Elimaide: differenze tra le versioni
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Nulla si sa della loro lingua, anche se l'[[Lingua elamica|elamico]] era ancora usato dall'[[Impero achemenide]] 250 anni prima dell'esistenza del regno di Elimaide.<ref>G. Cameron ''Persepolis Treasury Tablets'' (1948), e R. Hallock, ''Persepolis Fortification Tablets'' (1969). Vedi anche [[Archivi di Persepoli]].</ref> Un certo numero di iscrizioni [[lingua aramaica|aramaiche]] sono state trovate a Elimaide.<ref>Gzella, H. (2008) «Aramaic in the Parthian Period: The Arsacid Inscriptions». In Gzella, H. & Folmer, M.L. (a cura di) ''Aramaic in its Historical and Linguistic Setting''. Wiesbaden. P. 107-130</ref> Il regno di Elimaide sopravvisse fino alla sua estinzione da un'invasione [[sasanide]] all'inizio del III secolo.
La «ricchezza in argento e oro» della regione è riferita nell'opera [[Libri deuterocanonici|deutero-canonica]] ''[[1 Maccabei]]'', che si riferisce a Elimaide come una «città» di interesse per [[Antioco IV Epifane]]: la narrazione vi afferma che «vi era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d'oro, corazze e armi, lasciate là da [[Alessandro il Grande|Alessandro]] figlio di [[Filippo II di Macedonia|Filippo]], il re macedone, che aveva regnato per primo sui Greci. Allora [Antioco] vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città».<ref>''1 Maccabei'' 6,1-3</ref> Lo storico ebreo Uriel Rappaport nota che l'autore di ''1 Maccabei'' era «in errore» – «Elimaide non era una città ma un paese» – e che «nessuna storia sui tesori che [Alessandro] lasciò a Elimaide è menzionata altrove».<ref>Rappaport, U., ''47. 1 Maccabei'' in Barton, J. e Muddiman, J. (2001), [https://b-ok.org/dl/946961/8f5f43 The Oxford Bible Commentary] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171122193211/http://b-ok.org/dl/946961/8f5f43 |date=22 novembre 2017 }}, p. 719</ref>
== Sovrani ==
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