Jan Prosper Witkiewicz: differenze tra le versioni
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Uomo estremamente capace, coraggioso e carismatico, Witkiewicz parlava correntemente inglese, francese, tedesco, polacco e russo. Secondo Aušrinė Slavinskienė, Witkiewicz conosceva 19 lingue europee e asiatiche<ref name=Lituanistika />. In esilio, imparò il [[lingua persiana|persiano]], il [[Lingua pashtu|pashtu]], il [[lingua kazaka|kazako]] e diverse [[lingue turche]]<ref name=BeM_1999_84-85 />. Riconciliatosi con il governo russo, Witkiewicz entrò al servizio dell'Impero. Nel 1829 divenne interprete di [[Alexander von Humboldt]]<ref>{{Cita|Ingle|1976, p. 79}}.</ref>, su suggerimento del quale fu promosso sergente. Nel 1832 fu promosso cadetto e fece parte della commissione di frontiera di [[Orenburg]]. Fu inviato nella steppa kazaka dove si impegnò nella diplomazia e nell'''[[intelligence]]'', raccolse informazioni geografiche ed etnografiche ed ebbe diversi scontri con i banditi. Il generale [[Vasilij Alekseevič Perovskij|Vasilij Alekeseevič Perovskij]], governatore di Orenburg, disse che Witkiewicz conosceva la regione meglio di qualsiasi altro ufficiale, passato o presente.
Nel novembre 1835, a Orsk, si unì a una carovana e nel gennaio 1836 raggiunse [[Bukhara]], dove raccolse informazioni e discusse di commercio e diplomazia con i funzionari dell'[[Emirato di Bukhara|emiro di Bukhara]]. Lo scopo della visita era scoprire se l'emiro sarebbe rimasto neutrale nel caso la Russia avesse attaccato il [[khanato di Khiva]]<ref name=BeM_1999_84-85 />, cosa che poi avvenne con la [[campagna di Khiva (1839)|campagna di Khiva
Nel 1837, su istruzioni del ministro degli esteri russo, [[Karl Vasil'evič Nessel'rode]], fu inviato in missione diplomatica a Kabul. Giunto a [[Teheran]] da [[Tbilisi]], incontrò il ministro russo a Teheran, conte Ivan Simonič. Proseguendo verso est con una scorta di [[cosacchi]], incontrò casualmente il tenente [[Henry Creswicke Rawlinson|Henry Rawlinson]]<ref name=BeM_1999_84-85 />. Parlando in [[Lingua turkmena|turkmeno]], Witkiewicz affermò di portare i doni dello [[zar]] [[Nicola I di Russia|Nicola I]] allo [[scià]] [[Muhammad Shah Qajar]], che in quel momento stava marciando verso est per conquistare [[Herat]]. Quella notte Rawlinson raggiunse l'accampamento dello scià, che gli disse che la storia raccontata da Witkiewicz era una sciocchezza e che aveva dato personalmente a Witkiewicz il permesso di attraversare il suo territorio fino a Kabul. Poco dopo Witkiewicz si presentò al campo. Parlando in un prefetto francese, si scusò con Rawlinson per la sua indispensabile prudenza in un paese pericoloso<ref name=BeM_1999_84-85 />. Il {{data|1|11|1837}} Rawlinson riferì il suo incontro all'inviato britannico in Persia, [[John McNeill]], e la notizia raggiunse presto [[Calcutta]] e [[Londra]]. Poiché i britannici sapevano già che Simonič, e forse lo zar, avevano incoraggiato l'attacco persiano a Herat, ciò accrebbe la loro determinazione di agire in [[Afghanistan]].
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Witkiewicz è protagonista di ''Duel' w Kabule'' ({{russo|Дуэль в Кабуле}}, "Un duello a Kabul") di Mikhail Semënovič Gus e di ''Opasnaja doroga w Kabul'' ({{russo|Опасная дорога в Кабул}}, "La pericolosa via per Kabul") di [[Valentin Pikul'|Valentin Savvič Pikul']]; è citato nella novella di ispirazione simbolista ''Nietota. Księga tajemna Tatr'' ("Il libro segreto dei Monti Tatra") di [[Tadeusz Miciński]] e ha ispirato lo scrittore lituano Regimantas Dima nello scrivere il suo libro ''Vilniaus Plovas'' ("Il pilaf di Vilnius").
A quelle di Witkiewicz sono ispirate le vicende dell'ufficiale russo Aleksej Nalymov nel lungometraggio ''Služa otečestvu'' ({{russo|Служа отечеству}}, "Servendo la patria") del regista uzbeko Latif Obidovich Fayziyev .
== Note ==
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