[[File:ParthianVotiveReliefIranKhuzestan2ndCenturyCE.jpg|upright=0.7|left|thumb|Bassorilievo votivo partico dalla Provincia del Khūzestān, Iran, II secolo d.C.]]
Nell'Impero partico, essendo eterogeneo sia dal punto di vista politico che da quello di vista culturale, erano diffuse diverse religioni, tra cui le più diffuse erano quelle politeiste [[mitologia greca|greca]] e [[mitologia persiana|persiana]].<ref name="katouzian_2009_45">{{cita|Katouzian 2009|p. 45}}.</ref> A parte una minoranza di [[Giudaismo|ebrei]]<ref>{{cita|Neusner 1983|pp. 909–923909-923}}.</ref> e [[Cristianesimo|cristiani]],<ref>{{cita|Asmussen 1983|pp. 924–928924-928}}.</ref> la maggioranza dei Parti era [[politeismo|politeista]].<ref name="brosius_2006_125">{{cita|Brosius 2006|p. 125}}.</ref> A causa del sincretismo tra le divinità greche e persiane sorto già in epoca seleucide e perpetuatosi in età partica, esse vennero spesso fuse in una: per esempio, [[Zeus]] fu spesso confuso con [[Ahura Mazdā]], [[Ade]] con [[Angra Mainyu]], [[Afrodite]] e [[Era (mitologia)|Hera]] con [[Anahita]], [[Apollo]] con [[Mitra (divinità)|Mitra]], e [[Hermes]] con [[Šamaš|Shamash]].<ref>{{cita|Garthwaite 2005|pp. 68, 83–8483-84}}; {{cita|Colpe 1983|p. 823}}; {{cita|Brosius 2006|p. 125}}.</ref> Oltre ai dei e alle dee principali, ogni città e gruppo etnico aveva le proprie divinità caratteristiche.<ref name="brosius_2006_125"/> Come i re seleucidi,<ref>{{cita|Duchesne-Guillemin 1983|pp. 872–873872-873}}.</ref> l'arte partica attesta che i re arsacidi si consideravano essi stessi delle divinità; questo [[culto imperiale|culto dell'Imperatoreimperatore]] era forse il più diffuso.<ref>{{cita|Colpe 1983|p. 844}}.</ref>
L'estensione del patronato arsacide deldello [[Zoroastrismozoroastrismo]] è dibattuto nella storiografia moderna: il [[Mazdaismo]] si era evoluto in una prima forma di Zoroastrismo già in epoca partica, ma non è chiaro fino a quale portata la corte arsacide aderì a questa religione.<ref>{{cita|Katouzian 2009|p. 45}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 102–103102-103}}.</ref> I seguaci di [[Zoroastro]] avrebbero trovato i sacrifici sanguinolenti di alcuni culti persiani di epoca partica inaccettabili.<ref name="katouzian_2009_45"/> Tuttavia vi è evidenza che Vologese I favorì la presenza di sacerdoti [[magi (zoroastrismo)|magi]] zoroastriani a corte e promosse la redazione dei testi sacri dello Zoroastrismo che successivamente formarono l'[[Avestā]]; va tuttavia osservato che la maggioranza degli specialisti in materia è incline a respingere la teoria che un testo scritto dell'Avesta esistesse già in epoca arsacide, asserendo, invece, che i contenuti di questi testi sacri venissero trasmessi, almeno inizialmente, per via orale.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 85–8685-86}}; {{cita|Garthwaite 2005|pp. 80–8180-81}}; {{cita|Duchesne-Guillemin 1983|p. 867}}.</ref> La corte sasanide avrebbe in seguito adottato lo Zoroastrismo come religione ufficiale di stato dell'Impero.<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 67}}; {{cita|Asmussen 1983|pp. 928, 933–934933-934}}.</ref>
Anche se il profeta [[Mani (profeta)|Mani]] (216–276 d.C.) fondò il [[Manicheismo]] solo nel 228/229 d.C., agli inizi del periodo sasanide, Bivar ritiene che ci sia un collegamento con la fine della dinastia arsacide; egli sostiene che la sua nuova fede conteneva "elementi di credenze [[Mandeismo|mandeite]], cosmogonia iranica, e persino echi di Cristianesimo... [Essa] potrebbe essere considerata come una riflessione tipica delle dottrine religiose miste del tardo periodo arsacide, che l'ortodossia zoroastriana dei Sasanidi avrebbe presto spazzato via"; secondo il suddetto Bivar, il Manicheismo sarebbe nato proprio a causa della caduta della dinastia arsacide, in quanto Mani, colpito dai vani tentativi di restaurare la dinastia arsacide, avrebbe deciso di fondare una nuova religione "che avrebbe riaffermato i valori arsacidi" almeno in ambito religioso; secondo Bivar il Manicheismo può essere considerato, pertanto, "una delle ultime manifestazioni di pensiero arsacide".<ref>{{cita|Bivar 1983|p. 97}}.</ref>
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