Specchio ustorio: differenze tra le versioni

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L'antico uso bellico degli specchi ustori potrebbe essere poco credibile per vari motivi. In primo luogo il fatto che ne parlino solo autori tardi rende l'episodio molto sospetto. Alcuni hanno poi ritenuto impossibile ottenere con specchi temperature sufficientemente elevate (il legno ha una [[temperatura di autoignizione]] superiore ai 300 °C). Altri hanno sottolineato la difficoltà di costruire uno specchio parabolico con un fuoco così distante come dovevano essere le navi dalle mura di Siracusa. Poiché Archimede riuscì realmente a bruciare navi romane perfezionando armi da getto in grado di lanciare sostanze incendiarie, si è sostenuto che alla base della leggenda vi sia un'errata traduzione di una voce greca, che si sarebbe riferita a "sostanze incendiarie" e sarebbe stata interpretata erroneamente come "specchi ustori". L'esistenza, tuttavia, di antichi trattati sugli specchi ustori e le testimonianze riportate sopra su [[Dositeo (matematico)|Dositeo]] e [[Archimede]] suggeriscono la possibilità che la leggenda sia nata sovrapponendo il ricordo delle navi romane incendiate alla reale progettazione di specchi ustori destinati ad usi più pacifici.
 
Nel romanzo ''Anarchici e siluri'', della scrittrice [[Joyce Lussu]], si immagina che il naturalista anconitano [[Luigi Paolucci]] narri la [[Ancona#Gli specchi ustori|leggenda degli specchi ustori]], localizzando l'ultimo rifugio dell'invenzione archimedea in una caverna dell'antica colonia siracusana di [[Ankón]] (Ancona)<ref>{{Cita libro|titolo=Sherlock Holmes, anarchici e siluri|autore=Joyce Lussu|wkautore=Joyce Lussu|editore=Robin Edizioni IT|anno=2000|pp=95-96|isbn=9788886312561}}</ref>.
 
== Interpretazioni moderne e tentativi di ricostruzione ==