Capo Feto: differenze tra le versioni
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La zona di Capo Feto è stata frequentata unicamente da cacciatori fino agli inizi degli [[anni 1950|anni cinquanta]]. Negli [[anni 1970|anni settanta]] vennero pianificati molteplici utilizzi dell'area come la costruzione di un autodromo per il collaudo dei motori turbocompressi o la costruzione di complessi residenziali, progetti che non vennero realizzati; gli speculatori realizzarono un sentiero in terra battuta riducendo la palude a una discarica abusiva. Grazie all'intervento di alcune personalità del mondo scientifico e l'impegno di alcuni cacciatori, il comitato provinciale della caccia di [[Trapani]] deliberò, in data 21 ottobre 1976, l'istituzione del [[vincolo faunistico]] di Oasi di Protezione e Rifugio; delibera poi sottoscritta l'8 marzo 1977 dall'assessore per l'agricoltura e foreste, On. Aleppo. In assenza di qualsiasi controllo, i vincoli di tutela paesaggistica istituiti dall'oasi di protezione e rifugio della fauna e da altre autorità preposte non sono mai stati rispettati e gli agricoltori continuano a bonificare ed impiantare vigneti nella parte nord della palude<ref>{{cita|Sciabica 2003}}.</ref>. Nel 1996, attraverso il programma europeo "''[[Life Natura]]''", l'amministrazione comunale di [[Mazara del Vallo]] iniziò ad occuparsi dell'area e nel 1999, grazie all'intervento della provincia regionale di [[Trapani]], avviò un progetto per la riqualificazione del [[biotopo]].
Il 22 aprile del 2000 il [[Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare|Ministero dell'
== Bacini idrografici ==
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