Giorgio Pisanò: differenze tra le versioni
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Divenuto [[giornalista professionista]], approda<ref group=N>Accusato di aver rubato lo scoop sui diari del Duce al settimanale ''Oggi'', fu convocato a colloquio da [[Edilio Rusconi|Rusconi]], che al telefono gli aveva dato l'epiteto di filibustiere, il quale colpito dalla personalità di Pisanò lo assunse.</ref> nel 1954 a ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]'', settimanale fondato da [[Angelo Rizzoli (1889-1970)|Angelo Rizzoli]]<ref name=T7p39>{{cita|Tirloni 2017|p. 39}}.</ref> e diretto da [[Edilio Rusconi]].<ref name=Messina/> Nel [[1958]] difende Raoul Ghiani nel [[caso Fenaroli]], con annesso scandalo [[Italcasse]].<ref name=Pisanò>Paolo Pisanò, ''Mio fratello Giorgio Pisanò cronista e giornalista scomodo'', in ''Il Giornale'', Milano, 31 marzo 2017.</ref>
Nel 1960 si unì in matrimonio con
In quegli anni all'attività giornalistica affianca quella storico-saggistica con diversi testi<ref name=Treccani/> sulla [[seconda guerra mondiale]] e sul [[fascismo]] durante la [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] come ''Sangue chiama sangue'' (1962),<ref name=Treccani/> ''La generazione che non si è arresa'' (1964), ''Storia della guerra civile in Italia, 1943-1945'' (1965), ''Gli ultimi in grigioverde. Storia delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana''<ref name=Treccani/> (1967) ''Mussolini e gli ebrei'' (1967), e ''Penna nera. Storia e battaglie degli alpini d'Italia''. Nel [[1965]] fu relatore al [[convegno dell'Hotel Parco dei Principi]] sulla "guerra rivoluzionaria" in funzione [[anticomunista]].
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