Calcio (Italia): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Simboli: fix
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android
m Storia: Aggiunti collegamenti
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android
Riga 38:
 
== Storia ==
Le origini della moderna Calcio sono molto antiche: possono essere fatte risalire al [[III secolo a.C.]], epoca in cui si verificò la [[Impero Romano|colonizzazione Romana]]. Tale ipotesi è suffragata da numerosi ritrovamenti avvenuti sul territorio comunale, tra i quali spicca un mosaico di straordinaria fattura che, ritenuto il miglior esempio di arte romana di tutta la provincia bergamasca, è oggi custodito nel [[Museo Archeologico di Bergamo]]. {{Cn|Da ''Calzum'', nome romano di Calcio, passava la ''[[via Mediolanum-Brixia]]'', che collegava ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''[[Brixia (archeologia)|Brixia]]'' ([[Brescia]]) passando anche da ''[[Cassano d'Adda|Cassianum]]'' ([[Cassano d'Adda]]).}}
 
Anche il significato etimologico del nome risalirebbe a quel periodo: ''calx'' infatti indicherebbe proprio il materiale presente in natura con il nome di calcio (i cui composti assumono il nome di [[calce]]), molto comune in quel tempo specialmente sulle rive del fiume Oglio, dove si verificarono i primi insediamenti umani stabili.
 
Dopo il termine della dominazione romana, Calcio dal 570 entrò a far parte del ducato [[LongobardiDucato di Bergamo|Ducato longobardo]] di Bergamo]], che dal 603 comprese anche Cremona ed il suo territorio. Nel 702, in seguito a due tentativi dei duchi di Bergamo di farsi re d'Italia, il ducato fu soppresso ed assegnato ad un Gastaldo regio. Nel 774 il territorio fu occupato dai [[Franchi]]. Furono questi ultimi a creare i presupposti per la formazione del [[Sacro Romano Impero]], i cui reggenti governarono le sorti del paese per tutta l'[[Medioevo|epoca medievale]]. Calcio entrò quindi a far parte della contea[[Contea di Bergamo,]] retta dai [[Gisalbertini di Bergamo|conti Ghisalberti]]. Poco dopo il milleMille, la contea fu suddivisa fra i [[Diocesi di Bergamo|vescovi di Bergamo]] e [[, Diocesi di Cremona|Cremona]].
Ed è a questo periodo che risalgono i primi documenti scritti che attestano l'esistenza del borgo: nel [[1035]] infatti si cita ''in loco Calzo'', per indicare alcuni possedimenti del Vescovovescovo di Cremona, al quale era stato donato in feudo il borgo dall'imperatore, unitamente alle zone circostanti.
 
Altri documenti a questo successivi ci permettono di venire a conoscenza del fatto che lo stesso vescovo concesse il paese di Calcio in feudo alla [[Sommi Picenardi|famiglia dei ''Sommi'']], ribadendo comunque l'appartenenza del paese alla diocesi cremonese. Successivi cambi portarono il borgo a gravitare nel distretto di [[Soncino]] dopo che i soncinesi nel [[1306]] conquistarono, dopo aver vinto una strenua resistenza, il castello di Calcio. Per poi ritornare nell'area cremonese nel 1442. Nuove cessioni riguardarono questo territorio: prima al conte Gabriolo [[Aliprandi]] (1364), Quindi nel 1366 alla famiglia milanese dei [[Visconti]], nella figura di [[Regina della Scala]], consorte di [[Bernabò Visconti]], ed infine all'antichissima famiglia di origine gotica dei [[Secco]], proveniente da [[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]] , nel 1380.
 
Fu con questi ultimi che il paese visse un periodo di rinascita, dopo un lungo periodo di abbandono e di povertà che aveva reso il territorio una zona paludosa e per nulla sicura. La famiglia, tra le più in vista dell'intera Lombardia, garantì ai propri sudditi una serie di esenzioni, sgravi e diritti che fecero rinascere socialmente ed economicamente il borgo, che assunse un ruolo di rilievo tra i paesi del circondario.
 
Posto in una zona di confine, tra la [[Repubblica di Venezia]] ed il [[Ducato di Milano]], era da considerarsi una vera e propria zona franca, chiamata ''[[Calciana]]'', comprendente, oltre a Calcio, i comuni di [[Pumenengo]], [[Torre Pallavicina]], Urago e la parte meridionale delle terre di Cividate. Esente dalle tasse e con una propria amministrazione. Come in tutte le zone di confine, notevole era il contrabbando praticato nonostante le rigide leggi che lo vietavano.
La totale esenzione dalle tasse durò fino alla metà del [[XVIII secolo]], mentre nei giorni successivi al 13 marzo 1797 il paese fu annesso alla repubblica Orobica ponendo fine agli oltre 400 anni di indipendenza del feudo della Calciana (1366-1797). Passò poi alla [[Repubblica Cisalpina]]. La nuova dominazione revocò tutti i privilegi riservati al paese, che fu annesso al dipartimento facente a capo a Bergamo, ed unito amministrativamente ai vicini comuni di Pumenengo e Torre Pallavicina.