Guerra al terrorismo: differenze tra le versioni

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La Somalia è stata considerata uno "[[stato fallito]]" a causa della debolezza del governo centrale, del dominio dei [[signori della guerra]] e dall'incapacità di esercitare un controllo efficace sul territorio. A partire da metà 2006, l'Unione delle Corti Islamiche, una fazione islamista, iniziò ad effettuare una campagna per ripristinare "la legge e l'ordine" attraverso la [[Shari'a]] e prese rapidamente il controllo della maggior parte della parte meridionale della nazione.
 
Il 4 dicembre [[2006]] l'assistente al Segretario di Stato statunitense [[Jendayi Frazer]] affermò che operativi appartenenti a cellule di al-Quaeda stavano controllando l'Unione delle Corti Islamiche. Quest'ultima negò l'affermazione<ref name=US-SAYS-AL-QAEDA-BEHIND-SOMALI-ISLAMISTS>{{cita web|url=http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L14556061.htm|titolo=U.S. says al Qaeda behind Somali Islamists|editore=Reuters|data=15 dicembre 2006|autore=Andrew Cawthorne|accesso=2 febbraio 2009|dataarchivio=4 febbraio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080204082431/http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L14556061.htm|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel tardo 2006 il Governo Federale di Transizione somalo, appoggiato dalle Nazioni Unite, vide il suo potere limitato solo a [[Baidoa]], mentre l'Unione delle Corti Islamiche controllava la maggior parte del sud del paese, tra cui la capitale [[Mogadiscio]]. Il 20 dicembre le Corti Islamiche lanciarono un'offensiva alla roccaforte governativa di Baidoa e l'[[Etiopia]] dovette intervenire a favore del governo.