Lubriano: differenze tra le versioni

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Lo stemma lubrianese raffigura il pastorello San Procolo (di cui si parlerà più avanti) addossato a una quercia tenente con la mano destra una verga da pastore e con la sinistra un castello a tre torri segno di protezione sul paese. La più antica rappresentazione dell'attuale stemma è rintracciabile in alcuni documenti conservati presso l'archivio vescovile di Bagnoregio, risalente ai primi del Seicento<ref>{{Cita libro|titolo=AAVV, ''Stemmi e gonfaloni della Teverina'', Collana di storia, tradizioni e folclore, a cura dell'Associazione intercomunale della Teverina per la cultura, n° 3, Grotte di Castro 1993}}</ref>. [[File:Stemma del Comune di Lubriano (VT).png|thumb|Stemma del Comune di Lubriano (VT)]]
 
== Monumenti e luoghi d'interesse principali ==
Il paese è disteso longitudinalmente su un alto promontorio tufaceo che si inoltra nella valle dei calanchi. Il centro storico segue linearmente l'andamento del promontorio tufaceo su cui Lubriano sorge. Al centro di esso si apre l'ariosa Piazza San Giovanni Battista, il salotto di Lubriano, affacciata a balcone sulla valle e sulla veduta di [[Civita di Bagnoregio]]. Su questa si affacciano la chiesa di San Giovanni Battista e il palazzo Monaldeschi (già Bourbon del Monte), splendido esempio di barocco locale. Ricchi di fascino e molto caratteristici sono i piccoli vicoli, gli archi, le scalette e le piccole piazzette che si aprono nei vari quartieri medioevali, come, l'Ortale (dove sorge l'antica torre medievale) e lo Scenditoio. Dai suoi numerosi affacci si può godere di inaspettate e caratteristicheampie visuali sulla Valle dei Calanchi e su [[Civita di Bagnoregio]]. Poco fuori dal centro storico si trova il santuario dedicato alla Madonna del Poggio, altro delizioso esempio di [[arte barocca]].
=== Architetture religiose ===
; Chiesa di San Giovanni Battista Decollato
 
[[File:Chiesa San Giovanni Battista Lubriano ESTERNO.jpg|thumb|upright|Chiesa di San Giovanni Battista Decollato, veduta esterna dall'omonima piazza.]]
La chiesa parrocchiale di Lubriano, dedicata a [[Giovanni Battista#Morte|San Giovanni Battista Decollato]], sorge pressoché al centro del nucleo antico del paese e chiude a est con la sua facciata barocca e il suo snello campanile, l'ariosa omonima Piazza, donandole, insieme con il Palazzo Feudale, anch'esso in stile barocco, un aspetto gradevole ed elegante. La piazza, come altri punti, si affaccia a balcone sull'alto strapiombo, e da qui si può avere una bellissimaun'ampia visuale sulla vallata, su [[Civita di Bagnoregio]] e sulla prima parte del centro storico, dove svetta la Torre Medievale. Le origini della chiesa si perdono nel tempo. Un primo edificio di culto risalirebbe al periodo longobardo, come testimonia il ritrovamento, durante gli ultimi lavori di restauro di diverse sepolture longobarde e delle strutture perimetrali della parte absidale, al di sotto dell'attuale pavimento, coeve. Un documento risalente all'anno 824, testimonia la compravendita di vari terreni da parte dell'Abbazia del SS Salvatore del Monte Amiata nel territorio di Lubriano, e tra i firmatari dell'atto figura un Domnolinus chierico della chiesa del "Vicus Cimmerianus"<ref name="Eletto Ramacci 1500">{{Cita libro|titolo=Eletto Ramacci, Lubriano, cronologia storica dai tempi antichi al 1500, Viterbo 1985}}</ref>. Identificando l'abitato di Lubriano con il Vicus Cimmerianus del documento, ed essendoci un chiericus, ovvero un sacerdote, appare chiara la presenza in sito di un nucleo ecclesiastico<ref name=":0">{{Cita libro|titolo=Michelangelo Cagiano de Azevedo, Continuità di vita in una struttura militare dell'Alto Lazio: il Castello di Seppie, Roma 1977}}</ref>, comprovato fra l'altro dai ritrovamenti, e dalla presenza all'interno dell'attuale chiesa, di sculture a intreccio tipiche del periodo Longobardo - Carolingio. Agli inizi del 1100 venne eretta, la nuova chiesa dedicata a [[San Giovanni Battista]], in aderenza, o comunque in sostituzione della vecchia costruzione, che scomparve<ref name="Eletto Ramacci 1500"/>. La chiesa di [[San Giovanni Battista]] crebbe d'importanza, seppur un vuoto di notizie porta agli inizi del 1500, quando aveva il titolo di [[collegiata]]. Ampliata e rimaneggiata a più riprese, con la realizzazione delle cappelle laterali, e degli altari posti nella parete nord si arriva al XVIII secolo. Fortemente danneggiata dal terremoto del 1695, venne restaurata e venne realizzata la nuova facciata in stile Barocco, molto probabilmente opera di Giovanni Battista Gazzale (al tempo autore del rifacimento del Palazzo Feudale e della nuova chiesa della Madonna del Poggio). Venne riparato anche il campanile, ma lo stesso subirà a breve una triste sorte. Nella metà del 1800 questo, colpito e danneggiato da un fulmine, cadde in rovina. Incaricato dall'allora parroco don Crispino Catteruccia, l'architetto orvietano Paolo Zampi, progettò l'attuale torre campanaria, realizzata nella seconda metà dell'Ottocento<ref>{{Cita libro|titolo=Giorgio Muratore - Patrizia Loiali, Paolo Zampi (1842-1914) - a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto - Roma 2005}}</ref>. L'interno semplice, ma di scuro effetto, si rifà all'architettura romanica. Una sola navata scandita da grandi arcate suddividono l'ambiente in 4 campate nell'ultima delle quali trova posto il presbiterio rialzato.[[File:Lubriano chiesa di San Giovanni Battista interno.jpg|thumb|Interno della Chiesa di San Giovanni Battista.]] Tre grossi fornici, aperti negli anni '30 del secolo scorso, collegano quest'ultimo con la parte absidale e con la sagrestia. La copertura è a tetto con travi in legno, sorretto dalle arcate prima descritte. Nella parte absidale invece la copertura poggia su una volta a botte. Nella parete meridionale si aprono, nella seconda e terza campata due cappelle. La prima cappella è dedicata alla [[Madonna del Rosario]]. Sotto l'altare vi è collocato il simulacro con i resti del pastorello San Procolo. La seconda è dedicata al [[Santissimo Sacramento|SS Sacramento]]. Nella parete settentrionale si trovavano un tempo altri altari. Uno era dedicato all'[[Angelo Custode]] e un altro a San Carlo. All'interno della chiesa troviamo diverse opere d'arte di notevole interesse. Nella cappella della [[Madonna del Rosario]] una grande pala seicentesca raffigurante la deposizione dalla Croce. L'opera risulta una copia della [[Pietà con san Francesco e Maria Maddalena]] di [[Annibale Carracci]], probabilmente eseguita da un allievo della sua nutrita scuola (un'altra copia si trova nella vicina Orvieto). Una pregevolissima [[annunciazione]], pala dell'altare della scomparsa chiesa dell'Annunziata presso il monastero di Santa Maria in Suntina, è stata riportata all'antico splendore da un curatissimo e recente restauro. L'opera stata attribuita a [[Girolamo Troppa]] e risale alla seconda metà del 1600. L'opera, prima del restauro conservata nella cappella del Santissimo Sacramento, dopo il restauro è stata inserita nella cornice in stucco settecentesca, presente nella parete nord della navata ove un tempo era l'altare di San Carlo.[[File:Annunciazione Lubriano Chiesa di San giovanni Battista.jpg|thumb|L'annunciazione.]] La pala dell'altare maggiore raffigura la [[decapitazione del Battista]].[[File:Decollazione battista Lubriano.jpg|thumb|La decapitazione del Battista.]] Molto interessante risulta un ciclo di affreschi votivi recentemente restaurati, raffiguranti San [[Papa Martino I|Martino I]] Papa, [[San Paolo Apostolo]], [[Sant'Andrea Apostolo]] e un [[San Giovanni Battista]].[[File:Lubriano affreschi seicenteschi Chiesa San Giovanni Battista.jpg|thumb|Gli affreschi seicenteschi di recente restaurati.]] Un altro grande e bell'affresco raffigurante l'[[Angelo Custode]], che costituiva la pala dell'altare con questa dedica, è stato recuperato contemporaneamente agli affreschi dei santi. Sono inoltre presenti altre opere di minore valore. Da segnalare la presenza di molte lapidi incastonate nei muri. Tra queste degne di menzione alcune pietre con motivi a intreccio di epoca longobardo-carolingia, uno stemma dei [[Monaldeschi]], e i resti della tomba di Benedetto di Ermanno Monaldeschi del Cervo. Quest'ultima venne riutilizzata nel 1430 come lapide della sepoltura dei resti del pastorello San Procolo.
 
;Chiesa della Madonna del Poggio