=== Re d'Italia ===
[[File:Ivrea Duomo Lapide Arduino.jpg|thumb|Duomo di Ivrea, lapide di riconciliazione di [[Warmondo]]]]
NelIl 15 febbraio [[1002]], approfittando della morte di Ottone III, un certo<ref>Per la quantità di ''[[Grandi del regno|potentes]]'' che appoggiarono Arduino per l'elevazione al trono italico (che, si ricorda, in quest'epoca la carica di sovrano ha un carattere d'ufficio e non dinastico/ereditario) si veda {{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|pp=32-33, nota 24|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref> gruppo di ''[[Grande del regno|potentes]]'' ostili al potere imperiale e contrari a Olderico Manfredi fecero eleggere Arduino [[re d'Italia]], nella [[basilica di San Michele Maggiore]] a [[Pavia]]<ref>''[https://bildsuche.digitale-sammlungen.de/index.html?c=viewer&l=it&bandnummer=bsb00000858&pimage=00533&v=100&nav= Catalogi regum Italicorum Oscelenses]'', in [[Monumenta Germaniae Historica|MGH]], ''Scriptores rerum Longobardicarum et Italicarum'', a cura di G. Waitz, Hannoverae, Impensis Bibliopolii Hanhiani, 1878, p. 520, citato da {{Cita libro|autore=Alfredo Lucioni|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=55|capitolo=Re Arduino il contesto religioso: monachesimo e vescovi fra inimicizie e protezioni|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>, dal vescovo della città Guido<ref>In realtà sembra che il vescovo non partecipò attivamente all'incoronazione: questo dato è una congettura dell'erudito pavese del XIX secolo Giuseppe Robolini, anche se questo assunto è ripreso come vero da Guido P. Majocchi, ''Pavia città regia. Storia e memoria di una capitale medievale'', Roma, Viella, 2008, p.65. Per i dettagli, si veda {{Cita libro|autore=Alfredo Lucioni|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=54, nota 108|capitolo=Re Arduino il contesto religioso: monachesimo e vescovi fra inimicizie e protezioni|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>, avendo il sostegno di almeno alcune grandi famiglie, tra cui gli [[Obertenghi]], stirpe di appartenenza della moglie [[Berta degli Obertenghi (regina d'Italia)|Berta]]<ref>{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=20|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>, aspiranti alla [[Marca di Tuscia|carica marchionale di Tuscia]], carica non occupata dalla morte del marchese [[Ugo di Toscana|Ugo]] il 21 dicembre 1001 e non assegnata per la morte, avvenuta un mese dopo, di Ottone III, e, da essa, forse, aspirarono al trono italico<ref>{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=33, nota 25|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>, anche se tali ipotesi riguardo a tali ambizioni non è universamente accettata<ref>{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=34, nota 26|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>. Ulteriori suoi sostenitori furono il già citato [[vescovo di Como]] Pietro ed il [[vescovo di Asti]] [[Pietro (vescovo di Asti)|Pietro]] (forse figlio del [[Conti palatini di Lomello|conte di Lomello]] Cuniberto e quindi nipote del vescovo di Como citato poc'anzi)<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Alfredo Lucioni|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|pp=52-54|capitolo=Re Arduino il contesto religioso: monachesimo e vescovi fra inimicizie e protezioni|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>. Ciò mostra che in realtà «Arduino trovò appoggi al di fuori dell'ambiente sociale dei ''secundi milites'' scontenti delle politiche episcopali al quale la vecchia storiografia aveva circoscritto la cerchia dei suoi seguaci»<ref name=":1" />, radunando attorno alla propria figura «una solidarietà composita, che sulla base di interessi anche molto lontani percorreva e spaccava verticalmente la società»<ref>Germana Gandino, ''Orizzonti politici ed esperienze culturali dei vescovi di Vercelli tra i secoli IX e XI'', in Ead., Contemplare l'ordine. Intellettuali e potenti dell'alto medioevo, Napoli, Liguori, 2004, p. 74.</ref>.
Il cronista Adalbondo nella sua ''Vita Heinrici II imperatoris''<ref>Adalboldo, ''[https://www.dmgh.de/mgh_ss_4/index.htm#page/686/mode/1up Vita Heinrici II imperatoris]'', a cura di G. Waitz, in ''[[Monumenta Germaniae Historica|MGH]]'', ''Scriptores'', Hannoverae, Impensis Bibliopolii Aulici Haniani, 1841, vol. 4, p. 687.</ref>, fornisce la lista dei nemici di Arduino al momento dell'incoronazione, pur non essendo un elenco esauriente e a tratti discutibile<ref>{{Cita libro|autore=Alfredo Lucioni|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=55|capitolo=Re Arduino il contesto religioso: monachesimo e vescovi fra inimicizie e protezioni|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>. La lista comprende il marchese [[Tedaldo di Canossa]], l'[[arcivescovo di Ravenna]] Federico<ref>{{treccani|federico_(Dizionario-Biografico)|Federico}}</ref>, il [[vescovo di Modena]], il [[vescovo di Novara]] [[Pietro III (vescovo di Novara)|Pietro III]] e il [[vescovo di Vercelli]] [[Leone di Vercelli|Leone]], principale nemico di Arduino. In posizione più ambigua, ma favorevole ad Enrico II, Adalbondo riporta l'arcivescovo di Milano [[Arnolfo II da Arsago|Arnolfo]], il [[vescovo di Cremona]] Olderico, il [[vescovo di Piacenza]] Sigifredo, il già menzionato vescovo di Pavia Guido (che risulta improbabile fosse nemico di Arduino), il [[vescovo di Brescia]] e il [[vescovo di Como]] Pietro III (anche se se in realtà sembra si schierò con Arduino).
L'[[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]] [[Arnolfo II da Arsago|Arnolfo]], temendo nuovamente per il proprio potere, chiamò in Italia [[Enrico II il Santo|Enrico II]], succeduto ad Ottone III, offrendogli la [[Corona ferrea]]. Enrico in un primo tempo (1002) inviò truppe in Italia con a capo [[Ottone I di Carinzia|Ottone]], [[Ducato di Carinzia|duca di Carinzia]] e [[Marca di Verona|margravio di Verona]] per far deporre ad Arduino lo scettro. Tuttavia, grazie ad alcune abili mosse di Arduino, l'esercito di Ottone venne bloccato alle Chiuse dell'[[Adige]] nella valle del [[Brenta]] (attuale [[Val Sugana]]) e sconfitto, dopo aver cercato di accerchiare il nemico, tra il [[1002]] e il [[1003]]. Arduino, secondo alcune fonti, conquistò così anche il titolo di [[Marca di Verona|marchese di Verona]]<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=|cognome=Notteriva|data=31 luglio 2018|titolo=Alessandro Barbero Re Arduino Sans despartir 2015|rivista=|volume=|numero=|accesso=28 novembre 2018|url=https://www.youtube.com/watch?v=ufip_8JwW9A}}</ref>.
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