Dialetto cairese: differenze tra le versioni
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# atone pretoniche (es .[peˈt͡ʃit] [pəˈt͡ʃit] [pt͡ʃit]) “piccolo”.
# postoniche nei proparossitoni. es. ''sélr'' [ʃelr] "sedano"; piemontese ''séler'', genovese ''séllòu''.
* La prostesi vocalica, che viene causata dal fenomeno precedente: l’apocope delle vocali provoca la creazione di gruppi consonantici difficili da pronunciare, per agevolare la pronuncia avviene la prostesi di vocali d’appoggio; es. [
* Il suffisso -''are'' dei verbi di prima coniugazione del latino, e il suffisso àrium/àriam ha avuto l'esito piemontese [e], al contrario del ligure che ha avuto [ä]/[ɒ] (''moriné'' [mʊɹiˈne], piem. ''moliné,'' gen. [mui̯ˈna]"mugnaio").
* Il nesso [lj] si evolve in [[Laterale approssimante palatale|[ʎ]]] e poi in [j] come in piemontese (e ligure occidentale), e non come in genovese in cui si trasforma in [d͡ʒ]
* In ligure e piemontese le occlusive sorde intervocaliche ([p], [t], [k]) vengono sonorizzate ([b], [d], [g]) e successivamente cadono. In genovese fa eccezione [g] intervocalica che si conserva, mentre in piemontese cade; il cairese segue quest'ultimo (cairese e alto monferrino in generale [ʃi.ˈwe], torinese [sy.ˈwe], genovese [ʃy.ˈgɑ]; “asciugare”).
* I nessi [kl] e [tl] in corpo di parola si sono evoluti in [d͡ʒ], tratto che si allontana dal piemontese standard e dal vicino dialetto langarolo, e accomuna il cairese al resto del Piemonte orientale (Monferrino, Biellese, Vercellese, Valsesiano) e al ligure. In questo caso tuttavia non si tratta di un'influenza genovese, ma
* I nessi latini [kt] e [gd] si evolvono in [jt] e [jd] e poi si palatizzano in [t͡ʃ], e [d͡ʒ]. L'ultimo tratto è condiviso con i dialetti del Piemontese orientale e con il lombardo, ma non da torinese e genovese che hanno invece la forma intermedia [jt] e [jd]. In cairese tuttavia sono presenti casi in cui non si presenta l'ultima evoluzione e si ha per esempio: làit [lɒi̯t] per "latte", [fɒ] “fatto” (in alcune frazioni del comune vengono però usate le forme [lɒt͡ʃ] e [fɒt͡ʃ] per "latte" e "fatto")<ref>ididem, pag 278</ref>.
* Il cairese ha per la prima persona plurale dei verbi il suffisso piemontese -oma, mentre il ligure ha -''emo'' ed -''imo''.
* Per la terza persona plurale ha invece -[ʊ(ŋ)] come in piemontese, mentre il ligure ha -[aŋ]. Es. [ˈsmʊnʊ(ŋ)] cairese e torinese, genovese [ˈeʒitaŋ]
* Ripristino di [d] intervocalica un tempo caduta, per influenza dell'italiano. Questo fenomeno un tempo lombardo, è stato assorbito dalla koinè torinese ed è arrivato per influenza di questo anche in gran parte del restante Piemonte. Questo fenomeno è sostanzialmente assente in ligure, mentre in cairese è presente, anche se con minor frequenza del torinese.
* Come pronome clitico dativo di terza persona il cairese utilizza ''i'' derivato da ''ILLE'', mentre il ligure ''ghe'' deriva dall'avverbio locativo ''HIC''.
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Tratti liguri:
* Tratto appariscente del cairese è la
* Indebolimento di l e r, (tratto ligure condiviso anche da alto monferrino, langarolo, monregalese, e astigiano).
* Palatizzazione dei nessi latini [pl], [bl] ed [fl] a [tʃ], [d͡ʒ] e [t͡ʃ]. Sono presenti alcuni lessemi privi di palatalizzazione, probabilmente mutuati dal piemontese (es. ''fiòca'' "neve") mentre ci sono alcune vocaboli non affetti dal fenomeno che sono presenti anche in ligure: come ''cobia'', "coppia" ''piaxéi'', "piacere". Per indicare la parola "fiume", nonostante il vocabolo preposto sia solitamente ''bornia'' (derivato dal nome del fiume che bagna Cairo), sono attestati sia scium che la forma non ligure fium<ref>Ibidem, pag. 277</ref>.
* In cairese, i sostantivi originariamente neutri del latino, si presentano maschili al singolare e femminili al plurale, come in ligure e in alcuni dialetti alti monferrini<ref name=":1">{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=NvoqAAAAIAAJ&pg=PA97&dq=glossario+monferrino&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&sa=X&ved=2ahUKEwjUz9GButb-AhWKyaQKHX1QDU0Q6AF6BAgKEAM#v=snippet&q=Braccia&f=false|titolo=Glossario Monferrino, pag. 52; voce “fiurì”.}}</ref>. In piemontese sono maschili sia al singolare che al plurale: (es. cair. singolare: ''
* Come avverbio locativo di vicinanza è usato il ligure ''chi'' "qui" derivato dalla forma latina ''ECCO HIC'', mentre il piemontese usa la forma "''sì"'' che deriva da ''ECCE HIC''. Se derivasse dalla forma piemontese, la forma cairese dovrebbe avere la forma piemontese antica di ''sì'', ovvero ''tsì'', usata nella vicina alta langa<ref>Studi e ricerche sui dialetti dell'Alta Val Bormida, pag.20</ref>.
* Come marca dei plurali maschili il cairese ha -''i'' a fine parola, mentre in piemontese i nomi maschili al plurale sono uguali al singolare (cairese: ''l'articiòc,'' pl''. j'articiòchi''; piemontese ''l'articiòc,'' pl. ''j'articiòc'')<ref name=":0" />.
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* La velarizzazione e l'arrotondamento di [ä] tonica a [ɒ] (es. ''mare'' [mɒ'ɹe] "madre"), presente in Piemonte sud-orientale e in Liguria occidentale. Essendo comune sia a parte del ligure che del piemontese non è un tratto caratteristico ne di una ne dell'altra lingua.
* La depalatizzazione di [d͡ʒ] a [d͡z] davanti a [e] ed [i], tratto tipico gallo-italico, andata perduto in gran parte del Piemonte occidentale, ma conservato in oriente (come nei vicini alto monferrino e alto langarolo) e in ligure: cairese e alto langarolo [dz.ˈɹe], alto monferrino, biellese, vercellese [z̠.ˈle], genovese [zjɑ]<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=https://navigais-web.pd.istc.cnr.it/|titolo=Navigais, carta: “gela [gelare; gela]”}}</ref>
=== Confronto lessicale<ref>ibidem, pagina 290-292.</ref> ===
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|aversàu
|aversàu
|tzilòira
|slòira
|aràu
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|frel
|frai
|fræ
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|moglie
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|fomna
|moglié
|moggê
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|zia
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|bambino
|masnà/matòt
|masnà/matòt
|masnà/matòt
|masnà/cit
|matetto
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|novod
|nevo
|nevo
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|tacchino
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|maràvi
|malàve
|màrodo
|maròdo/ malòu
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|mungere
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|cieco
|òrb
|òrb
|bòrgn
|bòrgno
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