Italo Calvino: differenze tra le versioni

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=== La fanciullezza (1925-1933) ===
[[File:Fratelli Calvino.jpg|thumb|I due fratelli nelle campagne di [[Sanremo]] nel giugno 1933]]
A Sanremo Calvino vive serenamente gli anni della fanciullezza, che egli ricorderà così: "Sono cresciuto in una cittadina che era piuttosto diversa dal resto dell'Italia, ai tempi in cui ero bambino: Sanremo, a quel tempo ancora popolata di vecchi inglesi, granduchi russi, gente eccentrica e cosmopolita. E la mia famiglia era piuttosto insolita sia per San RemoSanremo sia per l'Italia d'allora: scienziati, adoratori della natura, liberi pensatori [...] mio padre, di famiglia [[mazziniano|mazziniana]] [[repubblicano|repubblicana]] [[anticlericale]] [[massonica]], era stato in gioventù [[Anarchia|anarchico]] [[Pëtr Alekseevič Kropotkin|kropotkiniano]] e poi [[socialista]] [...] mia madre [...] di famiglia laica, era cresciuta nella religione del dovere civile e della scienza, socialista interventista nel '15 ma con una tenace fede pacifista".<ref>''Risposta al questionario di un periodico milanese, «Il paradosso», rivista di cultura giovanile'', 23-24 settembre-dicembre 1960, pp. 11-18, in Mario Barenghi e Bruno Falcetto, ''Cronologia'', in ''Italo Calvino, Romanzi e racconti'', volume primo, I meridiani, Arnoldo Mondadori, 2001.</ref>
 
Il [[fascismo|periodo fascista]] non sembra inizialmente segnare in modo particolare la sua personalità né sconvolgere la serenità familiare di quegli anni. Nonostante i genitori siano intimamente e culturalmente contrari al regime fascista, la loro posizione ([[socialismo|socialista]] lei e [[anarchia|anarchico]] lui) sfuma nell'ambito di una generale condanna della [[politica]]. Lo scrittore, sul periodico milanese «Il Paradosso», scriverà: "Il primo ricordo della mia vita è un socialista bastonato dagli [[squadristi]] [...] è un ricordo che deve riferirsi probabilmente all'ultima volta che gli squadristi usarono il manganello, nel [[1926]], dopo un attentato a [[Benito Mussolini|Mussolini]]. [...] Ma far discendere dalla prima immagine infantile, tutto quello che si vedrà e sentirà nella vita, è una tentazione letteraria".<ref name="Cronologia pp. 11-18">Mario Barenghi e Bruno Falcetto in Cronologia, op. cit. pp. 11-18.</ref>