Niceforo Foca il vecchio: differenze tra le versioni

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Niceforo rimase al comando del Charsianon fino alla sua assunzione come comandante supremo (''[[strategos|monostrategos]]'', "generale unico") dell'esercito bizantino in [[Storia dell'Islam nell'Italia meridionale|Italia meridionale]], in sostituzione di [[Stefano Massenzio]], che era stato sconfitto dagli Arabi. Ciò si verificò nel 885, secondo la datazione tradizionale.<ref name=Stankovic2/><ref name=Guilland439>{{cita|Guilland 1967|p. 439}}.</ref> É plausibile, tuttavia, che Niceforo fosse stato già inviato in Italia in precedenza, alla testa di un distaccamento scelto di truppe dal Charsianon, che [[Teofane Continuato]] attesta come parte delle truppe di Massenzio.<ref name=PmbZ/> Aveva a disposizione truppe provenienti da diversi themata occidentali ([[Thrake|Tracia]], [[Makedonia (thema)|Macedonia]], [[Kephalenia|Cefalonia]], [[Langobardia (thema)|Longobardia]] e [[Calabria (thema)|Calabria]]), ma Teofane Continuato attesta che Niceforo ricevette ulteriori rinforzi dai themata della [[Asia Minore]], tra cui un distaccamento di [[Pauliciani]].<ref name=PmbZ/> Il mandato di Niceforo in Italia durò fino al suo richiamo a [[Costantinopoli]] in seguito all'ascesa di [[Leone VI il Saggio]], alla fine dell'886.<ref name=PmbZ/> Shaun Tougher, tuttavia, colloca l'invio di Niceforo in Italia solo dopo l'ascesa di Leone VI, dal momento che Leone nei suoi scritti si attribuisce il merito di averlo inviato, sostenendo che il suo richiamo andrebbe posticipato all'887 circa.<ref name=Tougher204>{{cita|Tougher 1997|p. 204}}.</ref>
 
Bisanzio si era disinteressata dei suoi territori residui nel Sud Italia per circa un secolo, ma l'ascesa di Basilio il Macedone cambiò questo stato di cose: a partire dal 868, la flotta imperiale e la diplomazia furono impiegate nel tentativo di rendere sicuro il [[Mar Adriatico]] dalle scorrerie dei Saraceni, nonché di ristabilire il controllo bizantino sulla [[Dalmazia]] e di riguadagnare terreno nel Sud Italia.<ref>{{cita|Kreutz 1996|pp. 41–43}}.</ref> [[Otranto]] era stata sottratta ai Saraceni nel 873, e [[Bari]] nel 876.<ref>{{cita|Kreutz 1996|p. 57}}.</ref> Secondo le fonti bizantine, nel corso del suo mandato in Italia Niceforo recuperò numerose città cadute in mano araba negli anni precedenti, tra cui [[Taranto]], [[Bari]], [[Santa Severina]], [[Rhegion]] e [[Taormina]], Tropai (Tropea) e soprattutto [[Amantea|Amantia]], che Massenzio aveva precedentemente assaltato senza successo.<ref name=PmbZ/> Secondo i continuatori di Giorgio Monaco, stava assediando Amantia quando gli giunse la notizia della morte di Basilio I e suo del suo richiamo per decisione di Leone VI; Niceforo mantenne segreta la notizia finché non riuscì a persuadere la guarnigione araba alla capitolazione in cambio della garanzia di un salvacondotto.<ref name=PmbZ/>
 
Nel corso del suo mandato in Italia rafforzò la posizione bizantina insediando nella regione molti [[Armeni]] nonché 1000 schiavi manomessi (cioè affrancati) donati dalla vecchia benefattrice di Basilio I, la vedova [[Danielis]]. Il generale si preoccupò di rafforzare la difesa dei territori dai Saraceni, invitando le popolazioni a stabilirsi in ''kastellion'', borghi posti nelle alture più facilmente difendibili grazie alla configurazione naturale del terreno, secondo il [[motto]] "Ascendant ad montes" (traducibile con "''Si stabiliscano sui monti"'').<ref>{{cita pubblicazione|autore=Ulderico Nisticò|anno=1999|mese=dicembre|titolo=Ascendant ad montes. La difesa passiva ed attiva della costa ionica in età bizantina|rivista=Vivarium Scyllacense. Bollettino dell'Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria.|volume=10|numero=2|pp=41-118|url=http://www.porphyra.it/porphyra2.pdf}}</ref> Lo storico del XI secolo [[Giovanni Scilitze]] riporta peraltro che Niceforo pose fine agli abusi ai danni delle popolazioni locali e, in particolare, alla pratica attuata dai soldati bizantini di ritorno in Oriente di portare con sé italiani locali per venderli come schiavi. Secondo Scilitze, gli italiani a lui grati gli dedicarono una chiesa a [[Foca di Sinope|San Foca]] in suo onore.<ref name=PmbZ/> Al tempo del richiamo, aveva esteso la dominazione bizantina su gran parte della [[Puglia]] e della [[Calabria]].<ref>{{cita|Kreutz 1996|p. 63}}.</ref> Queste vittorie posero le basi per la riconquista bizantina di gran parte del Sud Italia che fu proseguita sotto i suoi successori, culminando nella costituzione del thema di [[Langobardia (thema)|Longobardia]] intorno al 892. Le regioni di Puglia, Calabria e [[Basilicata]] sarebbero rimaste saldamente sotto la dominazione bizantina fino al XI secolo.<ref>{{cita|Kreutz 1996|pp. 63–66, 68}}.</ref>
 
===Domestico delle Scholae e la guerra con la Bulgaria===
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Nel 895, fu spedito contro i Bulgari alla testa di un esercito imponente. Non è chiaro se Niceforo si fosse confrontato con i Bulgari in battaglia, in ogni caso una invasione dal nord dei [[Magiari]], istigati dai Bizantini, e le azioni della [[marina bizantina]] attiva nel [[Danubio]], costrinsero il sovrano bulgaro [[Simeone I di Bulgaria|Simeone]] a negoziare una tregua, e i Bizantini si ritirarono.<ref name=Stankovic2/><ref name=Guilland439/>
 
Si tratta della ultima campagna a cui Niceforo Foca prese parte con certezza, e [[Simeone Metafraste|Simeone Logoteta]] riporta che morì nel 895/6. Si narra che la sua morte avesse incoraggiato lo zar Simeone a riaprire le ostilità, con un [[Battaglia di Bulgarophygon|successo devastante]] contro il successore di Niceforo come Domestikos, [[Leone Katakalon]].<ref name=PmbZ/><ref name=Tougher205>{{cita|Tougher 1997|p. 205}}.</ref><ref>{{cita|Stankovic 2003}}, [http://asiaminor.ehw.gr/Forms/fLemmaBodyExtended.aspx?lemmaid=8652&boithimata_State=&kefalaia_State=#chapter_2 Chapter 2] & [http://asiaminor.ehw.gr/Forms/fLemmaBodyExtended.aspx?lemmaid=8652&boithimata_State=&kefalaia_State=#chapter_3 Chapter 3].</ref> La posteriore cronaca di Teofane Continuato, tuttavia, riporta una differente versione dei fatti, secondo cui Niceforo cadde in disgrazia e fu destituito per aver rifiutato la proposta di una alleanza matrimoniale con il potente primo ministro di Leone, [[Stylianos Zaoutzes]]. Dopo un periodo senza ricevere incarichi, Niceforo fu poi nominato ''strategos'' o del Charsianon o del [[Thrakesion|Thema tracesiano]], rimanendo in carica fino alla morte intorno al 900 mentre combatteva contro gli Arabi.<ref name=PmbZ/><ref name=Guilland439/><ref name=Tougher205/> Due opere di Leone VI, i ''[[Tactica di Leone VI il Saggio|Tactica]]'' e la successiva ''[[De velitatione]]'', menzionano inoltre un'incursione vittoriosa in [[Cilicia]] condotta da Niceforo in risposta all'assalto arabo alla fortezza di [[Mistheia]] nel [[Anatolikon|Thema Anatolico]]. Avendo affidato ai ''strategoi'' degli Anatolici e del [[Opsikion|Thema Opsiciano]] il compito di respingere l'invasione araba, Niceforo condusse le proprie truppe a devastare la zona di [[Adana]], facendo molti prigionieri, e confuse gli Arabi scegliendo un percorso differente al ritorno, riuscendo così a evitare l'esercito arabo inviato per bloccarne la ritirata. Questa incursione non datata probabilmente ebbe luogo negli anni immediatamente precedenti o successivi alla guerra con la Bulgaria.<ref name=PmbZ/><ref>{{cita|Tougher 1997|pp. 204–205}}.</ref>
 
Finora non si è giunti a nessuna conclusione definitiva sulla data della morte di Niceforo, ma la maggioranza degli studiosi moderni, come Jean-Claude Cheynet, diffidano della versione dei fatti tramandata da Teofane Continuato. Sarebbe stato alquanto insolito per un ex Domestikos essere assunto nella posizione subordinata di ''strategos'' di un thema, e vi è ragione di dubitare sulldell'autenticità del racconto secondo cui Zaoutzes avrebbe visto in Niceforo un potenziale futuro imperatore e gli avrebbe offerto la mano di una—altrimenti non attestata—figlia.<ref name=PmbZ/><ref>{{cita|Tougher 1997|pp. 205–206}}.</ref><ref>{{cita|Stankovic 2003}}, [http://asiaminor.ehw.gr/Forms/fLemmaBodyExtended.aspx?lemmaid=8652&boithimata_State=&kefalaia_State=#chapter_3 Chapter 3].</ref>
 
== Importanza storica ==
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* {{Treccani}}
* [[Vera von Falkenhausen]], ''La dominazione bizantina nell'Italia meridionale dal IX all'XI secolo'', introduzione all'edizione italiana di Cinzio Violante. Bari, Ecumenica, 1978.
;Testi in lingua inglesestraniera
* {{cita libro | nome = Rodolphe | cognome = Guilland | wkautore=Rodolphe Guilland | capitolo = Le Domestique des Scholes | pp = 426–468 | titolo= Recherches sur les institutions byzantines, Tome I| lingua = fr | editore = Akademie-Verlag | città = Berlin | anno = 1967 | cid=Guilland 1967}}
* {{cita libro | cognome = Kazhdan | nome = Alexander | wkautore = Alexander Kazhdan | capitolo = Phokas | pp = 1665–1666 | curatore-cognome=Kazhdan | curatore-nome=Alexander | wkcuratore=Alexander Kazhdan |anno=1991 | titolo=[[Oxford Dictionary of Byzantium]] | editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-504652-6 | cid=Kazhdan 1991}}