Sheila Rowbotham: differenze tra le versioni
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Rowbotham è nata nel 1943 a Leeds, figlia di un venditore di una società di ingegneria e di un'impiegata d'ufficio.<ref name="hughes">Hughes-Warrington 2000, p. 260</ref> Fin dalla tenera età era profondamente interessata alla storia.<ref name="hughes" /> Ha scritto che la storia politica tradizionale "l'ha lasciata indifferente", ma ha attribuito a Olga Wilkinson, una delle sue insegnanti, il merito di aver incoraggiato il suo interesse per la storia sociale dimostrando che questa "apparteneva al presente, non ai libri di testo di storia".<ref name="hughes" />
Ha frequentato il [[St Hilda's College]] di [[Università di Oxford|Oxford]] e poi l'[[Università di Londra]]. Attraverso il suo coinvolgimento nella [[campagna per il disarmo nucleare]] e in vari circoli socialisti tra cui l'ala giovanile del [[Partito Laburista (Regno Unito)|Partito Laburista]], i Giovani Socialisti, fu introdotta alle idee di [[Karl Marx]].<ref name="hughes" /> Ben presto disincantata dalla direzione della politica di partito, si immerse in una serie di campagne di sinistra, inclusa la scrittura per il quotidiano politico radicale ''Black Dwarf'', del cui comitato editoriale era entrata a far parte.
== Femminismo ==
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A quel tempo fece parte dell'Unità di pianificazione popolare del GLC insieme a [[Hilary Wainwright]], che era coinvolta nello sviluppo di [[Economia partecipativa|approcci democratici alla pianificazione economica]].<ref name="Jacobin">{{Cita web|url=https://jacobinmag.com/2020/06/sheila-rowbotham-gabriel-winant-british-socialist-feminism|sito=[[Jacobin]]|dataaccesso=30 June 2020}}</ref> Da allora produsse numerosi studi e articoli che ampliavano la sua teoria secondo la quale, poiché l'oppressione delle donne era il risultato di forze sia economiche che culturali, per ottenere la liberazione era necessaria una prospettiva dualista ([[femminismo socialista]]) che esaminasse sia la sfera pubblica che quella privata verso la liberazione.
Fu particolarmente influenzata dalla storia sociale marxista praticata da [[Edward Palmer Thompson|E. P. Thompson]] e [[Dorothy Thompson (storica)|Dorothy Thompson]].<ref name="hughes2" /> Combinando un'analisi marxista con il femminismo, Rowbotham sostiene che il [[capitalismo]] non solo opprime sistematicamente la classe lavoratrice, ma anche in particolare le donne.<ref name="hughes2" /> A suo avviso, le donne sono doppiamente oppresse poiché sono costrette a vendere il loro lavoro per sopravvivere, ma sono anche costrette a usare il loro lavoro per mantenere i loro mariti e figli.<ref name="hughes2" /> Rowbotham è critica nei confronti della storia marxista tradizionale per quello che vede come il trascurare questioni come la storia familiare, il ruolo delle casalinghe nel sostenere l'economia, la sessualità e la maternità.<ref name="hughes2" /> Sostiene che la storia marxista tradizionale, concentrandosi su un conflitto di classe, mancava dell'oppressione sessuale.<ref name="cook3" /> Allo stesso modo ha criticato quei marxisti che sostengono che il [[sessismo]] non esisteva nelle società comuniste con l'affermazione che il sessismo è stato causato dal capitalismo come un cattivo servizio alla storia.<ref name="cook3" /> Sostiene inoltre che quegli storici marxisti che vedono la storia delle donne come una "distrazione" dal tema principale della lotta di classe stiano presentando una versione fuorviante della storia.<ref name="cook3" />
Nei suoi primi libri importanti ''Women, Resistance and Revolution'' (1972) e ''Hidden from History'' (1973), Rowbotham ha messo in pratica le sue idee esaminando l'esperienza delle donne nei movimenti radicali e rivoluzionari a [[Cuba]], in [[Algeria]], [[Vietnam]], Cina, Russia, Francia e nella Gran Bretagna dal XVII secolo al XX secolo.<ref name="hughes3">Hughes-Warrington 2000, p. 272</ref> Secondo lei, lavorare all'interno dell'ordine stabilito non ha mai portato alle donne alcun progresso, e solo attraverso i movimenti socialisti rivoluzionari le donne hanno ottenuto guadagni sociali.<ref name="hughes3" /> Ha sostenuto che sebbene i rivoluzionari maschi siano disposti ad accettare le donne come partner finché dura la rivoluzione, una volta che la rivoluzione è finita, ci si aspetta che le donne tornino ai loro ruoli tradizionali.<ref name="hughes3" />
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