In un'altra occasione, invece, quando l'assemblea si rifiutò di ascoltarlo e lo indusse ad andarsene, un attore di nome Satiro lo seguì per parlargli amichevolmente.
Da ragazzo Demostene soffriva di un difetto di [[pronuncia]]: "«un'espressione perplessa e indistinta e una mancanza di respiro, che, rompendo e disarticolando le sue frasi, rendeva oscuro il senso e il significato di ciò che diceva"».<ref name="Pl6" />
È probabile che Demostene soffrisse di [[rotacismoRotacismo (dislalia)|rotacismo]], pronunciando la ρ (r) come λ (l)<ref>{{Cita|H. Yunis|p. 211}}.</ref>; Eschine lo scherniva e si riferiva a lui nei suoi discorsi con il soprannome di "Batalo", inventato dai tutori di Demostene o dai ragazzini con cui giocava da bambino<ref name="AischI126">{{Cita|Eschine, ''Contro Timarco''|126}}.</ref><ref>{{Cita|Eschine, ''Sull'Ambasceria''|99}}.</ref>.
Secondo Plutarco, Demostene intraprese un programma di allenamento per superare le debolezze e migliorare la sua dizione, espressione e gesti<ref name="Pl6-7">{{Cita|Plutarco|6-7}}.</ref>.
Secondo la tradizione, quando gli fu chiesto di nominare i tre elementi più importanti di un'orazione, rispose "«dizione, dizione e dizione!"»<ref>{{Cita|Cicerone,''De Oratore''|3}}.</ref><ref>{{Cita|Kennedy|pp. 517-518}}.</ref> ma non è noto fino a che punto tali aneddoti fossero veri o inventati per dare lustro alla sua perseveranza e determinazione<ref name=Bad16>{{Cita|E. Badian|p. 16}}.</ref>.