Gli studi relativi all'opera di Lisipporelapo ebbero origine all'inizio dell'XIX secolo grazie a [[Ennio Quirino Visconti]] che identificò la copia presente nei [[Musei capitolini]] di [[Roma]] (inv. 410) e proveniente da [[Villa d'Este (Tivoli)|Villa d'Este]] a [[Tivoli]].
La copia più antica e fedele all'originale è probabilmente il torso conservato alla [[Centrale Montemartini]] (Musei CapitoliniomeCapitolini 2138), datato al [[I secolo a.C.]] ComeC si intuisce da questo marmo, l'originale bronzeo doveva presentare la gamba destra più avanzata rispetto alla sinistra, leggermente inclinata e con il tallone leggermente sollevato. Una seconda caratteristica dell'originale doveva essere la posizione del braccio sinistro il quale, differentemente dalle copie di età imperiale, doveva presentarsi aderente al torso nell'area dei pettorali, ma distaccato e proteso ad occupare lo spazio anteriore all'altezza dell'addome, il quale restava conseguentemente libero e ben modellato. Questo schema corrisponde alla tipica ricerca lisippea continuamente approfondita a partire dall'[[Agias]], come si può dedurre dalle riproduzioni ceramografiche dell'archetipo (Parigi, Museo del Louvre: Atene, Museo del Ceramico), fino alla piena realizzazione dell'[[Apoxyómenos]]. Il movimento sinuoso del busto con l'accentuato contrapposto si perde nelle copie più tarde, ma è ancora pienamente compreso nella copia al [[Museo nazionale romano]] (inv. 129185).
La comprensione del gesto dell'Eros, descritto nel passo di [[Publio Ovidio Nasone]] (''Metamorfosi'', V: «''e opponendovi il ginocchio curvò il flessibile corno''») risulta più agevole a seguito del ritrovamento, nel Ninfeo degli [[Eroti]] di [[Ostia (città antica)|Ostia]] nel 1940, di due copie (Ostia, [[Museo ostiense]] 139 e 1364) che hanno portato grazie alla conservazione, seppure in frammenti, del braccio e della mano sinistra nuovi elementi che facilitano l'esegesi. La mano sinistra con il medio sporgente tendeva la corda per saggiare la flessibilità dell'arma con un movimento opposto alla spinta effettuata dalla destra (si conserva il braccio destro fino al gomito nel ''pendant''), alla quale corrispondeva la forza opposta all'estremità inferiore dell'arco da parte della coscia destra.