Biennio rosso in Italia: differenze tra le versioni

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==La crisi economica==
[[File:I mutilati chiedono il pane al Governo.jpg|thumb|Manifestazione di protesta organizzata dall'"[[Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra]]".]]
L'economia italiana si trovava in una situazione di grave crisi, iniziata già durante la guerra e che si protrasse a lungo; infatti, nel biennio 1917-1918 il reddito nazionale netto era sceso drasticamente, e rimase, fino a tutto il 1923, ben al di sotto del livello d'anteguerra<ref>Giorgio Candeloro, ''Storia dell'Italia moderna. Volume ottavo. La prima guerra mondiale, il dopoguerra, l'avvento del fascismo'', Feltrinelli, Milano 1996 (sesta edizione), p. 229.</ref>, mentre il tenore di vita delle classi popolari era, durante la guerra, nettamente peggiorato; secondo una statistica, fatto pari a 100 il livello medio dei salari reali nel 1913, questo indice era sceso a 64,6 nel 1918<ref>G. Candeloro, ''op. cit.'', p. 236.</ref>. Nell'immediato dopoguerra si verificarono inoltre un ingentissimo aumento del debito pubblico<ref>G. Candeloro, ''op. cit.'', p. 225.</ref>, un forte aggravio del deficit della bilancia dei pagamenti<ref name="contesto">G. Candeloro, ''op. cit.'', p. 281.</ref>, il crollo del valore della [[Lira italiana|lira]]<ref>G. Candeloro, ''op. cit.'', p. 229.</ref> e un [[Inflazione|processo inflattivo]] che portò con sé la repentina diminuzione dei salari reali<ref name="contesto"/>. Il peggioramento delle condizioni di vita delle classi popolari (già duramente provate dalla guerra) fu la causa immediata dell'ondata di scioperi e di agitazioni, iniziata nella primavera del 1919, alla quale non rimase estranea nessuna categoria di lavoratori, sia nelle città sia nelle campagne, compresi i pubblici dipendenti, cosicché l'anno 1919 totalizzò complessivamente in Italia oltre 1&nbsp;800 scioperi economici e più di {{formatnum:1500000}} scioperanti<ref name="contesto"/>.