Invasione statunitense di Panama: differenze tra le versioni

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Nel 1983 Torrijos fu succeduto dal Generale [[Manuel Noriega]], con il quale gli Stati Uniti avevano mantenuto ottimi rapporti in quanto Noriega aveva lavorato come collaboratore e informatore della [[CIA]] a partire dal 1967, incluso nel periodo in cui [[George H. W. Bush]] fu direttore dell'Agenzia (1976-1977)<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Howard Jones|titolo=Crucible of Power: A History of US Foreign Relations Since 1897|anno=2001|lingua=en|p=494|ISBN=ISBN 978-0-8420-2918-6}}</ref>. Nel contesto delle tensioni tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica in [[America centrale]] nel corso della fase finale della [[Guerra fredda]], Noriega si era apertamente schierato con gli Stati Uniti, in particolare sabotando le forze del [[Sandinismo|governo Sandinista]] in [[Nicaragua]] e i rivoluzionari del [[Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale|FMLN]] a [[El Salvador]]. Nonostante avesse lavorato anche con la [[Drug Enforcement Administration]] (DEA) per contrastare il contrabbando illegale di droga, Noriega era allo stesso tempo noto per accettare notevoli finanziamenti dai cartelli della droga e facilitare il riciclaggio di denaro per il traffico di droga<ref name=":0" />. Questi trafficanti ricevettero protezione dalle investigazioni della DEA grazie alla speciale relazione che Noriega aveva con la CIA<ref>{{Cita libro|autore=Alexander Cockburn|autore2=Jefferey St. Clair|titolo=Whiteout: the CIA, Drugs, and the Press|lingua=en}}</ref>.
 
Nella metà degli anni 1980, i rapporti tra Noriega e gli Stati Uniti cominciarono a deteriorarsi. Nel 1986 il Presidente [[Ronald Reagan]] aprì dei negoziati con Noriega chiedendogli di farsi da parte come leader di Panama dopo che le sue attività criminali erano state divulgate pubblicamente dal giornalista [[Seymour Hersh]] del ''[[The New York Times]]''<ref>{{Cita web|url=https://nsarchive2.gwu.edu//NSAEBB/NSAEBB2/index.html|titolo=The Contras, Cocaine, and Covert Operations|sito=National Security Archive Electronic Briefing|editore=[[Università George Washington|George Washington University]]|data=1999|p=2}}</ref>. Noriega rifiutò le richieste di Reagan. Già nel 1988, Elliott Abrams e altri esponenti del [[Pentagono (edificio)|Pentagono]] iniziarono a premere per un intervento militare a Panama, ma Reagan rifiutò per via dei rapporti tra Bush (suo vicepresidente) e Noriega, temendo che sollevare la questione avrebbe avuto un impatto negativo sulla imminente [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1988|campagna presidenziale di Bush]]<ref>{{Cita libro|autore=Robert B. Oakley|autore2=Michael J. Dziedzic|autore3=Eliot M. Goldberg|titolo=Policing the New World Disorder: Peace Operations and Public Security.|anno=1998|editore=National Defense University Press|ISBN=ISBN 978-1-57906-006-0}}</ref>.
 
Nel marzo 1988 le forze di Noriega resistettero ad un tentativo di colpo di stato. Con il continuo deteriorarsi delle relazioni con gli Stati Uniti, Noriega cominciò a spostare il suo asse di alleanze verso il blocco sovietico, ricevendo aiuto militare da [[Cuba]], Nicaragua e la [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|Libia]] di [[Muʿammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]]<ref>Ronald H. Cole (1995). ''[https://www.jcs.mil/Portals/36/Documents/History/Monographs/Just_Cause.pdf Operation Just Cause: The Planning and Execution of Joint Operations in Panama, February 1988 – January 1990]'' (PDF). Joint History Office, Office of the Joint Chiefs of Staff. p. 6.</ref>. Di conseguenza gli alti apparati statunitensi cominciarono a pianificare un'invasione di Panama.
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Nell'ottobre 1989, dopo un secondo fallito colpo di stato per rovesciare Noriega, Bush dichiarò che gli Stati Uniti non avrebbero negoziato con un trafficante di droga, negando inoltre di essere a conoscenza dei traffici illeciti tra Noriega e i cartelli della droga prima del 1988. Il 15 dicembre, l'Assemblea generale di Panama passò una risoluzione dichiarando uno stato di guerra con gli Stati Uniti d'America.
 
La notte seguente, le forze di Noriega bloccarono ed arrestarono quattro [[United States Marine Corps|marines]] americani ad un posto di blocco stradale davanti alla sede delle ''Fuerzas de Defensa de Panamá'' (FDP) in ''El Chorrillo'', quartiere di [[Panama (città)|Città di Panama]]. Uno di loro, il tenente Robert Paz fu colpito da dei colpi di arma da fuoco mentre cercava di fuggire, morendo in ospedale poche ore dopo. La versione del Pentagono fu che i quattro militari erano disarmati e stavano viaggiando su un veicolo privato per recarsi ad una cena in un ristorante di un hotel in città, mentre le forze del FDP asserirono invece che i marines erano armati ed in una missione di ricognizione<ref>Corps Historian's Personal Notes Recorded During the Operation</ref>.
La notte seguente, le forze di Noriega uccisero il [[United States Marine Corps|marine]] Robert Paz a Città di Panama. Si disse anche che le sue forze si impegnarono in diffuse molestie nei confronti di altri soldati statunitensi, tra cui almeno un caso di [[abuso sessuale]].
 
Secondo le fonti militari americane un altro soldato americano, Adam Curtis, e sua moglie, Bonnie, che erano stati testimoni dell'incidente, furono anche loro arrestati dalle forze dell'FDP e mentre si trovavano in custodia dell'FDP Curtis fu picchiato selvaggiamente mentre sua moglie fu minacciata di [[Abuso sessuale|abusi sessuali]]<ref>{{Cita libro|autore=Don Mann|titolo=Navy SEALs: The Combat History of the Deadliest Warriors on the Planet.|anno=2019|editore=Skyhorse|lingua=en}}</ref>.
 
== La giustificazione ufficiale degli Stati Uniti ==
[[File:Operation Just Cause.jpg|thumb|La mappa tattica in inglese dell'operazione|271x271px]]Le ragioni ufficiali degli Stati Uniti per l'invasione furono articolate dal Presidente Bush la mattina del 20 dicembre 1989, poche ore dopo l'inizio dell'invasione. Bush citò la dichiarazione dello stato di guerra di Panama con gli Stati Uniti e l'attacco adai alcune truppesoldati statunitensi della notte precedente come [[Casus belli|giustificazione per l'invasione]].
 
Bush elencò inoltre altri quattro obbiettivi dell'invasione:
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* Assicurare l'incolumità dei cittadini statunitensi sul suolo di Panama. Nel suo discorso, Bush dichiarò che Noriega aveva minacciato le vite di circa 35.000 cittadini statunitensi che si trovavano a Panama.
* Difendere i diritti umani e la democrazia a Panama
* Combattere il traffico di droga e porre fine al ruolo di Panama nel passaggio di traffici illeciti di droga destinati agli Stati Uniti e all'[[Europa]].
* Garantire il rispetto dei Trattati Torrijos-Carter. Diversi membri del [[Congresso degli Stati Uniti]] avevano infatti osservato che Noriega stava minacciando la neutralità del Canale di Panama e che gli Stati Uniti avevano il diritto di intervenire militarmente per proteggere il canale.
 
== L'invasione ==
[[File:A UH-60 Black Hawk helicopter hovers near the position of Company D, 2nd Light Armored Infantry Battalion, as it picks up a Marine who became a heat casualty during Operation CHEYEN - DPLA - 6270666025399a4167ae02aed01a0344.jpeg|miniatura|sinistra|Un [[Sikorsky UH-60 Black Hawk|Black Hawk]] dell'[[United States Army|esercito americano]] raccoglie una vittima dei [[United States Marine Corps|marine]]]][[File:Operation Just Cause.jpg|thumb|La mappa tattica in inglese dell'operazione|271x271px]]L'invasione statunitense di Panama iniziò il 20 dicembre 1989. L'operazione vide la partecipazione di 27.000 militari americani e 300 aerei. L'operazione iniziò con l'attacco ad installazioni strategiche tra le quali anche l'aeroporto civile della [[Panama (città)|città di Panama]].
 
Poche ore dopo l'inizio dell'invasione, [[Guillermo Endara|Guillermo Endara Galimany]] prestò giuramento come presidente in un'installazione militare USA.
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== Conseguenze ==
Dopo l'occupazione del canale di Panama, proseguita per ben dieci anni, gli Stati Uniti d'America hanno restituito ai panamensi la gestione del canale il 31 dicembre del [[1999]] (in base agli accordi [[Trattati Torrijos-Carter|Torrijos-Carter]]), negoziando con questi un importante accordo di libero scambio (firmato nel [[2007]], entrato in vigore il 31 ottobre [[2013]]).<ref>[http://www.treccani.it/geopolitico/paesi/panama.html Panama | Paesi | Treccani Atlante Geopolitico<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Dopo la guerra gli USA, in seguito a un lungo raffreddamento dei contatti economici, hanno ripreso ad essere il maggior partner commerciale e politico del paese centroamericano.
 
== Reazioni internazionali ==
Il 22 dicembre, l'[[Organizzazione degli Stati Americani]] adottò una risoluzione che deplorava l'invasione e chiedeva il ritiro delle truppe americane, oltre a una risoluzione che condannava la violazione dello status diplomatico dell'Ambasciata del Nicaragua a Panama da parte delle forze speciali che erano entrate nell'edificio.
 
Al [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], dopo aver discusso la questione per diversi giorni, fu presentata da sette nazioni una bozza di risoluzione che chiedeva il ritiro immediato delle forze statunitensi da Panama. Il 23 dicembre la bozza ricevette il [[veto]] da tre dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, [[Francia]], [[Regno Unito]] e Stati Uniti, che citarono il diritto di autodifesa degli americani presenti nella Zona del Canale di Panama<ref>[[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] l ''Verbatim Report'' ''2902''. '''S/PV/2902''' page 15. December 23, 1989. </ref>.
 
Il [[Perù]] richiamò il suo ambasciatore negli Stati Uniti in segno di protesta per l'invasione.
 
Si dice che il popolo panamense abbia sostenuto l'invasione. Secondo un sondaggio, il 92% degli adulti panamensi approvò l'incursione degli Stati Uniti e il 76% voleva che le forze statunitensi invadessero già in ottobre durante il colpo di stato. Il 74% degli americani intervistati approvò l'azione<ref>{{Cita libro|autore=Robert A. Pastor|titolo=Exiting the Whirlpool: U.S. Foreign Policy Toward Latin America and the Caribbean|anno=2001|p=96|ISBN=ISBN 9780813338118}}</ref>.
 
Diciotto anni dopo l'invasione, il 20 dicembre 2007, il legislatore di Panama ha dichiarato il 20 dicembre anniversario dell'invasione del 1989 come giorno di lutto nazionale.
 
== Note ==