Dieci piccoli indiani: differenze tra le versioni
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Nell'epilogo i detective Maine e Sir Thomas Legge discutono il mistero delle morti avvenute a Nigger Island. Vengono formulate varie ipotesi, ma in apparenza nessuna collima con i ritrovamenti sulla scena del delitto. I primi sei decessi, nel loro ordine, sono testimoniati dai diari di Vera Claythorne ed Emily Brent e dal taccuino di Blore, ritrovati nelle rispettive camere. L'orologio che ha ucciso Blore non può che essere stato fatto cadere da un'altra persona, perciò gli unici che possono aver ucciso gli altri e poi essersi suicidati sono Armstrong, Lombard e Vera. Ma per ognuno dei tre c'è una circostanza che rende di fatto impossibile la loro colpevolezza. Vera non può aver ucciso tutti e successivamente essersi impiccata, poiché la sedia che ha utilizzato è stata trovata accostata al muro. Lombard non può aver ucciso tutti e poi essersi sparato, poiché la pistola non è stata rinvenuta vicino al suo cadavere. Armstrong non può aver ucciso tutti e poi essersi lasciato annegare, poiché il suo corpo è stato trascinato fuori dall'acqua da qualcuno. La tempesta, infine, esclude che sull'isola fosse presente un'undicesima persona che poi è fuggita. L'enigma resta perciò irrisolto.
Alla fine del libro è trascritta una lettera trovata all'interno di una bottiglia in mezzo al mare e indirizzata alla polizia dal comandante del peschereccio che l'ha rinvenuta. La lettera, scritta dal giudice Wargrave, è una confessione riguardante i fatti avvenuti a Soldier Island: l'assassino dice di aver scelto le sue vittime tra persone che, pur avendo commesso un omicidio, erano riuscite a sfuggire alla legge per mancanza di prove e che avrebbero quindi meritato la morte. Egli stesso ha sempre avuto a che fare con la legge e possiede un grande senso della giustizia, unito però a un sempre più irrefrenabile impulso ad uccidere: tutto ciò l'ha spinto a pianificare un delitto perfetto che avesse per vittime assassini sfuggiti in vari modi alla legge, in modo da non coinvolgere persone innocenti; dopo lunghe ricerche ne ha trovate
La notte in cui Blore ha intravisto qualcuno uscire furtivamente dalla casa, l'assassino stava raggiungendo il dottor Armstrong per incontrarsi come previsto sulla scogliera, dove lo ha spinto in mare. Dopo aver ucciso Armstrong, ha atteso che Blore si avvicinasse da solo alla casa per fargli cadere in testa il blocco di marmo, poi ha visto Vera sparare a Lombard; a quel punto ha preparato la scena dell'impiccagione nella stanza della ragazza e, come in un gioco psicologico, ha spinto la donna alla morte, assistendo di nascosto al suo suicidio. Rimasto solo, ha scritto e affidato al mare la lettera-confessione e poi si è tolto la vita nello stesso modo in cui sembrava che fosse stato ucciso inizialmente, ovvero sparandosi in fronte, in maniera tale da far coincidere tutto con quanto riportato negli scritti degli altri, e ha fatto in modo che dopo lo sparo la pistola, legata a un elastico, cadesse lontano dal suo corpo al fine di lasciare il caso irrisolto. La lettera-confessione, scritta per l'intimo bisogno di avere un riconoscimento per il piano estremamente ingegnoso di un delitto perfetto che gli inquirenti non avrebbero mai potuto risolvere, è firmata da Lawrence Wargrave. Il giudice osserva di essere l'unico dei dieci ad essere innocente, dato che l'omicidio di cui è accusato (la condanna a morte di un uomo chiamato Edward Seton) in realtà è stato un regolare atto giudiziario in quanto Seton era effettivamente colpevole, come successivamente appurato dalla polizia.
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