Bernabò Visconti: differenze tra le versioni

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==== L'assedio e la riconquista di Pavia ====
Nel 1357 i [[Beccaria]], nobile famiglia pavese, si erano ribellati ai Visconti offrendo la città a Giovanni II del Monferrato. Tale ribellione era giustificata dalle condizioni imposte da [[Luchino Visconti (signore di Milano)|Luchino Visconti)]] nel [[1343]] che prevedevano la nomina del podestà da parte dei milanese, la presenza di una guarnigione milanese e l'obbligo di fornire soldati ai Visconti in caso di guerra in cambio della permanenza dei Beccaria nel governo della città. Quando il marchese di Monferrato prese possesso della città i Beccaria si dovettero presto ricredere dato che questi mal soffriva la loro influenza. Decise pertanto di cacciarli sfruttando la predicazione del carismatico frate agostiniano [[Giacomo Bussolari]] che gettava discredito su di loro e sui Visconti ed era molto popolare tra i cittadini per la sua eloquenza.
 
Presto il frate diventò di fatto il signore della città per conto del marchese. I Beccaria cercarono di farlo assassinare ma fallirono e furono costretti dal popolo ad abbandonare Pavia e a veder distrutte le loro proprietà. Giunti a Milano, si accordarono con Galeazzo II per vendicarsi del Bussolari e riuscirono a scatenare una rivolta ai danni dei pavesi insieme ai [[Landi]] che fecero passare dalla parte dei milanesi molte cittadine e castelli del pavese e dell'Oltrepò come [[Voghera]] e [[Broni]]. Nel marzo del [[1358]], non appena si furono sciolte le nevi, Bernabò insieme al fratello tornò ad assediare [[Pavia]] con un esercito al comando di [[Luchino Dal Verme|Luchino dal Verme]], collocando le truppe davanti a Porta San Salvatore. In aprile la flotta milanese riuscì a sconfiggere quella pavese e la città fu assediata anche via fiume.