Ross Perot: differenze tra le versioni
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=== Il Reform Party e le elezioni presidenziali del 1996 ===
{{Vedi anche|Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1996}}
Perot cercò di mantenere vivo il suo movimento durante la metà degli [[anni novanta]]. Provò a tenersi in contatto con gli elettori parlando del debito pubblico imperante. Inoltre tentò il boicottaggio del [[NAFTA]], e addirittura discusse con il vicepresidente [[Al Gore]] di questa sua idea durante la trasmissione televisiva ''[[Larry King Live]]''. Fin dal [[1993]] Perot patrocinò e presiedette congressi in cui partecipavano numerosi politici di alto livello. Sostenne infine il ''[[Contratto con l'America]]'' realizzato dai repubblicani e invitò i suoi elettori a votare per il partito dell'elefante durante le elezioni di medio termine svoltesi nello stesso anno.
Nel [[1995]] fondò il [[Partito della Riforma (Stati Uniti d'America)|Partito della Riforma]] (''Reform Party'') e annunciò di volersi candidare con esso alle elezioni presidenziali del [[1996]]. In queste consultazioni egli ebbe appena l'8,4% dei voti popolari, ma fu comunque un rimarchevole risultato, confrontato ai risultati ottenuti normalmente dai terzi partiti indipendenti in America. Inoltre bisogna aggiungere che egli spese molto meno soldi rispetto alle presidenziali del 1992 e che permise a sponsor privati di finanziare la sua campagna elettorale, diversamente da quanto successo quattro anni prima.
Molta gente crede che questo declino sia dovuto alla sua esclusione dai dibattiti presidenziali, basati sulla preferenza che i moderatori accordavano al candidato del [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]] e a quello del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]] (come documentato ampiamente nel libro ''Dibattiti aperti'' di [[George Farah]]), ma l'esclusione era spiegata dal fatto che egli non aveva, nei sondaggi nazionali, il quorum del 15% dei voti, a differenza del 1992. Per poter partecipare al dibattito, infatti, bisogna essere accreditati di almeno il 15% dei voti nei sondaggi.
Il candidato come vicepresidente del Reform Party era l'economista
=== Ultimi anni ===
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