Giovilabio: differenze tra le versioni
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Il [[giovilabio]] è uno strumento simile all'[[astrolabio]] e progettato per determinare le orbite e i periodi dei [[satellite|satelliti]] di [[Giove]]. [[Galileo Galilei]] menziona questo strumento nel suo ''[[Sidereus nuncius]]'' ([[1610]]); non è noto se egli stesso ne sia l'inventore.
== Descrizione ==
▲Del giovilabio vi è un riferimento nel ''[[Siderus Nuncius]]'' opera galileiana del [[1610]]. Sullo strumento compaiono le tavole per i moti medi dei satelliti. Questro strumento funzionava per mezzo di due dischi girevoli con diametro differente e collegati fra di loro da un'asta mobile; attraverso di essi si riesce a ricondurre al [[Sole]] le apparenze dei [[satelliti]] osservate dalla [[Terra]]: queste sono però [[apparenze]] irregolari, a causa dei [[movimenti eliocentrici]] della Terra e di [[Giove]]. Sulla faccia del giovilabio sono incise le tavole dette di [[Bellosguardo]], che hanno la funzione di determinare il moto medio di ognuno dei satelliti di Giove.
== Metodo ==
Oltre a essere uno strumento di derivazione galileiana, il giovilabio è anche un metodo derivante sempre da Galilei, per stabilire la longitudine in mare. Per poter calcolare la longitudine infatti occore conoscere l'ora locale e confrontarla con l'ora di un certo meridiano. Questo metodo utilizzato da Galilei vuole ricercare nel pianeta Giove e nei suoi quattro [[satelliti medicei]], chiamati così in onore del [[Granduca]], un orologio naturale. In questo modo sia le sparizioni sia le riapparizioni dei satelliti di Giove potevano essere dedotte con un certo anticipo.
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