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# La sottomissione del Figlio al Padre
 
Avvalendosi di citazioni dalle scritture, Febadio ribatte punto per punto. Glässer (in nota <ref>Glässer, ''Phoebadius,'' p.103)</ref> osserva che per Febadio la Bibbia ha “fast den Charakter einer mathematischen Formel”, in quanto possiede quasi il carattere di una formula matematica; il trattato è infatti ricco di citazioni dall’Antico e dal Nuovo Testamento, dal momento che le scritture sono spesso la base per sostenere una tesi o confutare quella del proprio avversario. Grande spazio è dato alle citazioni dal vangelo di Giovanni, molto usato nella disputa ariana dal momento che contiene informazioni utili a determinare il rapporto Padre-Figlio.  
 
Febadio difende il concetto di ''substantia'' in base al quale il Figlio è l’apparenza della sostanza del Padre e la sua sostanziale realtà fisica. Dunque Padre e Figlio devono essere distinti ma non mescolati né separati; entrambi, con lo Spirito Santo costituiscono ''unum'' quanto alla ''substantia''. Non si può parlare di un inizio per il Figlio perché ''in Patre est et fuit semper'' (15,4), quindi si deve dire che è ed è sempre stato nel Padre. Allo stesso modo non è tollerata, in Febadio, l’ipotesi che il Padre sia più grande del Figlio. Gli oppositori si basano su un passo evangelico (Gv.14,28) “Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me”. Febadio ribatte sulla base di altre citazioni tratte dal vangelo di Giovanni dove si invita a onorare il Figlio come il Padre (Gv.5,23) ed esorta a non confondere le dichiarazioni di umiltà di Gesù come conferma della sua inferiorità divina, ma fornisce altri esempi biblici in cui è dichiarata la pienezza della divinità del Figlio, come in Gv. 1,18 e in Gv. 10,30:
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== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro |titolo nome= Manlio | cognome= Simonetti, | titolo= La crisi ariana nel IV secolo (| anno=1975), | città= Roma}}
* {{Cita libro | nome= Jorg | cognome = Ulrich | titolo=Phoebadisu Phoebadius, Contra Arianos a| curaanno=1999 di| Jorg Ulrich,editore= Herder (1999)}}
 
= La nascita del purgatorio =
''La nascita del purgatorio'' è un saggio pubblicato da [[Jacques Le Goff]] nel 1981. L’opera descrive lo sviluppo storico del Purgatorio a partire dal giudeo-cristianesimo antico, fino al suo culmine nella metà del XII secolo e il rapido successo nel corso del secolo successivo. L’ultimo dei dieci capitoli è dedicato alla seconda cantica del Purgatorio di [[Dante Alighieri|Dante]] che l’autore stesso definisce “una conclusione sublime alla lenta genesi del Purgatorio”.  
 
All'interno dell'opera Le Goff espone la propria tesi sulla formazione del Purgatorio: solo alla fine del XII secolo, nel 1170, con la prima attestazione del termine ''purgatorium'' come sostantivo si può parlare della sua definitiva nascita come luogo. In precedenza, pensando all'aldilà, gli uomini concepiscono solo l'esistenza di due luoghi, inferno e paradiso. Nel corso dei secoli inizia a delinearsi questa realtà intermedia come prodotto dei mutamenti nella cultura e nella società dell'uomo medievale; per Le Goff il venir meno della netta suddivisione tra ricchi e poveri e la nascita di una classe nuova, cittadina, quella dei ''mediocres'' rappresenta un cambiamento radicale e fondamentale anche per la genesi di questo terzo luogo, riflettendosi sull'organizzazione dell'aldilà. La tesi esposta nel saggio ha suscitato non poche critiche, (come quella di <ref>Graham Robert Edwards in, ''Purgatory? Birth or Evolution?'' va in NOTA)</ref>, molti medievisti lo accusano di numerose inesattezze, tra cui quella di aver frainteso il passo di [[Agostino d'Ippona|Agostino]] ritenendo che l'autore cristiano individuasse quattro tipologie di peccatori, idea che costuisce uno dei pilastri del suo pensiero. L'assunto centrale dell'opera viene attaccato sulla base di alcune importanti testimonianze; in particolare quella contenuta nell'allegato ''Cum sacrosanta'' del concilio Lionese II del 1274 nel quale si parla solo di pene purgatorie, ma non di fuoco e tanto meno di un luogo purgatorio: in questo caso siamo un secolo dopo la prima attestazione del termine ''purgatorium'' come sostantivo, eppure ancora non si individua un luogo purgatorio nei documenti ufficiali. Perfino la comparsa per la prima volta del sostantivo ''purgatorium'' nel 1170 viene criticata: Léopold Génicot (<ref>Génicot, L'''OcidentOccident'' cit., p.422)  </ref> ha dimostrato come anche fonti anteriori al 1170 contenessero tale termine, in particolare nella ''Chronica'' di [[Sigebert di Gembloux|Sigeberto di Gembloux]], composta tra il 1083 e il 1104. Si rimprovera a Le Goff di aver trascurato la narrativa omettendo testi ugualmente importanti per la genesi del Purgatorio come le prediche di [[Giordano da Pisa]] all'inizio del Trecento<ref>{{Cita libro|autore=DelCorno|titolo=Il purgatorio|p=407-408}}</ref>. Nonostante le critiche ai pilastri della tesi dell'opera, il saggio di Le Goff rimane comunque di importanza capitale per comprendere le complesse dinamiche che hanno condotto alla nascita del Purgatorio.
 
== Parte prima: Gli aldilà prima del purgatorio ==