Jan Prosper Witkiewicz: differenze tra le versioni

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Nel novembre 1835, a Orsk, si unì a una carovana e nel gennaio 1836 raggiunse [[Bukhara]], dove raccolse informazioni e discusse di commercio e diplomazia con i funzionari dell'[[Emirato di Bukhara|emiro di Bukhara]]. Lo scopo della visita era scoprire se l'emiro sarebbe rimasto neutrale nel caso la Russia avesse attaccato il [[khanato di Khiva]]<ref name=BeM_1999_84-85 />, cosa che poi avvenne con la [[campagna di Khiva (1839)|campagna di Khiva]] del 1839. A Bukhara incontrò Hussein Ali, inviato da [[Dost Mohammed Khan]], [[Emirato dell'Afghanistan|emiro di Kabul]], per incontrare lo zar. Witkiewicz accompagnò Hussein Ali a Orenburg e a [[San Pietroburgo]], che raggiunsero nel luglio 1836. Fece da interprete nelle discussioni afghano-russe, che si protrassero fino al maggio 1837.
 
Nel 1837, su istruzioni del ministro degli esteri russo, [[Karl Vasil'evič Nessel'rode]], fu inviato in missione diplomatica a Kabul. Giunto a [[Teheran]] da [[Tbilisi]], incontrò il ministro russo a Teheran, conte Ivan Simonič . Proseguendo verso est con una scorta di [[cosacchi]], incontrò casualmente il tenente [[Henry Creswicke Rawlinson|Henry Rawlinson]]<ref name=BeM_1999_84-85 />. Parlando in [[Lingua turkmena|turkmeno]], Witkiewicz affermò di portare i doni dello [[zar]] [[Nicola I di Russia|Nicola I]] allo [[scià]] [[Muhammad Shah Qajar]], che in quel momento stava marciando verso est per conquistare [[Herat]]. Quella notte Rawlinson raggiunse l'accampamento dello scià, che gli disse che la storia raccontata da Witkiewicz era una sciocchezza e che aveva dato personalmente a Witkiewicz il permesso di attraversare il suo territorio fino a Kabul. Poco dopo Witkiewicz si presentò al campo. Parlando in un prefetto francese, si scusò con Rawlinson per la sua indispensabile prudenza in un paese pericoloso<ref name=BeM_1999_84-85 />. Il {{data|1|11|1837}} Rawlinson riferì il suo incontro all'inviato britannico in Persia, [[John McNeill]], e la notizia raggiunse presto [[Calcutta]] e [[Londra]]. Poiché i britannici sapevano già che Simonič, e forse lo zar, avevano incoraggiato l'attacco persiano a Herat, ciò accrebbe la loro determinazione di agire in [[Afghanistan]].
 
Witkiewicz raggiunse Kabul la vigilia di Natale del 1837 e cenò con il rappresentante britannico sir [[Alexander Burnes]], l'avventuriero americano [[Josiah Harlan]] e Dost Mohammed Khan<ref name=BeM_1999_84-85 />. Così Burnes descrisse Witkiewicz:
{{citazione|Era un uomo gentile e gradevole, di circa trent'anni, parlava correntemente il francese, il turco e il persiano e indossava l'uniforme di un ufficiale dei cosacchi<ref name=Macintyre_2002_205>{{Cita|Macintyre|2002, p. 205}}.</ref>}}
In un primo momento, Dost Mohammed Khan fu favorevole ai britannici, ma quando ricevette un ultimatum da [[George Eden, I conte di Auckland|Lord Auckland]] si rivolse a Witkiewicz. A Kabul, Witkiewiczche si presentò come un messaggero dello zar Nicola I. Dost Mohammed Khan notò però che la lettera che Witkewicz aveva portato con sé, presumibilmente da parte di Nicola stesso, era priva di firma<ref name=BeM_1999_84-85 />., Laanche lettera di Witkewiczse aveva come sigillo l'aquila bicipite dell'Impero russo, di cui. Burnes fece una copia del sigillo<ref name="BeM_1999_84-85" />. Burnes mostròe la sua copiamostrò ad un esperto di numismatica, [[Charles Masson]], che in seguito ricordò:
{{citazione|Il capitano Burnes mi fece notare il grande sigillo esterno sulla busta. Ho mandato a prendere una pagnotta di zucchero russo al bazar, in fondo alla quale abbiamo trovato esattamente lo stesso sigillo<ref name=BeM_1999_84-85 />}}
Nel frattempo, a Londra, [[Henry John Temple, III visconte Palmerston|Lord Palmerston]], segretario di stato per gli affari esteri, aveva convocato l'ambasciatore russo conte [[Carlo Andrea Pozzo di Borgo]], lamentandosi delle attività russe in Afghanistan. Temendo la reazione britanniche, i russi richiamarono, con la scusa che entrambi avevano oltrepassato le loro istruzioni, sia Simonič che Witkiewicz, che si trovavano all'[[assedio di Herat (1837-1838)|assedio di Herat]].
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{{citazione|non conoscere alcun capitano Witkewicz, se non un avventuriero con questo nome che, a quanto si dice, era stato recentemente coinvolto in alcuni intrighi non autorizzati a Kabul<ref name=Macintyre_2002_257>{{Cita|Macintyre|2002, p. 257}}.</ref>}}
 
Una settimana dopo aver raggiunto San Pietroburgo, Witkewicz fu trovato morto nella sua stanza d'albergo. Al suo fianco c'era una pistola e nella stanza un mucchio di carte bruciate. Witkiewicz si era suicidato perché Nessel'rode aveva disconosciuto le sue azioni, sostenendo che la sua visita a Kabul non era stata ordinata da lui. Con il sogno di una carriera diplomatica in rovina, Witkiewicz aveva deciso di togliersi la vita<ref name="Macintyre_2002_257" />. I resoconti russi danno però un'altra interpretazione e affermano che Witkiewicz ricevette riconoscimenti e che gli fu persino concessa un'udienza con lo zar per il giorno successivo. Alludono inoltre al fatto che in realtà non si tratto di un sicidio, ma di un assassinio ordito dai britannici per impedire a Witkeiwicz di condividere le preziose informazioni raccolte sull'Afghanistan, e che i documenti furono probabilmente bruciati dagli stessi assassini<ref name="Dalrymple">{{Cita|Dalrymple|2012}}.</ref>. Altre fonti sostengono invece che Witkiewicz si sia suicidato dopo aver ricevuto la visita di un vecchio amico polacco, durante la quale era stato accusato di essere un traditore degli ideali della sua giovinezza e di aver servito nelle file del nemico del suo Paese<ref name="Dalrymple" />.
 
== RiferimentiRife rimenti culturali ==
I resoconti russi danno però un'altra interpretazione e affermano che Witkiewicz ricevette riconoscimenti e che gli fu persino concessa un'udienza con lo zar per il giorno successivo. Alludono inoltre al fatto che in relatà si trattò di un assassinio ordito dai britannici per impedire a Witkeiwicz di condividere le preziose informazioni raccolte sull'Afghanistan e che furono probabilmente gli stessi assassini a bruciare i documenti<ref name="Dalrymple">{{Cita|Dalrymple|2012}}.</ref>.
 
Altre fonti sostengono invece che Witkiewicz si sia suicidato dopo la visita di un vecchio amico polacco, durante la quale era stato accusato di essere un traditore degli ideali della sua giovinezza e di aver servito nelle file del nemico del suo Paese<ref name="Dalrymple" />.
 
== Riferimenti culturali ==
 
[[Julian Semënovič Semënov]] ha basato il suo libro ''Diplomatičeskij agent'' ({{russo|Дипломатический агент}}, "L'agente diplomatico") sulla storia della vita di Witkiewicz.
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Witkiewicz è protagonista di ''Duel' w Kabule'' ({{russo|Дуэль в Кабуле}}, "Un duello a Kabul") di Mikhail Semënovič Gus e di ''Opasnaja doroga w Kabul'' ({{russo|Опасная дорога в Кабул}}, "La pericolosa via per Kabul") di [[Valentin Pikul'|Valentin Savvič Pikul']]; è citato nella novella di ispirazione simbolista ''Nietota. Księga tajemna Tatr'' ("Il libro segreto dei Monti Tatra") di [[Tadeusz Miciński]] e ha ispirato lo scrittore lituano Regimantas Dima nello scrivere il suo libro ''Vilniaus Plovas'' ("Il pilaf di Vilnius").
 
Witkiewicz è il prototipo dell'eroe nel lungometraggio ''Služa otečestvu'' ({{russo|Служа отечеству}}, "Servendo la patria") del regista uzbeko Latif Obidovich Fayziyev: le avventure dell'ufficiale russo Aleksej Nalymov sono ispirate alalle destinovicende di Witkiewicz.
 
== Note ==