maggiorenne, lei non ancora diciassettenne (all'epoca era incinta di sei mesi). L’unione pose fine allo scontro con i [[clan Mazzarella|Mazzarella]], imparentati con [[Michele Zaza]], che durava da quindici anni, e consentì il controllo dei quartieri che vanno da [[Portici]] a [[San Giovanni a Teduccio]]. Luigi Giuliano fu il grande assente, si era reso latitante per riflettere, sul suggerimento del suo avvocato Anyo Arcella, di consegnarsi alla giustizia in modo da saldare i conti col passato. Il 20 novembre 'O Re si presentò in Questura accompagnato dal suo avvocato perché doveva scontare un residuo di pena di un anno e due mesi. I fratelli di Giuliano e qualche esponente della vecchia guardia sospettavano che l'avvocato stesse traghettando il boss verso la collaborazione con i magistrati e che ci fosse il suo zampino dietro alla progressiva presa di distanze dalla camorra. Così il 16 dicembre successivo, dopo aver cenato con la moglie di Giuliano insieme a un suo collaboratore di studio, Arcella, al volante della propria auto a due passi dal Museo Nazionale, venne affiancato da due motorini e crivellato di colpi.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=L'assassinio dell'avvocato| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=228-229| ISBN=9788822720573 }}</ref> Pochi giorni dopo vennero arrestati i fratelli di Lovigino, Guglielmo 'o Stuort, e Raffaele che decisero di collaborare (Guglielmo però a un certo punto ritrattò)
 
Il 17 settembre [[2002]] a sorpresa Giuliano annunciò di volersi pentire collegato in videoconferenza durante un'udienza al tribunale di Napoli. Tra le prime rivelazioni, gli espedienti usati nelle sezioni speciali delle carceri per eludere il divieto di comunicare tra detenuti e portare messaggi all’esterno: cordicelle per calare bigliettini nelle celle, messaggi nascosti nei termosifoni (per esempio nel settore docce del carcere di [[Parma]]), la partecipazione dei detenuti alle videoconferenze nello stesso sito, una potente colla per chiudere le lettere (realizzata artigianalmente attraverso la manipolazione di un medicinale [[lassativo]], impediva di aprirle senza distruggerle), segnali per comunicare con persone che si affacciavano dalle finestre di edifici di fronte al carcere. Inoltre Giuliano svelò il patto tra Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta per disinnescare le restrizioni del 41bis grazie al sostegno di alcuni politici con l'obiettivo di controllare il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e insediare proprie conoscenze nei tribunali di sorveglianza.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Il pentimento d'O rre| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=230-231| ISBN=9788822720573 }}</ref>